Forbes Global Media, editore del notissimo omonimo magazine, si quoterà al NYSE grazie alla business combination con Magnum Opus Acquisition Limited, Spac sponsorizzata da L2 Capital (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori). L’operazione, annunciata ieri, verrà condotta sulla base di un enterprise value del gruppo di 630 milioni di dollari e prevede, nel caso di zero recessi da parte dei soci della Spac, un investimento complessivo di 600 milioni di dollari di capitali, di cui 200 milioni dalla Spac e 400 milioni di dollari dagli investitori istituzionali che aderiranno al contratto PIPE (Private investment in public equity) al prezzo di 10 dollari per azione. Sempre ipotizzando zero recessi, alla fine dell’operazione gli attuali azionisti di Forbes manterranno il 21,7% del capitale del gruppo, che a sua volta incasserà 145 milioni di dollari di capitali freschi.
Shiseido Americas, controllata Usa del colosso della cosmetica giapponese Shiseido, quotato a Tokyo, ha annunciato la vendita dei marchi BareMinerals, Buxom e Laura Mercier per 700 milioni di dollari ad AI Beauty Holdings Ltd, newco di investimento cosmetica controllata da Advent International (si veda qui il comunicato stampa di Advent e qui quello di Shiseido).Al completamento della transazione, Pascal Houdayer, che ha 30 anni di esperienza dirigenziale nel settore della bellezza, ricoprirà il ruolo di amministratore delegato dell’attività autonoma. Lanciato nel 1995, bareMinerals è il leader nei cosmetici a base di minerali. BUXOM, creato nel 2007, è un marchio di cosmetici a colori, classificato tra i primi cinque marchi statunitensi in varie categorie per cosmetici da labbra. Infine il prestigioso marchio di trucco Laura Mercier è stato fondato nel 1996. Ricordiamo che lo scorso febbraio Shiseido aveva invece annunciato la vendita della propria divisione Personal Care (shampoo e cura della pelle a prezzi accessibili) a CVC Capital Partners per 160 miliardi di yen (1,52 miliardi di dollari, si veda qui altro articolo di BeBeez).
Apollo Global Management ha annunciato che investirà 150 milioni di dollari in FlexGen Power Systems, fornitore leader di servizi di integrazione e tecnologia software per soluzioni di accumulo di energia negli Stati Uniti e nel mondo (si veda qui il comunicato stampa). Apollo affiancherà così nel capitale il venture capital Altira Group, già investitore di FlexGen, insieme ai fondatori Jerry Miller e Mark Dreyfus. Lo stoccaggio di energia rappresenta un mercato multimiliardario al centro della transizione energetica. L’integrazione dell’accumulo di energia richiede software e soluzioni tecnologiche che svolgano un ruolo fondamentale nell’adozione delle rinnovabili su larga scala, compensando le sfide di intermittenza e affidabilità che la generazione di energia rinnovabile crea per la rete. Dalla sua fondazione nel 2009, FlexGen ha supportato l’implementazione di oltre 1,2 GWh di sistemi di accumulo di energia negli Stati Uniti ea livello internazionale per i clienti di servizi pubblici, microgrid e C&I. La piattaforma software proprietaria dell’azienda consente ai proprietari di accumulatori di energia di implementare varie strategie di mercato dell’energia e combinare soluzioni di accumulo con qualsiasi forma di generazione.
Commonfund Capital ha chiuso la raccolta del suo terzo fondo di co-investimento di private equityCommonfund Capital Co-investment Opportunities III, a quota 160 milioni di dollari, al di sopra del suo obiettivo di 150 milioni di dollari (si veda qui the middlemarket). Il fondo ha avuto la partecipazione di investitori esistenti e una serie di nuovi soci istituzionali limitati tra cui fondazioni, fondi di dotazione, family office e clienti sofisticati di consulenti e consulenti di investimento registrati. “La combinazione delle nostre relazioni e dell’accesso con il settore e la nostra attenzione su un sottoinsieme di quelli che riteniamo siano settori interessanti e resilienti dovrebbero consentirci di ottenere i rendimenti desiderati per i nostri investitori”. ha affermato Mark Hoeing, managing director responsabile del private equity, che ha aggiunto: “Apprezziamo molto il continuo supporto degli investitori esistenti e diamo il benvenuto a nuovi investitori nel nostro terzo fondo di co-investimento dedicato”. Il fondo investirà in società del lower mid-market in una fase di sviluppo. Sebbene il fondo potrà essere geograficamente opportunistico, avrà focus principale su Stati Uniti ed Europa.
Hg, uno dei principali investitori globali di software e servizi, ha acquisito la maggioranza di Serrala, una società specializzata in software per automazione finanziaria e pagamenti B2B (si veda qui il comunicato stampa). A seguito della transazione, il ceo di Serrala, Sven Lindemann, e il precedente azionista di controllo Waterland, manterranno significative quote di minoranza. Fondata nel 1984 e con sede ad Amburgo, in Germania, Serrala fornisce soluzioni software per l’automazione finanziaria e i pagamenti B2B a clienti aziendali di medie e grandi dimensioni a livello globale, con una forte presenza in Europa e negli Stati Uniti. Serrala è un’azienda in rapida crescita con uffici globali in Nord America, Europa e Asia e oltre 700 dipendenti. Oggi Serrala guida l’innovazione per più di 2.800 clienti, tra cui più di 100 dell’S&P500 e circa due terzi delle società quotate al DAX. Per Hg questo investimento fa seguito a due decenni di esperienza nella crescita delle attività di tecnologia fiscale e contabile in Europa e Nord America.
Toshiba Corp sarebbe in trattative con almeno quattro società di private equity globali e cioé con KKR, Blackstone, Bain Capital e Brookfield (si veda qui Reuters), per studiare una qualche soluzione dopo una serie di scandali che hanno coinvolto il management, in particolare l’amministratore delegato Nobuaki Kurumatani, e che hanno spinto i fondi attivisti azionisti a chiedere un cambio di governance. Ricordiamo che già a inizio aprile Toshiba stava valutando un’offerta da 20 miliardi di dollari da parte di CVC Capital Partners, che si era alleata con Japan Investment Corp e con la Development Bank of Japan, entrambe entità a controllo pubblico, con l’obiettivo di delistare il gruppo dalla Borsa di Tokyo (si veda altro articolo di BeBeez). Un paio di settimane dopo, però, CVC aveva ritirato la sua offerta (si veda qui il comunicato stampa) e la girandola di rumor era ripresa. Già allora si era iniziato a parlare di KKR e Brookfield.