Le banche di piccole e medie dimensioni dovranno predisporre “piani operativi di gestione degli Npl di breve (indicativamente 1 anno) e medio/lungo (indicativamente 3/5 anni) periodo, in cui siano definiti gli obiettivi di chiusura delle posizioni (incluso il ritorno fra le esposizioni creditizie in bonis) e le azioni da intraprendere (ad esempio affidamento di posizioni o portafogli a gestori esterni specializzati; cessioni sul mercato; ecc.) per il raggiungimento degli stessi”.
Lo scrive chiaro Banca d’Italia nelle Linee Guida per le banche “Less Significant” (cioé quelle di piccole e medie dimensioni) italiane in materia di gestione di crediti deteriorati, pubblicate nei giorni scorsi, dopo essere state sottoposte a consultazione pubblica fino allo scorso 19 ottobre 2017.
Le Linee Guida sono coerenti con la Guidance to banks on non performing loans, rivolta alle banche Significant, già pubblicate lo scorso anno dal Meccanismo di Vigilanza Unico a livello europeo, sintetizzano le aspettative dell’Autorithy di vigilanza in materia di gestione degli Npl e si pongono in sostanziale continuità con l’approccio di supervisione sinora seguito dalla Banca d’Italia.
Inoltre Banca d’Italia precisa che “gli obiettivi devono essere stabiliti almeno in termini di livello di Npl al lordo e al netto delle rettifiche di valore, in valore assoluto e in percentuale del totale delle esposizioni creditizie verso la clientela (…). Per le LSI di maggiore complessità, potrebbe essere altresì opportuno segmentare i portafogli in modo da favorire trattamenti appropriati per i diversi sottoportafogli di Npl (ad esempio, in base alla tipologia di clientela, alla forma tecnica, alla rilevanza della posizione)”.
Infine, Bankitalia sottolinea che “in una fase di miglioramento congiunturale, quale quella in corso alla data di pubblicazione di queste Linee Guida, la Vigilanza si attende che le strategie prevedano obiettivi di riduzione significativa degli NPL, realistici nella loro quantificazione e sostenuti da coerenti programmi realizzativi. Ciò non comporta necessariamente una riduzione indiscriminata e immediata. Ci si attende che le banche adottino una politica consapevole e attiva di gestione dei crediti deteriorati; le strategie adottate devono pertanto essere supportate da solide analisi quantitative, che, tenendo conto del contesto aziendale, evidenzino i vantaggi e gli svantaggi tra le possibili alternative. Per valutare la convenienza delle varie strategie è importante tenere conto dei costi indiretti legati al mantenimento in portafoglio di un elevato livello di Npl e disporre di evidenze quantitative sui costi di gestione nonché sui flussi di cassa, tassi e tempi di recupero conseguiti nel passato”.