Moby è in trattative per vendere il suo ramo d’azienda dedicato ai mezzi ausiliari. Lo ha comunicato la società in una nota (si veda qui il comunicato stampa). La cessione permetterebbe a Moby di fare cassa per rimborsare in parte i creditori. Tra i possibili acquirenti si dice che ci sia l’imprenditore Davide Calderan, attivo nel settore a Venezia. La divisione varrebbe attorno ai 40-50 milioni, ma sulla cessione pende la spada di Damocle delle revocatorie.
Il 2 aprile scorso è stato raggiunto un accordo tra Tirrenia-Cin, il Ministero dei Trasporti e il Mise, che ha permesso di riavviare tutte le linee passeggeri e merci previste dalla Convenzione sulla continuità territoriale (si veda qui il comunicato stampa), bloccate a seguito di un’ordinanza del Tribunale di Roma che aveva disposto il sequestro conservativo fino alla concorrenza di euro 55 milioni su tutti i beni, mobili o immobili, e i crediti di cui la Cin è titolare (si veda altro articolo di BeBeez).
Il sequestro era stato chiesto dai commissari (Gerardo Longobardi, Beniamino Caravita di Toritto e Stefano Ambrosini) di Tirrenia in amministrazione straordinaria (la bad company rimasta in capo allo Stato dopo la privatizzazione del 2012), per tutelarsi rispetto al pagamento della prima delle tre rate residue per un totale di 180 milioni di euro che Tirrenia-Cin ancora deve allo Stato italiano a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-Cin che nel 2012 ancora non era di Moby. La decisione dei commissari era giustificata dal fatto che a inizio marzo la Commissione europea ha finalmente stabilito che gli 846 milioni di euro pubblici versati alla compagnia Tirrenia (controllata al 100% dal gruppo Moby dal 2015) tra il 2009 e il 2020 non sono aiuti di Stato. Se così non fosse stato, la Commissione avrebbe potuto imporne il recupero. Ma proprio questo fatto si è trasformato in un problema per Moby, perché ora non ha più scuse per non pagare i 180 milioni di euro residui (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, ora sarebbe stata avanzata la proposta di dissequestrare i conti correnti di Moby e convertirli in un sequestro conservativo della flotta di navi Tirrenia. Onorato basa il valore delle navi su una perizia passata da circa un miliardo di Unitramp, un broker che fa capo all’imprenditore Aldo Frullo di Napoli.
Il problema del debito di Tirrenia-Cin verso lo Stato si è aggiunto a una situazione finanziaria già molto compromessa dell’intero gruppo Moby, che fa capo alla famiglia Onorato e che nelle scorse settimane ha fatto scadere un accordo di stand still sul debito con gli obbligazionisti titolari del bond da 300 milioni di euro quotato alla Borsa del Lussemburgo e con le banche senza che fosse stata trovata un’intesa sulla sua ristrutturazione e che non ha proceduto al pagamento della cedola sul bond da 300 milioni e degli interessi sui 260 milioni di linee di credito dovuti a febbraio. Per il pagamento dei quali è stato lasciato scadere anche il periodo di grazia (si veda altro articolo di BeBeez). La flotta di navi Tirrenia summenzionata funge da garanzia per le banche e gli obbligazionisti di Moby.
Moby sta tuttora discutendo la ristrutturazione del suo debito con obbligazionisti (riuniti nell’Ad Hoc Group e prevalentemente hedge fund, tra cui Soundpoint Capital, Cheyenne Capital e York Capital, affiancati sul piano legale da DLA), finanziatori e commissari di Tirrenia. I fondi avevano comprato tempo fa sul mercato secondario oltre il 50% dell’emissione obbligazionaria.
I numeri dei 9 mesi del gruppo lo scorso 12 dicembre avevano evidenziato un ulteriore netto peggioramento della situazione della cassa (si veda altro articolo di BeBeez): in nove mesi, infatti, il gruppo armatoriale ha bruciato oltre 115,9 milioni di euro dopo i 108,1 milioni bruciati nei primi nove mesi del 2018, mentre tra gennaio e giugno era stata bruciata cassa per 83,1 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). A fine settembre 2019, quindi, Moby aveva cassa per 56,2 milioni contro gli 89 milioni di euro di fine giugno e contro i 125,5 milioni di cassa che aveva a fine settembre 2018.