18/01/2013 – E’ stato collocato oggi il bond high yield senior secured da 365 milioni di euro a scadenza 2020 di Cerba European Lab, società francese specializzata in test clinici, che nel 2010 il fondo PAI Partners ha acquisito dal fondo IK Investment Partners sulla base di una valutazione, compreso il debito netto, di 550 milioni di euro, cioè 10 volte l’ebitda del 2010 di 55 milioni, afronte di ricavi per 250 milioni.
Il bond, che inizialmente doveva essere di soli 355 milioni di euro, paga una cedola del 7% ed è stato prezzato con un rendimento di 598 punti base sopra quello del Bund tedesco a scadenza 2020. L’emissione prevede un’opzione call esercitabile sino al 1° febbraio 2016 che prevede il pagamento agli obbligazionisti del valore di tutte le cedole che sarebbero dovute sino alla scadenza, scontate a un tasso di interesse pari a quello del Bund 2020 più 50 pb (cosiddetta “make whole call”). Dal 1° febbraio 2016 il bond è richiamabile al prezzo di 103,5 centesimi, dal 1° febbraio 2017 al prezzo di 101,75 e dal 1° febbraio 2018 a 100. Joint bookrunner dell’operazione sono state le banche Goldman Sachs, JPMorgan, Credit Agricole e Natixis.
I capitali raccolti con l’emissione serviranno a rifinanziare le linee di credito erogate a supporto del buyout di PAI. Non è previsto, invece, alcun pagamento di dividendo straordinario (dividend recap) agli azionisti. Contestualmente all’emissione del bond, Cerba sta negoziando con le banche anche una nuova linea revolving supersenior da 50 milioni di euro.
Moody’s ha assegnato a Cerba e al suo bond il rating B2, Standard&Poor’s ha assegnato alla società e al suo bond il rating B+ e Fitch il rating BB-. Moody’s riferisce che nei primi nove mesi 2012 Cebra ha registrato ricavi consolidati per 329,9 milioni di euro e un ebitda di 74,4 milioni. E S&P’s prevede che Cerba raggiungerà un ebitda rettificato di 84 milioni di euro a fine 2013, pari a 2,6 volte gli oneri per interessi annuali di 32 milioni. Sempre secondo S&P’s, il rapporto tra debito finanziario netto ed ebitda sarà di 4,5-4,7 volte a fine 2013. Ma se si considerasse, non solo il debito finanziario netto di 404 milioni, ma anche il debito di 398 milioni, rappresentato da finanziamenti degli azionisti, preference shares e strumenti convertibili, allora il rapporto con l’ebitda salirebbe a 10 volte.
Stefania Peveraro