C’è una short list di 5 soggetti per Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, le due società in amministrazione straordinaria che operano sotto il marchio Piaggio Aerospace e che fanno capo a Mubadala, fondo sovrano del Governo di Abu Dhabi. Lo ha reso noto ieri Vincenzo Nicastro, commissario straordinario di Piaggio Aerospace dal dicembre 2018, nel corso di un incontro, organizzato dall’Unione Industriali della provincia di Savona, tra azienda e rappresentati dei sindacati del territorio.si veda qui il comunicato stampa). I 5 soggetti sono stati sollecitati da Piaggio Aerospace a inviare le loro proposte di acquisto non vincolanti per i beni aziendali delle controllate entro il prossimo 5 marzo.
L’asta è in corso dal 2020 ed è già stata prorogata più volte anche a causa del Coronovirus (si veda altro articolo di BeBeez). All’invito a manifestare interesse avevano risposto originariamente 19 soggetti da tutte le parti del mondo, 11 dei quali sono stati successivamente ammessi alla data room (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che gennaio 2020 erano pervenute al commissario straordinario 30 domande di insinuazione al passivo di Piaggio Aviation per un importo complessivo di 747,9 milioni di euro (si veda qui la Relazione trimestrale al 31 marzo 2020 di Piaggio Aviation) e 1.407 domande di ammissione al passivo per Piaggio Aero Industries, per un importo complessivo di oltre 928 milioni (si veda qui la Relazione trimestrale al 31 marzo 2020 di Piaggio Aero Industries).
Rispondendo ieri alle domande dei rappresentanti dei lavoratori, Nicastro ha precisato che le lettere di formale richiesta a presentare offerte per l’acquisto dei beni aziendali in capo alle due società sono state recapitate ai 5 soggetti che, a valle dell’analisi della situazione economico-patrimoniale delle due società e delle loro potenzialità di sviluppo, hanno esplicitamente confermato il proprio interesse all’acquisto e che hanno nel contempo ribadito la volontà di rilevarne i complessi aziendali nella loro interezza.
“Avere cinque pretendenti in short list è un risultato molto positivo, soprattutto se si considera che l’emergenza pandemica ha oggettivamente scoraggiato molti soggetti esteri, soprattutto quelli che hanno maggiormente sofferto delle restrizioni ai viaggi”, ha affermato Nicastro. Che ha poi spiegato: “Ho ritenuto utile in questa fase non rendere vincolanti le offerte, in modo da permettermi, dopo la fase di analisi, di avviare trattative a tutto tondo con chi avrà presentato la migliore proposta: ovvero con il miglior piano industriale, le maggiori garanzie future e il prezzo di acquisto più alto”.
È previsto che le negoziazioni durino al massimo un mese, per arrivare poi a un’offerta irrevocabile e vincolante. “Intendo far partire quest’ultima fase al più presto”, ha voluto precisare Nicastro, “immediatamente dopo un ulteriore passaggio autorizzativo richiesto dal Ministero. Autorizzazione che spero arrivi tempestivamente e non rallenti ulteriormente il processo di vendita più di quanto non sia già avvenuto sinora”.
Intanto il gruppo Piaggio Aerospace, che occupa circa 940 persone, prosegue nei programmi produttivi e commerciali, con alcuni ulteriori ordini prossimi alla firma. Ricordiamo che lo scorso agosto le due società del gruppo hanno ottenuto da Banca Ifis un finanziamento da 30 milioni di euro sotto forma di anticipo contratti e operazioni di factoring, dopo il via libera definitivo ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico e con il benestare del Comitato di Sorveglianza (si veda altro articolo di BeBeez). Dal maggio 2020, oltre che la manutenzione di aerei e motori in dotazione alle flotte governative, è ripartita anche parte della produzione velivoli, dopo che la registrazione da parte della Corte dei Conti ha reso esecutivo il contratto, siglato nel dicembre 2019 con le Forze Armate, per l’acquisto di 9 velivoli P.180 e l’ammodernamento di ulteriori 19 per un portafoglio ordinindi circa 900 milioni di euro.
