Sette anni dopo Via Castellana Bandiera, Emma Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con Le sorelle Macaluso, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia. Scritto da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, il film è una produzione Rosamont e Minimum Fax Media con Rai Cinema – la fotografia è di Gherardo Gossi e la scenografia di Emita Frigato – che arriverà in sala il 10 settembre distribuito da Teodora Film. Un film duro, profondo come un tunnel dal quale solo alla fine si intravede il baluginare della luce, sugli occhi chiusi per sempre di una vita. E’ crudo, a tratti violento come solo i rapporti familiari intimi sanno esserlo, in certi momenti disturbanti, una nota morbosa mai compiaciuta. Una grande fotografia che si muove con un forte impatto tridimensionale: sono scene teatrali, in certi momenti come se i personaggi si disponessero sul palcoscenico. Nessuna posa o rigidità ma un’interpretazione che non può lasciare il pubblico distante. Ci sono scene costruite con una scenografia drammaturgica impeccabile, qualcosa di lugubre, di tremendamente bello, perché è un bello che sanguina anche il Charleston di Mondello, sul lungomare palermitano: solo da lontano si vede nella sua architettura Liberty, un luogo che doveva essere appartenuto al bel mondo. Le inquadrature poi hanno qualcosa di sinistro. Quando le sorelle nuotano sotto la palafitta si avverte un’aria inquietante, il senso che manchi il respiro. Un’altra scena fantastica è quella della bara ancora aperta fatta passare dalla finestra su una piattaforma per essere poi chiusa e calata o la piccionaia dove i colombi si agitano alcuni tinti di rosa, tra il vezzo e il malaffare. Le luci tranne quelle accecanti del giorno sono notturne, e gran parte del film è girato in interni, cupi con un’illuminazione potentemente teatrale. Due sole scene sono solari ma quella giornata che era così bella assumerà toni tragici e c’è l’entrata in acqua delle sorelle che ballano e danzano e sembrano uscire dal film come in una rappresentazione coreografica e un bacio, interrotto troppo presto. Il cielo si oscura di nuovo e l’imbrunire sarà progressivo.
La scelta musicale è sorprendente non tanto per la scelta, nutrita di molti brani noti cantautorati italiani, quanto per l’accostamento all’azione, quasi come se il suono, la canzone uscissero dai personaggi. E’ un effetto molto coinvolgente lontano dal semplice accompagnamento ma anche dall’atmosfera.
Le Sorelle Macaluso è interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.
Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste, una resistenza rabbiosa, a tratti sofferta, implosiva. L’azione scenica è ben dosata rispetto alla parola, creando un intreccio simbiotico tra gesti e dialoghi.
L’interpretazione convincente è vibrata dai personaggi e si respira un’atmosfera nella quale anche i momenti di gioia hanno qualcosa di sinistro, come un rancore ancestrale, un patto antico che lega le persone di una famiglia in modo tragicamente indissolubile. Nel film dove i dettagli dei costumi di Vanessa Sannino, di un rossetto eccessivo, del servizio buono, c’è l’eco della sicilianità che resta attaccata anche nella modernità e che la regista si porta dentro come un marchio. Un film molto forte dove la bellezza passa dalla bruttezza, come quella delle sue donne, anche quando si riconosce un’attrice che ci è nota come una bella donna. Emma Dante tira fuori il lato conturbante della deformità, l’attrazione fatale per l’imperfezione e ci strega.
Ilaria Guidantoni