Zest Asset Management ha lanciato Héra Zest Npe Fund, fondo alternativo che ha l’obiettivo di acquistare, da banche o altri soggetti istituzionali, crediti deteriorati garantiti da singoli asset immobiliari, principalmente di tipo residenziale, hotellerie e commerciale, con valore lordo tra uno e 50 milioni di euro, per poi valorizzarli attraverso interventi mirati (si veda qui il comunicato stampa).
Il fondo è costituito in forma di società a capitale variabile, qualificato come Raif (Reserved alternative investment fund) di diritto lussemburghese, ha una durata di 8 anni, un obiettivo di raccolta di 200 milioni di euro e un IRR atteso del 10% circa. Il veicolo è riservato a investitori istituzioni, family office e private banking e potrà essere sottoscritto con un investimento minimo di 125 mila euro attraverso Aqa Capital Management, società milanese che distribuisce in Italia i fondi di Zest.
Investment manger del fondo sarà Zest sa, società di asset management fondata nel 2007 da Giuseppe Cozzi, un imprenditore con più di 50 anni di esperienza nella gestione del risparmio, come spin-off delle attività di gestione fondi di Financial Strategy sa, una società di gestioni patrimoniali svizzera con alle spalle 30 anni di storia, focalizzata su soluzioni ad alto valore aggiunto per High Net Worth Individuals e famiglie. A oggi vanta un patrimonio in gestione di circa 500 milioni di euro.
Hèra Holding spa, società specializzata nella valorizzazione di asset immobiliari sottostanti a crediti deteriorati, fungerà invece da advisor tecnico per la selezione, la due diligence e la valorizzazione dei debiti in portafoglio al fondo. I crediti saranno acquisiti tramite un veicolo di cartolarizzazione. Il Decreto Crescita, come noto, ha modificato la legge 130/1999 sulle cartolarizzazioni, introducendo una serie di agevolazioni in tema di Utp e di Reoco (si veda sul tema l’Insight View di BeBeez News Premium 12 mesi, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
“Il mercato dei crediti non performing in Italia offre opportunità interessanti, dato che si tratta di crediti garantiti ceduti a prezzi che variano tra il 30% e il 40% del valore del credito lordo”, ha spiegato Antonella Ponte, specialista investimenti alternativi Zest. “Il nostro obiettivo è quello di valorizzare questi crediti, affrontandoli caso per caso, in modo da generare plusvalenze significative per gli investitori del fondo. Va considerato, infatti, che mentre la Bce mantiene la pressione sui requisiti patrimoniali delle banche, il mercato è carente di competenze tecniche e industriali adeguate per affrontare questi crediti, soprattutto quando si tratta di posizioni Utp, le più difficili da gestire in quanto il debitore è ancora attivo e sono quasi sempre coinvolti una pluralità di istituti di credito. Per questo, la partnership con un soggetto specializzato come Hera Holding è fondamentale per il successo del fondo”.