Banca Finint esce dal private equity. Nei giorni scorsi è stato infatti completato lo spin-off del team di private equity, composto da Domenico Tonussi, Nicola Bordignon, Piergiorgio Fantin e Daniele Mondi, che ha fondato Itago, società indipendente controllata dal team con uffici a Venezia e Milano, dedicata a investimenti di private equity in pmi, e che avvierà successivamente avvierà la costituzione di una sgr e di un fondo con target 100 milioni di euro, con lo stesso approccio di investimento di NEIP III Sicaf spa, la società di investimento in pmi italiane del gruppo Finint (si veda qui il comunicato stampa).
Il team, che lavora insieme da più di 10 anni, continuerà a essere l’advisor di NEIP III. Quest’ultima ha investito in nove aziende e disinvestito già da quattro di loro. Le partecipazioni ancora in portafoglio sono quelle in Spraytech (impianti dedicati alla verniciatura industriale per il settore conciario), Altanova Group (testing e monitoraggio degli impianti elettrici di alta e media tensione), CVS Ferrari (container handling equipment su gomma), Panificio San Francesco (pane precotto e surgelato per la GDO), ABL (macchine per la lavorazione della frutta da consumare fresca), mentre sono già state disinvestite le partecipazioni in Vimec (abbattimento barriere architettoniche), Lafert (motori elettrici), Nuova Giungas (giunti isolanti per il settore dell’oil&gas) e Forno d’Asolo (prodotti di pasticceria surgelati).
Fino al momento in cui avverrà l’avvio del fondo, il team si dedicherà alla realizzazione di alcuni club deal con selezionati investitori privati. “Abbiamo dato avvio a Itago come soggetto indipendente, controllato e gestito dal team di investimento in quanto, assieme al track record positivo, è un requisito necessario per l’investimento nei fondi di private equity da parte degli investitori istituzionali”, ha commentato Tonussi, presidente e amministratore delegato di Itago. Per Nicola Bordignon, l’altro ad di Itago, “il nuovo fondo l’obiettivo è continuare ad investire in aziende magari un poco più piccole rispetto ad altri fondi ma comunque con buone prospettive di sviluppo, derivanti sia dalla crescita interna (come nel caso di Panificio San Francesco dove è stata avviata la costruzione di una seconda linea di pane duplicando la capacità produttiva esistente) , sia dalla crescita esterna (come nel caso di Altanova, che oggi è un gruppo di circa 25 milioni di euro di ricavi derivate dalla aggregazione di due società preesistenti)” .