45.6 €
Autore: Cloro, Lorenzo Castore
Casa editrice: NFC Edizioni
Anno di pubblicazione: 2021
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
“Luminous phenomena”, la collana NFC Edizioni consacrata alla fotografia internazionale, si arricchisce di un nuovo volume dedicato a Cloro, nome d’arte di un fotografo e art director romano, cofondatore del collettivo internazionale La Bestia Collective, corredato dai testi di presentazione di Martha ter Horst e Lorenzo Castore, che ha costruito anche la sequenza delle immagini. Gli scatti pubblicati nel volume sono l’esito di un percorso di ricerca condotto nel 2020, anno in cui i confini del mondo si sono drasticamente ridotti. Rispetto alla precedente produzione, si nota quindi una maggiore attenzione rivolta alla mise en scène, spesso pensata all’interno delle mura domestiche, che si traduce in inquadrature che rivelano tracce di surrealtà, ma anche nella costruzione di una realtà altra, i cui elementi costitutivi possono essere scomposti e ricomposti. Color cacao, il titolo evoca qualcosa di acido, pungente eppure anche un rimando alla classicità, al mito. Nelle sue immagini, soprattutto nei nudi, si percepisce una tristezza cupa, una ferita profonda interiore, un grande senso di solitudine, difficile da raccontare e insieme una dimensione molto domestica, quotidiana. Il dettaglio è ingigantito e ha un sapore di antico, in parte consumato. Anche la natura non è una presenza gioiosa o rasserenante e, se non inquietante, sembra riflettere il confinamento dell’uomo: quelle piccole piante domestiche diventano come un polmone artificiale accanto alle quali i nudi e i corpi sembrano cristallizzarsi, essere sempre meno di carne. E’ una fotografia molto ‘genuina’ perché non fa appello a teatralizzazioni né ad effetti speciali, non è costruita ma penetra la realtà nel profondo.
«Ho accettato di editare il lavoro di Francesco e poi di scrivere qualcosa a riguardo – scrive Lorenzo Castore – perché le sue fotografie mi hanno trasmesso un’inevitabilità e una fame che è sempre più raro incontrare. Francesco ha cominciato tardi, fotografa da relativamente poco. Ha fatto altre cose, ha avuto un altro lavoro e poi a un certo punto non ne ha potuto più. Esistono delle priorità. Le scelte logiche ok, ma fino ad un certo punto. Francesco ha avuto voglia di altro e ci si è buttato a capofitto. Abbiamo bisogno di anime brillanti e coraggiose che non vuol dire necessariamente sicure di sé e forti. Abbiamo bisogno di scelte estreme, di immagini vitali, di sangue giovane. Basta con l’utilitarismo e con le scelte assennate e calcolate di spiriti vecchi e fiacchi. Un uomo deve fare quello che deve fare. Le foto di Francesco ti piaceranno o non ti piaceranno per tutti i motivi che ti pare ma il cloro brucia e fa sentire gli occhi e questo è quello che conta».
«Le fotografie di Cloro – scrive Martha ter Horst – sembrano carte di Propp mischiate alla rinfusa ma da cui emerge con prepotenza una morfologia della fiaba contemporanea. I suoi tòpoi ricorrono e immortalano frammenti di un non tempo e un non luogo attraverso i quali si muove quasi esclusivamente una sola eroina. La costruzione dell’immagine è evidente, la giustapposizione in dittici è forse invece a posteriori; come piccoli rebus costringono l’osservatore a fermarsi più a lungo nel tentativo di decodificare l’accostamento, a volte lapalissiano ma più spesso indecifrabile, velatamente ironico o spietatamente descrittivo. Il corpo è quasi sempre dominante nella composizione, ma è la composizione il fulcro dell’immagine. Ad aggregare il racconto lo stile, serrato entro parametri precisi: bianchi e neri nettissimi disegnano costellazioni in cui ogni neo, ogni pelo si arrogano il ruolo principale. La grana della materia è visibile a occhio nudo, tradendo ogni aspettativa di nitido realismo e le scene travalicano il visibile diventando quasi tattili. Se ne percepisce la ruvidezza, la temperatura, talvolta addirittura l’odore».
I testi non tipicamente critici che mettono a nudo l’artista, suggerendo prospettive, curiosità, scoprendo un angolo nascosto ci hanno incuriosito oltre le foto, a cominciare dal titolo e dal nome del volume.
