Via libera del Tribunale di Reggio Emilia al concordato di Società Agricola Ferrarini, che aveva depositato il piano concordatario lo scorso 15 aprile (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha riferito nei giorni scorsi MF Milano Finanza.
Società Agricola Ferrarini è nata un paio di anni fa dallo scorporo delle attività del gruppo Ferrarini. E’ considerata una cassaforte dal punto di vista patrimoniale, con più di 122 milioni di terreni, stalle, bestiame, caseifici e acetaie, contro i 29 milioni del capitale industriale. L’azienda possiede numerosi asset soprattutto immobiliari tra cui Villa Corbelli, sede del Gruppo alimentare. Secondo i bilanci 2016, la società vanta ricavi per 87 milioni, un utile di 279mila euro e debiti per 69 milioni.
Società Agricola Ferrarini aveva chiesto e ottenuto il concordato in bianco nell’ottobre scorso e aveva poi ottenuto la proroga per il termine della presentazione della proposta concordataria lo scorso 6 febbraio. Il giudice delegato Virgilio Notari ora dovrà esaminare la proposta concordataria e valutarne l’accettazione. Il commissario della procedura è il commercialista reggiano Federico Spattini.
Quello di Società Agricola Ferrarini è il terzo concordato del Gruppo Ferrarini, dopo quello richiesto per Ferrarini e Vismara (si veda altro articolo di BeBeez) dopo che la famiglia Ferrarini aveva affossato le trattative con Italmobiliare e il fondo QuattroR nel luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito di Ferarrini, la presidente Lisa Ferrarini a fine maggio aveva dichiarato a Industria Italiana: “Prosegue secondo le previsioni il percorso di continuità aziendale previsto dal piano industriale e dalla proposta concordataria presentata e dichiarata ammissibile dal tribunale di Reggio Emilia. I riscontri ottenuti sul mercato ci stanno consentendo una redditività allineata al piano industriale e il lancio di nuovi prodotti premium come il Cotto Storico sta conseguendo un grande apprezzamento del mercato”.
Il gruppo Ferrarini, che ha chiuso il 2017 con 335 milioni di ricavi e un ebitda di 29,5 milioni, si trova oggi in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato affinché la società acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammonta a circa 250 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla soiceà operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Dei 112 milioni in capo alla Ferrarini, circa 30 milioni a testa sono debiti nei confronti di Unicredit e della Sga che ha ereditato i crediti deteriorati della ex Veneto Banca, 10 milioni sono nei confronti di Banco Bpm, 20 milioni verso Intesa Sanpaolo e il resto verso Carisbo, Credit Agricole Cariparma e Banca del Mezzogiorno. Dei 138 milioni di altri debiti che gravano sulle altre società della galassia, circa 100 milioni sono ancora verso la Sga.
Del passivo totale in capo a Ferrarini, solo i creditori privilegiati e quelli pignoratizi otterranno in base al piano concordatario il 100%. Per gli altri, cioé i creditori chirografari, banche, fornitori, sottoscrittori del bond da 35 milioni e Simest, il sacrificio sarà di oltre l’80% del valore dei crediti e non prima di tre anni. Nel complesso il piano prevede un rimborso di soli 85 milioni su 251 di esposizione. Stesso copione per Vismara, che prevede solo 38 milioni di rimborsi su 105 milioni di passivo.