Blue Elephant Energy (BEE), produttore indipendente tedesco di energia da fonti rinnovabili, ha finalizzato l’accordo sull’utilizzo dei terreni in Sicilia, sui quali svilupperà sei progetti fotovoltaici per una capacità complessiva di 119 MW insieme alla società siciliana Green Future, così come annunciato lo scorso marzo (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione riguarda una superficie complessiva di oltre 156 ettari di proprietà originaria di diversi soggetti e i progetti raggiungeranno lo stato di ready-to-build entro la fine del 2022. Watson Farley & Williams ha assistito BEE sia in quest’ultima operazione sia nella strutturazione dell’accordo con Green Future (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che Blue Elephant Energy, con sede ad Amburgo, nel gennaio 2020 aveva ottenuto un finanziamento in project financing del valore di 38,5 milioni di euro dalla banca tedesca Bayern LB (si veda altro articolo di BeBeez). Il denaro è stato impiegato per rifinanziare un portafoglio di parchi fotovoltaici italiani costituito da 5 società veicolo, proprietarie di 7 impianti multisezione. Gli impianti, dalla potenza installata complessiva di 26 MW, sono situati in varie regioni, tra cui Puglia, Lazio, Sicilia, Marche ed Abruzzo. Gli impianti erano stati acquistati da Blue Elephant Energy nel luglio 2019 dal fondo EOS Sicav Plc, gestito da Abraxas Capital Management Ltd.
Sempre in Italia, Blue Elephant nel febbraio 2018 aveva rilevato impianti solari per una capacità di 22 MW, situati nelle Marche e in Abruzzo. Li aveva ceduti il produttore di energia indipendente milanese Viridis Energia srl (si veda qui il comunicato stampa).
Fondato nel 2016, BEE oggi gestisce un portafoglio di impianti fotovoltaici per una capacità complessiva di 1.107 MW. Lo scorso luglio ha annunciato l’ingresso nel capitale da parte di Athos, il family office della famiglia Strüngmann, che ha investito 75 milioni di euro per il 15% e ha acquisito un’opzione per investire un’identica cifra. L’operazione è stata una scelta alternativa all’ipo che era stata prevista per il terzo trimestre dell’anno e che ora invece è stata sospesa (si veda qui il comunicato stampa). Andreas e Thomas Strüngmann avevano fondato la società farmaceutica tedesca Hexal e l’hanno poi venduta a Novartis nel 2005 per 7,5 miliardi di dollari. Da allora conducono investimenti di vari tipo con i loro family office.