Piaggio è nata nel 1884 a Genova. Nel 1915 ha avviato la produzione di motori aeronautici e velivoli certificati e nel 1964 è entrata nel mercato jet. Nel 1998 l’azienda è stata rilevata da una cordata di imprenditori di cui faceva parte anche Piero Ferrari, vicepresidente della Ferrari e figlio di Enzo Ferrari, fondatore dell’iconico gruppo del cavallino rampante. Contestualmente era cambiata la sua denominazione in Piaggio Aero Industries, che si è focalizzata sui business aviation e della motoristica aeronautica. Nel 2006 era entrato il nuovo socio Mubadala Development, acquisendo il 35% del capitale (si veda qui il comunicato stampa). Il resto del capitale faceva capo alle famiglie Ferrari e Di Mase (55%), mentre il restante 10% delle azioni era in mano ad alcuni istituti bancari e altri azionisti minori. L’azienda dopo una prima crisi riuscì a risollevarsi, salvo entrare nuovamente in crisi nel 2009, sempre a causa di un nuovo calo degli ordini. Nel novembre 2013, Tata Limited, società britannica del gruppo industriale indiano Tata e Mubadala Development Company erano diventati soci di riferimento di Piaggio Aero Industries avendo sottoscritto, insieme al presidente di Piaggio Piero Ferrari, un aumento di capitale sociale pari a 190 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), con Tata Limited che a quel punto deteneva il 44,5% delle azioni di Piaggio Aero Industries, Mubadala Development il 41% e Piero Ferrari il 2%. Non avendo sottoscritto l’aumento di capitale, la partecipazione in Piaggio Aero della famiglia Di Mase, tramite il fondo HDI, si era ridotta al 12,5%.
Nel 2014 Piaggio Aero Industries e le sue controllate sono passate quasi interamente sotto Mubadala (75% in capo all’emiratina Mdc Pa Cooperatief e 25% di Mubadala Development Company Pjsc), ad eccezione dell’1,95% in mano a Pietro Ferrari, che l’imprenditore ha poi successivamente ceduto a Mubadala. Gli emiri avevano deciso allora di investire 145 milioni di euro in un nuovo stabilimento a Villanova d’Albenga, in provincia di Savona, chiudendo i due storici siti di Finale Ligure e di Sestri Ponente, mentre erano rimaste attive le sedi di Roma e Genova. Piaggio Aerospace aveva chiuso il bilancio del 2015 con perdite per 140 milioni, scese a 79,5 milioni nel 2016.
Nel 2018 il Governo Renzi aveva ordinato da Piaggio 10 sistemi composti da 2 droni P2HH e da una stazione di pilotaggio a terra, per un valore di 776 milioni in 15 anni, oltre ai 58 milioni annui per la manutenzione. Ma il Governo Conte ha annullato la commessa. Si è aperta una trattativa al MISE per erogare una commessa a Piaggio da 250 milioni, riducendo gli ordini da 10 a 4. Nel dicembre 2018 il fondo Mubadala ha quindi richiesto l’amministrazione straordinaria per la società, in quanto “nonostante l’impegno e il duro lavoro di tutti i dipendenti, così come il significativo supporto finanziario sostenuto dal socio nel corso degli anni, le assunzioni fondamentali del piano di risanamento approvato nel 2017 non si sono concretizzate. La continua incertezza e le attuali condizioni di mercato fanno sì che la società non sia più finanziariamente sostenibile” (si veda qui il decreto ministeriale di ammissione all’amministrazione straordinaria). Nel 2018 i debiti di Piaggio ammontavano a 618,8 milioni di euro, a fronte di un fatturato di circa 100 milioni (-66% dal 2014). Il commissario straordinario aveva poi depositato al MISE il Progamma unitario di cessione dei beni aziendali di Piaggio Aero Industries e di Piaggio Aviation nell’agosto 2019, programma che era stato poi approvato dal MISE nel novembre 2019.