Seci, la holding della famiglia Maccaferri, ha presentato giovedì notte al Tribunale di Bologna il piano concordatario, che a differenza di quanto atteso non prevede il sostegno del fondo londinese Taconic Capital. Lo riporta Il Resto del Carlino.
Il fondo londinese dal novembre scorso era in trattativa con Seci per l’erogazione di un finanziamento da 90 milioni di euro per pagare i creditori e soprattutto per rimborsare il bond da 90 milioni di euro emesso nel febbraio 2019 da Seci e garantito dalle azioni delle Manifatture Sigaro Toscano. L’operazione era allo studio per evitare che gli obbligazionisti escutessero il pegno e sfilassero a Seci la proprietà della ricca controllata, che si dice valga circa 200 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Ma, secondo quanto risulta a BeBeez, l’offerta di Taconic prevedeva condizioni di rimborso del debito non soddisfacenti per i creditori e richiedeva la cessione allo stesso fondo del controllo di Seci. Quest’ultima ha pertanto deciso di agire in autonomia, finanziando il piano concordatario con la vendita di alcuni asset.
Il Tribunale di Bologna ha fissato per il 23 marzo l’udienza nella quale deciderà se il piano di concordato in continuità sarà considerato sostenibile o meno, verificando i documenti presentati. Attestatore del piano si dice sia Maurizio Dallocchio, noto docente di corporate finance alla Università Bocconi di Milano.
Seci, peraltro, sotto la guida del nuovo amministratore delegato Giacinto Sarubbi, ha già ceduto alcune controllate, realizzando valori di cessione molto buoni. Agripower, specializzata nella gestione e manutenzione di impianti a biogas, è stata venduta a inizio ottobre 2020 al Gruppo A2A attraverso la controllata Linea Group Holding per 10,1 milioni, prezzo molto superiore alla base d’asta (si veda altro articolo di BeBeez). A fine gennaio si è invece conclusa l’asta per la vendita di asset della controllata Sadam spa, tutti aggiudicati alla società immobiliare romana Gibbi srl per un totale di 2,6 milioni di euro. In particolare Gibbi ha comprato: il 100% di Naturalia Ingredients, società con sede in provincia di Trapani, specializzata nell’estrazione degli zuccheri dalla frutta, in particolare fruttosio e destrosio d’uva, che ha un fatturato di 8 milioni di euro e 18 dipendenti, pagando un milione di euro e impegnandosi a rimborsare 900 mila euro di debito di Naturalia verso Sadam; l’ex sito saccarifero di Castiglion Fiorentino (Arezzo) per 1,4 milioni di euro, rispetto a una base d’asta di 800 mila euro; e l’ex sito saccarifero di Villasor (Cagliari), aggiudicato per 156mila euro. Naturalia e gli altri asset erano stati messi in vendita lo scorso novembre 2020, così come il 50,1% di S.Solar (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima detiene 9 impianti fotovoltaici, tra cui quelli a servizio degli stabilimenti Manifatture Sigaro Toscano (Lucca), Zuccherificio di San Quirico (Parma) e Samp di Bentivoglio (Bologna), con il 49,9% del capitale che nel 2016 era stato acquisito da Vam Investments per 6 milioni di euro parte in aumento di capitale e parte in finanziamento soci. Sempre a fine gennaio la quota di S.Solar in mano a Seci è stata ceduta per 5,9 milioni di euro, cioé 200 mila euro in più rispetto alla base d’asta, ma non è stato reso noto il nome dell’acquirente. Infine, sempre in occasione della medesima asta, è stata ceduta anche la piccola società energetica Eva, titolare di un impianto eolico in Basilicata, che aveva una base d’asta di 250mila euro, è stata rilevata per 450mila euro. Anche in questo caso non è stato reso noto il nome dell’acquirente.
Seci starebbe valutando ora la cessione di alcuni immobili di proprietà di Seci Real Estate, tra cui il gioiello è il polo logistico di Roma nord, dove Amazon ha costruito il maggiore polo logistico del Centrosud. Resta da da definire la cessione di Powercrop, specializzata in impianti di produzione di energia elettrica da biomasse, ex joint venture paritetica tra Enel e Maccaferri, di cui è F2i sgr aveva acquisito il 50% in portafoglio a Enel nel luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Non è invece prevista la vendita di Manifatture Sigaro Toscano (MST), in quanto importante generatore di cassa.
Quanto alle altre società della galassia Maccaferri, ricordiamo che la scorsa settimana una cordata di manager soci di Hvd Partners, gruppo svizzero specializzato in turnaround di aziende in crisi finanziaria, ha presentato un’offerta vincolante per Sampsistemi, azienda in concordato del gruppo Samp, a sua volta parte del Gruppo Maccaferri e specializzata in soluzioni ingegneristiche per la produzione di cavi e fili metallici (si veda altro articolo di BeBeez). Sampsistemi ora ha già presentato il piano di concordato in continuità diretta, che dovrebbe portare a indire al più presto un’asta in tribunale, dopo una verifica di fattibilità dell’offerta di Hvd da parte del giudice.
La dichiarazione di fallimento, che si temeva nelle scorse settimane, pare dunque al momento scongiurata. Inoltre si attende il 12 marzo per capire se potrà entrare nella partita anche Bonfiglioli Riduttori, che ha presentato un’offerta per Sampingranaggi, un’altra delle sei divisioni di Samp messe in concordato nell’autunno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che lo scorso settembre anche la belga Gauder & Co, affiancata da un partner finanziario, aveva inviato una manifestazione di interesse per Sampsistemi e Sampsistemi Extrusion (si veda altro articolo di BeBeez). Obiettivo di Gauder&Co era la ricomposizione nell’ambito di un solo gruppo delle attività industriali nel settore rotating machinery ed extrusion di Sampsistemi con quelli di Setic e Pourtier, che Gauder aveva ceduto a Sampsistemi nell’aprile 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e che poi la stessa Gauder si è ricomprata all’inizio di giugno 2020 (si veda qui Wire Draht Umform).
Intanto, a inizio febbraio 2021 i tedeschi di Emag si sono aggiudicati l’asta competitiva davanti ai tribunali di Bologna e Reggio Emilia dei rami d’azienda della Samputensili Machine Tools (altra società in concordato preventivo che fa capo a Samp) e della Clc di Reggio Emilia che, dopo il fallimento di 2 anni fa, era entrata a far parte come ramo d’azienda del gruppo Samp (si veda altro articolo di BeBeez). L’interesse di Emag per la controllata di Samp era emerso già lo scorso novembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che, contestualmente all’interesse di Emag per Samputensili Machine Tools, a fine novembre 2020, era emerso l’interesse dell’americana StartCutter per Samputensili Cutting Tools. Quest’ultima in passato avrebbe dovuto siglare una joint venture con StartCutter e ora invece StartCutter sta preparando un piano con aumento di capitale con cui, tribunale permettendo, potrebbe rilevare le quote di maggioranza della società italiana, senza passare per un’asta.
Infine, ricordiamo altresì che poco prima del Natale scorso il Tribunale di Bologna aveva bocciato nuovamente, a causa di una serie di costi occulti e clausole penalizzanti per gli altri creditori (si veda altro articolo di BeBeez), il piano predisposto per Officine Maccaferri da Ad Hoc Group (AHG), cioé il gruppo di obbligazionisti che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori Man GLG e Stellex Capital. AHG a inizio dicembre 2020 aveva vinto l’asta indetta dallo stesso Tribunale di Bologna per rilevare il 100% di Officine Maccaferri controllata da Seci (si veda altro articolo di BeBeez).