E’ stato siglato venerdì 2 ottobre il closing dell’operazione annunciata lo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez), con la quale Tim ha ceduto il 14,8% di Inwit al consorzio di investitori guidato da Ardian Infrastructure e Canson Capital Partners. Il consorzio lo scorso maggio aveva spuntato l’esclusiva per una quota di minoranza della società proprietaria delle torri di telefonia mobile di Tim, che a fine marzo si è fusa con Vodafone Towers srl, la società proprietaria delle torri di telefonia mobile di Vodafone (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione, che non comporta obbligo di opa, come confermato dalla Consob, e che è stata approvata ai sensi della normativa Golden Power, si basa su una valorizzazione dell’azione Inwit pari a 9,47 euro (ex dividendo), e corrisponde a un incasso per Tim di 1,35 miliardi (si veda qui il comunicato di Tim e Ardian e qui il comunicato stampa di Canson).
Nel dettaglio, l’investimento del consorzio è stato condotto in una nuova holding (Daphne 3) dove è stata fatta confluire una quota del 30,2% del capitale di Inwit, della quale il consorzio controlla il 49% (e quindi il 14,8% del capitale di Inwit) e Tim il 51%, mantenendo quindi il controllo congiunto su Inwit insieme a Vodafone Europe BV, così come riassunto anche lo scorso maggio in occasione della presentazione dei dati trimestrali di Tim.
Della rimanente partecipazione diretta di Tim in Inwit, corrispondente al 3% del suo capitale, è stato inoltre ceduto per 109 milioni di euro l’1,2% a Guernsey, veicolo gestito e assistito da Canson Capital Partners, guidato dal co-fondatore Matteo Canonaco, che lo scorso giugno si era impegnato a sottoscrivere una quota corrispondente fino al 3% del capitale sociale di Inwit. Nel dettaglio oggi Guernsey dispone di un’opzione per l’acquisto del residuo 1,8%, per un corrispettivo di 161 milioni di euro.
Al capitale di Guersney partecipano anche il veicolo di diritto lussemburghese Azimut Private Equity I SCSp, e Marco Patuano, ex amministratore delegato di Edizione Holding e prima di Tim e oggi senior advisor di Nomura, l’investment bank che ha affiancato Ardian e i suoi coinvestitori nell’operazione Inwit (si veda qui il comunicato stampa di Azimut di giugno). Il target di raccolta capitali per l’operazione Azimut PE I era fino a 110 milioni di euro.
Nell’operazione il consorzio è stato affiancato dall’advisor finanziario Nomura Merchant bank e dalla merchant bank Canson Capital Partners. Advisor finanziari di Ardian sono stati Mediobanca e Vitale&Co, mentre i consulenti legali sono stati BonelliErede (corporate), Legance-Avvocati Associati (financing), Ashurst (cinancing), Arendt (structuring) e Weil, Gotshal & Manges (governance per il consorzio). Advisor finanziari di Tim sono stati Goldman Sachs International e BofA Securities, mentre consulenti legali sono stati Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. Nell’operazione, Canson è stata supportata da New Street Advisory per gli aspetti di consulenza strategica di settore, da Debevoise & Plimpton e Legance – Avvocati Associati per gli aspetti legali e da Maisto e Associati per gli aspetti fiscali. Canson ha affiancato Marco Patuano, in qualità di esperto di settore per la consulenza al consorzio guidato da Ardian e la realizzazione dell’investimento.
Il Consiglio d’amministrazione di Daphne 3 è così composto: Marco Patuano (presidente), Carlo Nardello (amministratore delegato), Davide Carlino, Sabrina Di Bartolomeo, Laurent Fayollas, Agostino Nuzzolo e Frédéric Jean Daniel Payet. L’investimento in Daphne 3 rappresenta il primo passo di una partnership di lungo termine tra TIM e Ardian volta a rafforzare la leadership di INWIT nel mercato italiano delle telecomunicazioni, facendo leva sulla crescita del traffico dati e sulle nuove opportunità derivanti dall’implementazione del 5G.
