Unicredit la scorsa settimana ha ceduto a Banca Ifis crediti deteriorati unsecured prevalentemente del segmento consumer, per un valore lordo di 335 milioni di euro (si vedano qui il comunicato stampa di Unicredit e qui quello di Banca Ifis). L’operazione riguarda tre portfogli per un valore nominale complessivo di circa 155 milioni di euro, vantati verso 12.415 debitori a cui si aggiungono 4 ulteriori portafogli consumer (crediti derivanti contratti di conto corrente, prestiti personali e carte di credito) ceduti tramite accordo forward flow, fino a 180 milioni di euro di valore nominale.
“Anche in questo periodo complesso abbiamo continuato ad investire nel mercato dei Non Performing Loans partecipando attivamente ai processi di cessione di crediti Npl e rafforzando l’attività di recupero stragiudiziale al fine di minimizzare l’impatto di dilazione derivante dalla temporanea chiusura dei tribunali. Attualmente, stiamo partecipando a 11 processi di cessione per un valore nominale di circa 2,8 miliardi di euro. Il contesto di mercato non è semplice ma grazie alla diversificazione del portafoglio proprietario e all’esperienza maturata, stiamo registrando performance di recupero più che soddisfacenti”, ha spiegato Katia Mariotti, responsabile della direzione centrale Npl di Banca Ifis.
L’impatto economico della cessione sarà recepito nel bilancio di Unicredit del secondo trimestre 2020. L’accordo rientra nella strategia di derisking dell’istituto di credito. Unicredit starebbe anche per vendere altri 1,5 miliardi di Npl, cioé i portafogli Lisbona e Tokyo. Lo riporta l’agenzia di stampa Bloomberg, citando tra i possibili acquirenti Illimity, Guber Banca e la stessa Banca Ifis. In realtà già da inizio primavera si sapeva che Unicredit aveva in programma al massimo entro settembre 2020 le cessioni dei portafogli: Tokyo (allora si parlava di circa un miliardo di Npl non garantiti a pmi, oggi si parla di 800 milioni), Lisbona (allora si diceva un miliardo di portafoglio misto, oggi si parla di 700 milioni), New York (circa 700 milioni di Npl ipotecari) e Loira (circa 250 milioni di crediti al consumo) (si veda altro articolo di BeBeez). L’asta per quest’ultimo portafoglio era stata divisa in due. Da un lato quella sullo stock di crediti e dall’altra quella sul forward flow. Per entrambe le aste sono in corsa Banca Ifis e MBCredit Solutions (si veda altro articolo di BeBeez). In vendita da parte di Unicredit c’è poi sempre ancora il portafoglio Dawn, un portafoglio da un miliardo di euro di Utp small ticket (si veda altro articolo di BeBeez).
Banca Ifis nel primo semestre 2020 ha acquistato 10 portafogli per complessivi 800 milioni di euro di valore nominale (prezzo di acquisto di circa 90 milioni) e ha partecipato a 16 processi di vendita per un valore lodo di 1,5 miliardi di euro. Gli acquisti di Npl effettuati in questi primi mesi dell’anno daranno un buon contributo alla redditività della banca nei prossimi due anni, quando sarà eseguita l’attività di recupero. Questi acquisti sono stati focalizzati principalmente su Npl con sottostanti credito al consumo e bancario, tradizionalmente il core business di Banca Ifis. Al 30 giugno 2020 il portafoglio di proprietà del Gruppo Banca Ifis ammonta a 18,2 miliardi di euro (17,8 miliardi di euro al 31 dicembre 2019) di valore nominale a cui si aggiungono 6,6 miliardi di euro (5,6 miliardi di euro al 31 dicembre 2019) in gestione conto terzi per un ammontare complessivo di 24,8 miliardi di euro di valore nominale (23,4 miliardi di euro al 31 dicembre 2019).
Banca Ifis è controllata dalla famiglia Fürstenberg tramite la holding La Scogliera. Quest’ultima, dopo l’autorizzazione della Bce, si è appena riorganizzata: il presidente Sebastien Egon von Fürstenberg ha trasferito al figlio Ernesto Fürstenberg Fassio la nuda proprietà di circa il 51% del capitale sociale della società e dei relativi diritti di voto, assistito dallo studio legale BonelliErede.