Un nome d’arte di per sé non è originale per un artista o uno scrittore ma cloro evoca un acido ma anche qualcosa di antico che assomiglia a quello di una musa, che suona né femminile né maschile
Come nasce la sua attenzione per la fotografia?
“Ho sempre avuto a che fare con le immagini; per lavoro ma anche per una mia attitudine. Disegno molto, sono attratto dalla cultura visiva in generale, non solo dalla fotografia.
Oltre a fotografare faccio il graphic designer, l'art director e l'illustratore. Un ibrido. In fin dei conti fotografare è un atto fisico che racchiude un punto di vista sulla carta unico, uno strumento espressivo statico potentissimo e pieno di possibilità che attuiamo quotidianamente senza rendercene conto. Tornando alla sua domanda, posso dire che la mia attenzione per la fotografia come STRUMENTO è nata apprezzando i lavori seminali di artisti come Man Ray, ma anche tutta la fotografia giapponese fine anni Sessanta e inizi anni Settanta, come il collettivo Provoke, o precursori come Ed Van Der Elsken o lo stesso Anders Petersen. Generalizzando, l'attenzione per la fotografia può equivalere all'attenzione per la vita; si fotografa anche senza avere una macchina fotografica appesa al collo…”.
Quando scatta pensa a raccontare il mondo, a metterlo in luce, a esprimere delle sensazioni o ad altro ancora?
“Paradossalmente credo che ogni storia abbia un potenziale, e ogni storia, anche quella apparentemente più comune e condivisa, può essere un bacino di sorprese e scossoni. L'espressione è sempre bilaterale, quello che io posso trovare simbolico, in una mia ipotetica mitologia personale, può risultare altro agli occhi di chi osserva.
Ed è giusto e sano che sia così. Quando scatto non penso.”
Quando i confini del mondo si restringono i particolari si ingrandiscono come al microscopio ed è quello che mi ha colpito nel libro. Una pianta da interni diventa come un albero perché le sue immagini evocano qualcosa di molto più grande. Qual è il suo punto di vista?
“L'evocazione è qualcosa di personale, ogni individuo ha il suo vocabolario emotivo; fuori e dentro, vicino e lontano o grande e piccolo sono concetti relativi. Possono collimare in presenza di condizioni geografiche/culturali/religiose simili, o disperdersi in rivoli inaspettati a seconda delle sensibilità in azione.”
I suoi nudi sono discreti, lividi, suggeriscono una solitudine profonda. Così per me che guardo. Ma lei cosa vede nel nudo?
“Io non vedo nulla nel nudo. Vedo il corpo e la sua incredibile capacità espressiva. La solitudine, senza nessuna accezione negativa, è una delle rare condizioni che condividiamo con gli altri esseri umani. Sono rammaricato di aver suggerito, non era mia intenzione, anzi detesto chi mi prende per mano senza consenso.”
Nei mesi di giugno e luglio, NFC Edizioni e Cloro organizzeranno una caccia al tesoro internazionale. In palio, una serie limitata di volumi customizzati personalmente dall’autore. Grazie alla partecipazione di alcuni fotografi residenti in diverse città, i libri saranno fotografati e nascosti in luoghi simbolici. Sulla pagina Instagram di “Luminous phenomena” (www.instagram.com/luminousphenomena/) saranno pubblicati gli indizi che condurranno collezionisti ed appassionati al nascondiglio, consentendo loro di recuperare il volume ed aggiungerlo alla propria libreria.
Com’è nata questa idea e soprattutto che valore ha il gioco per lei? “L’idea della caccia al tesoro nasce dalla voglia di condivisione, una sorta di book sharing a senso unico in giro per il mondo. Non smettiamo mai di giocare.”
Chi è Cloro
E’il nome d’arte utilizzato per la ricerca fotografica da Francesco, illustratore, art director e graphic designer, nato a Roma nel 1973. Ha lavorato come direttore artistico nel settore della pubblicità nella prima decade degli anni Duemila. Come illustratore, ha pubblicato i propri lavori ed esposto le proprie opere in alcune gallerie italiane e straniere. Dal 2018 si dedica alla fotografia analogica e digitale. È cofondatore e direttore artistico del collettivo internazionale La Bestia Collective.
a cura di Ilaria Guidantoni