Nonostante gli annunci di pubblicazione imminente, questa mattina non è ancora in Gazzetta Ufficiale il Decreto Rilancio, varato dal governo nella serata del 13 maggio (si veda altro articolo di BeBeez). Resta quindi per valido solo quello che tutti abbiamo letto nell’ultima bozza del decreto circolata nella tardo pomeriggio del 13 maggio, che è quella che è entrata in Consiglio dei ministri per la discussione. Si dice che i ritardi siano dovuti semplicemente a motivi tecnici, di coordinamento formale delle varie norme. Ma non solo. A mancare ancora la bollinatura da parte della Ragioneria generale dello Stato: i tecnici sono giorni che sono al lavoro per verificare, norma per norma se le quantificazioni dei fondi indicate dai vari ministeri sono corrette. Così aumentano incertezza e ritardi, tanto più che molte delle norme finanziarie richiedono poi l’emanazione di decreti attuativi.
Tra i temi cari a BeBeez ricordiamo:
– una serie di misure a supporto del venture capital, che però lasciano soddisfatti solo a metà gli addetti ai lavori (si veda altro articolo di BeBeez);
– le misure che modificano la normativa sui PIR, includendo tra gli asset investibili anche strumenti di finanziamento e non solo capitale di rischio, e inglobando anche gli Eltif, ragion per cui vengono abrogati gli incentivi fiscali previsti specificamente per gli Eltif, che verrebbero quindi a godere degli stessi incentivi previsti per i PIR (si veda altro articolo di BeBeez);
– la costituzione di due fondi per ricapitalizzare le imprese italiane, che però potrebbero spiazzare il mercato (si veda altro articolo di BeBeez);
– l’ammorbidimento degli obiettivi di performance dei servicer delle cartolarizzazioni di Npl con GACS il cui mancato rispetto è causa di sostituzione del soggetto incaricato della riscossione dei crediti (servicer) oppure differimento della parte dei compensi dovuti condizionata agli obiettivi di performance (si veda altro articolo di BeBeez).