Mathias Burghardt, membro del comitato esecutivo di Ardian e a capo di Ardian Infrastructure, ha dichiarato: “Questo investimento di grandissimo valore strategico dimostra ulteriormente il nostro commitment verso l’Italia, per noi un mercato chiave in cui investiamo da oltre un decennio. Al fianco di importanti partner industriali, abbiamo contribuito all’implementazione di piani di crescita sostenibile a lungo termine e alla creazione di valore per tutti gli stakeholder. Siamo molto lieti di iniziare a costruire una solida partnership con TIM. Insieme a TIM e Vodafone, supporteremo il management team nell’ambizioso piano di crescita per questa essenziale infrastruttura digitale”.
Questa operazione, una delle più grandi ‘PIPE’ (Private Investment in Public Equity) in Europa negli ultimi 10 anni, è la terza corporate partnership su cui Canson ha fornito consulenza e in cui ha co-investito fin dalla sua nascita nel 2017. A seguito del closing di questo veicolo di investimento, Canson gestirà circa 400 milioni di euro in tre fondi di merchant banking.
Matteo Canonaco, co-fondatore di Canson, ha dichiarato: “Siamo lieti di aver collaborato con Ardian e Azimut su Inwit. Questa operazione testimonia ancora una volta la validità del business model di Canson in cui identifichiamo alternative solution capital per specifiche situazioni strategiche in partnership con aziende. Assieme al nostro ruolo di spicco come advisor e co-investitore nei carve-out di Refinitiv e Kantar (si veda qui il Beez Peak del 27 gennaio, ndr), questa operazione rappresenta un’ulteriore pietra miliare per il rafforzamento del nostro track record in merchant banking e stabilisce un rapporto privilegiato con Azimut, il principale asset manager indipendente italiano”.
Pietro Giuliani, presidente di Azimut ha detto: “Ancora una volta dimostriamo la nostra elevata capacità di innovare e di creare soluzioni mai presentate prima sul mercato. Poter partecipare a questa transazione insieme a Canson Capital Partners e a Marco Patuano è motivo di orgoglio e ulteriore dimostrazione delle rilevanti opportunità di investimento che possiamo offrire in esclusiva ai nostri clienti. In particolare con questa transazione partecipiamo attraverso un operatore leader nello sviluppo dell’infrastruttura di telecomunicazioni che sarà di vitale importanza per la ripresa del ciclo economico del nostro Paese ed il suo sviluppo futuro.”
Il 23 aprile scorso Tim aveva annunciato la vendita del 4,3% di Inwit a 9,6 euro per azione, scendendo così al 33,2% della società e incassando 400 milioni di euro. La stessa quota era stata venduta da Vodafone, con un aumento del flottante di Inwit dal 25% al 33%. Vodafone e Tim avevano poi assunto un impegno di lock-up sulle azioni residue direttamente e indirettamente in Inwit per un periodo di 90 giorni dalla data di regolamento dell’operazione (si veda altro articolo di BeBeez).
Ardian e Canson Tim e Vodafone avevano annunciato inizialmente che, a valle dell’integrazione delle loro infrastrutture passive di rete, che ha dato vita alla seconda più grande towerco quotata in Europa, con un portafoglio di oltre 22 mila torri, sarebbero scese al 50,1% della nuova Inwit, cioé a circa il 25% ciascuno del capitale. Per quanto riguarda Tim, era stato spiegato in conference call lo scorso marzo che avrebbe poi ceduto poco meno della metà della sua quota residua in Inwit (cioé il 12,4%) per circa un miliardo di euro. I teaser erano partiti a fine gennaio, quando i primi nomi di fondi interessati che circolavano era quelli di Ardian Infrastructure (allora in cordata con Credit Agricole Assurances e Canson Capital Partners) e F2i (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente si era parlato anche di KKR come uno dei fondi interessati.
Ma poi a sorpresa c’era stata la cessione sul mercato del 4,3% di Inwit, attraverso una procedura di accelerated bookbuilding. Nel maggio scorso erano tornati i rumor a proposito della vendita di un ulteriore 8% da parte di Tim. Tra i nomi che si facevano c’era sempre quello di Ardian, ma anche quello di Advent International.