TIM, KKR Infrastructure e Fastweb hanno siglato ieri il closing dell’operazione con cui KKR Infrastructure e Fastweb sono entrati nel capitale di FiberCop, la nuova società in cui sono confluite la rete secondaria di TIM (dall’armadio in strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture di TIM (80%) e Fastweb (20%) (si veda qui il comunicato stampa).
Chiomenti e lo Studio Paul Weiss (Londra) hanno assistito KKR sul piano legale. Gianni & Origoni ha invece assistito la direzione legale in house di TIM. EY ha infine assistito KKR per i servizi integrati di due diligence operational e IT, due diligence finanziaria e fiscale.
Ricordiamo che a fine agosto 2020 il Consiglio di amministrazione di TIM aveva approvato l’accordo (si veda altro articolo di BeBeez), come già annunciato da TIM in occasione della semestrale a inizio agosto (si veda altro articolo di BeBeez), che prevedeva l’acquisto da parte di KKR Infrastructure del 37,5% di FiberCop da TIM per un controvalore di 1,8 miliardi, sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro); e la sottoscrizione da parte di Fastweb di azioni FiberCop corrispondenti al 4,5% del capitale della società, mediante conferimento del 20% detenuto in FlashFiber, che è stata ora contestualmente incorporata in FiberCop. TIM quindi che possiede oggi il 58% di FiberCop. Si stima che FiberCop avrà un ebitda di circa 900 milioni di euro ed Ebitda-Capex positivi a partire dal 2025
Per effetto del perfezionamento il Consiglio di amministrazione di FiberCop sarà composto da nove consiglieri di cui cinque designati da TIM, tre da KKR Infrastructure e uno da Fastweb. Massimo Sarmi sarà il presidente e Carlo Filangieri l’amministratore delegato.
L’accordo di TIM con KKR e Fastweb potrà coinvolgere anche altri operatori, come già è previsto dal memorandum of understanding firmato da TIM con Tiscali (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto a KKR, come avviene comunemente in questo genere di operazioni, già a fine novembre 2020 aveva chiamato i grandi sottoscrittori del suo fondo per offrirgli il 30% del veicolo tramite cui KKR oggi detiene, appunto, il37,5% di Fibercop. In particolare si è parlato di Adia, il maggior fondo sovrano di Abu Dhabi, che potrebbe agire attraverso la controllata Infinity Investments (si veda altro articolo di BeBeez).
L’ingresso di KKR e Fastweb nel capitale di FiberCop è il primo passo per la realizzazione di un più ampio progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale, necessaria per lo sviluppo digitale dell’Italia, che coinvolgerà OpenFiber, la società dedicata alla fibra ottica e partecipata pariteticamente da Cdp ed Enel (si veda altro articolo di BeBeez). I Consigli di amministrazione di TIM e di Cassa Depositi e Prestiti lo scorso agosto hanno infatti approvato una lettera d’intenti tra TIM e CDP Equity finalizzata a integrare FiberCop con OpenFiber, per dar vita ad AccessCo, società aperta anche ad altri investitori e destinata a gestire la rete unica nazionale. AccessCo sarà costituita mediante la fusione di FiberCop e di Open Fiber (si veda qui il comunicato stampa di Cdp). Con Enel che ha peraltro deciso di uscire dalla partita e ha deliberato a metà dicembre 2020 di avviare le procedure finalizzate alla cessione di un minimo del 40% e fino al 50% del capitale di Open Fiber a Macquarie Infrastructure & Real Assets, conferendo all’amministratore delegato apposito mandato al riguardo (si veda altro articolo di BeBeez).