Azimut, gestore italiano con masse per 70 miliardi di euro, ha lanciato Azimut Token (Azim), il primo token per investire in economia reale, emesso in collaborazione con Sygnum Bank, prima digital asset bank al mondo, autorizzata dagli organi di vigilanza di Svizzera e Singapore (si veda qui il comunicato stampa di Azimut e qui quello di Sygnum Bank).
L’annuncio è stato dato ieri in conferenza stampa, insieme a quello della firma di un accordo negli Stati Uniti per entrare nell’azionariato di HighPost Capital insieme alle famiglie Bezos e Moross, per sviluppare una piattaforma e veicoli di investimento nel private equity specializzati nel settore consumer (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando al token, quest’ultimo sarà emesso attraverso una Security Token Offering (STO) con ID identificativo Azim, sulla piattaforma Desygnate, sviluppata da Sygnum Bank.Ogni token è la rappresentazione digitale di un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, originati sulla piattaforma di Borsa del Credito, partecipata dallo stesso gruppo Azimut, da P101 sgr e GC Holding, la holding che controlla la società di spedizioni Italmondo. I prestiti saranno garantiti al 90% dal Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale (MCC).
Ricordiamo che Azimut nell’aprile 2020 aveva annunciato che avrebbe investito fino a 100 milioni di euro in prestiti alle pmi, utilizzando proprio la tecnologia della piattaforma BorsadelCredito.it (si veda altro articolo di BeBeez). La partnership si è tradotta nella costituzione della newco Azimut Capital Direct srl, che fornirà ad Azimut tutto il supporto tecnologico necessario per erogare finanziamenti a pmi tramite una propria piattaforma.
Tornando ad Azimut Token, l’iniziativa apre una nuova frontiera negli investimenti in economia reale e offre nuovi scenari per la gestione del risparmio dove, attraverso il processo di tokenizzazione, anche gli investimenti solitamente illiquidi, come quelli dei private market, possono diventare liquidi e immediatamente trasferibili grazie alla tecnologia blockchain. Questo nuovo processo, che Azimut per prima in Europa sta realizzando su prestiti alle piccole e medie aziende, porterà anche diretti benefici sui mercati dei capitali, rendendoli più equi ed efficienti, e nella diversificazione dei patrimoni. Inoltre, la possibilità di frazionare il diritto proprietà di un asset finanziario (o reale come nel caso di un immobile o di un’opera d’arte), e assicurarne la trasferibilità agli investitori in modo immediato grazie all’attivazione della distributed ledger technology (DLT), permette di superare i limiti e i costi tipici dell’intermediazione. Tra gli importanti vantaggi dell’utilizzo dei token, oltre la riduzione dei costi e dei tempi di transazione, c’è l’aumento della trasparenza, la democratizzazione degli investimenti non divisibili o il cui valore è spesso inaccessibile per i singoli investitori privati e la riduzione dei rischi di transazione per investitori e per asset manager. Azim sarà utilizzato nella costruzione dei portafogli per i clienti private del gruppo in Italia attraverso una gestione patrimoniale e per i fondi di credito alternativo domiciliati in Lussemburgo e dedicati alla clientela professionale. Il token sarà poi scambiato all’interno della piattaforma totalmente digitale gestita da Sygnum.
Azimut Token rafforza il progetto di banca sintetica annunciato lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez), con cui Azimut intende erogare finanziamenti alle pmi italiane per 1,2 miliardi di euro nel 2021-2025. La banca sintetica inoltre beneficia degli investimenti fintech del Gruppo, e in particolare, di Azimut Capital Tech srl, nata a seguito della partnership siglata nell’aprile 2020 con la fintech Borsa del Credito (si veda altro articolo di BeBeez); Azimut Direct, in partnership con Epic (si veda altro articolo di BeBeez); e il fondo Azimut Digitech Fund, gestito da Azimut Libera Impresa sgr, specializzato in investimenti in produttori di software per l’attività B2B, lanciato nel giugno 2020 in partnership con Gellify (si veda altro articolo di BeBeez), nella quale Azimut aveva investito nell’ottobre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) come lead investor di un round da 15 milioni.
L’emissione di Azimut Token si inserisce nel più ampio progetto sui digital asset di Azimut che prevede, nei prossimi mesi, anche il lancio di:
- Digital Asset Opportunity SCSp: un fondo di venture capital riservato alla clientela professionale e focalizzato su investimenti in round di serie A di fintech nel sud-est Asiatico e in Europa realizzato in co-gestione con Sygnum e SBI, asset manager giapponese con oltre 34,5 miliardi di dollari in gestione e 4.7 miliardi di dollari investiti in private equity globali;
- Digital Asset RAIF: primo fondo italiano e secondo in Europa che investe in cryptocurrencies, digital assets ed equity di società fintech o blockchain-driven, già annunciato a gennaio scorso, e riservato alla clientela professionale.
Il token si inserisce anche nel trend di proposta di investimenti illiquidi alla clientela privata da parte di private banking e asset manager tradizionali. Sempre nell’ambito di questa strategia, questo mese Azimut e SiamoSoci (gestore del portale italiano di crowdfunding Mamacrowd e partecipato al 25% dallo stesso Gruppo Azimut) hanno lanciato ALICrowd, il primo Eltif di venture capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che il gruppo Azimut aveva annunciato nel settembre 2019 una svolta epocale nella sua strategia industriale, con l’obiettivo di investire in private asset almeno 10 miliardi di euro nei successivi 5 anni, lanciando una serie di veicoli di investimento in buona parte dedicata anche al pubblico retail (si veda altro articolo di BeBeez). Azimut ha già investito 2,2 miliardi in economia reale, superando l’obiettivo dei 2 miliardi previsto per fine 2020. La società, attiva dal 1989, fa capo ad Azimut Holding, quotata in Borsa dal 2004.
Giorgio Medda, co-ceo e responsabile dell’asset management, ha commentato: “Riteniamo che la portata dell’innovazione presentata oggi sia assimilabile a quella introdotta con i primi fondi comuni di investimento negli anni Ottanta. Stiamo esplorando nuovi territori che in un futuro non molto lontano rivoluzioneranno l’industria dell’asset management dove gli asset illiquidi, ricercati per le loro performance positive, possono essere resi liquidi e trasferibili consentendo di raggiungere una diversificazione di portafoglio reale e democratica accessibile a tutti gli investitori”.
Gabriele Blei, ceo del Gruppo Azimut, ha aggiunto: “I risultati record del 2020, con un utile netto di 382 milioni di euro e una performance media ponderata netta al cliente di +14% in circa 2 anni, ci permettono di continuare ad investire nell’evoluzione di prodotti e servizi per i nostri clienti che confermano come Azimut sia all’avanguardia anche sul segmento fintech, che avrà sempre più un ruolo centrale per la nostra società.”