Marcolin, azienda italiana attiva nel settore dell’occhialeria delistata da Piazza Affari nel 2012 e controllata dal fondo Pai Partners, la scorsa settimana ha incassato da UniCredit, Banco Bpm, Deutsche Bank e Credit Suisse e un finanziamento da 50 milioni di euro garantito al 90% da Sace tramite Garanzia Italia. Latham & Watkins ha assistito Marcolin, insieme a Maisto e Associati. Linklaters ha seguito il pool di banche (si veda qui il comunicato stampa di Marcolin e qui quello dei legali).
L’operazione è stata contestuale all’erogazione di un finanziamento soci da 25 milioni di euro erogato da 3Cime spa, l’azionista di maggioranza di Marcolin, a scadenza dicembre 2025 e cedola 6%. Il prestito da 50 milioni, che ha scadenza 5 anni e struttura amortizing, con un interesse pari al tasso euribor 3 mesi più 350 punti base, sarà utilizzato da Marcolin per finanziare il costo del personale, nuovi investimenti e il capitale circolante per attività in Italia.
Nel 2013 Marcolin ha quotato all’ExtraMot Pro un bond da 200 milioni di euro a scadenza novembre 2019 e cedola 8,5%, che era stato emesso per rifinanziare il debito esistente e finanziare l’acquisizione della statunitense Viva Optique. Il bond è stato rimborsato in anticipo da Marcolin nel febbraio 2017. Nel 2017 l’azienda ha poi emesso un altro bond da 250 milioni di euro a 6 anni con opzione call dopo i primi 12 mesi. Lo scopo dell’emissione era rifinanziare il debito e rimborsare un vendor loan (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione rientrava nel quadro dell’annunciata joint venture con il colosso del lusso francese Lvmh, per acquisire una quota del 10% del capitale per utilizzare la società italiana come unico produttore di tutte le sue linee di occhiali.
Il gruppo ha chiuso il bilancio 2019 con 487 milioni di euro di ricavi consolidati (da 482 milioni nel 2018), un ebitda di 51 milioni (da 57 milioni) e un debito finanziario netto di 266 milioni, incluso l’effetto IFRS 16 (249 milioni al netto e 234 milioni a fine 2018). Il primo trimestre 2020, però, ha chiuso con numeri in peggioramento: ricavi per 94 milioni (da 130 milioni nel primo trimestre 2019), ebitda di 10 milioni (da 16 milioni) e debito finanziario netto di 300 milioni (o 282 al netto dell’effetto IFR16).
Intanto dallo scorso 22 giugno a guidare l’azienda, con sede a Longarone (Belluno), è Fabrizio Curci nel ruolo di ceo e general manager, sinora ceo e general manager di Fiera Milano (si veda qui il comunicato stampa).
Marcolin è forte di un portafoglio di 26 brand in licenza nei segmenti Lusso e Diffusion, sia nel comparto uomo sia in quello donna, nei segmenti vista e sole. E’ posizionato nel segmento lusso con alcuni dei marchi più famosi della moda tra cui: Tom Ford, Tod’s, Balenciaga, Roberto Cavalli, Montblanc, Zegna, Pucci, Moncler ed Omega. Nel segmento Diffusion annovera i marchi Diesel, DSquared2, Guess, Guess by Marciano, Gant, Harley Davidson, Just Cavalli, Swarovski, Timberland, Cover Girl, Kenneth Cole New York, oltre che altri marchi dedicati specificatamente al mercato statunitense. Tra i marchi di proprietà, si rientrano WEB e lo storico Marcolin.