Fidia spa, società torinese leader nella tecnologia del controllo numerico e dei sistemi integrati per il calcolo, la scansione e la fresatura di forme complesse, quotata all’MTA di Piazza Affari, ha depositato ieri istanza di concordato preventivo presso il Tribunale di Ivrea (si veda qui il comunicato stampa), sulla base di un piano che prevede l’intervento del nuovo investitore finanziario Negma Group, specializzato in strumenti ibridi di debito ed equity, insieme a FAI Futuro all’Impresa, società milanese di advisory e di investimenti specializzata nelle operazioni di m&a e di restructuring, al fianco dell’imprenditore Giuseppe Morfino, cui attualmente fa capo il 52,03% del capitale (lo 0,2% sono azioni proprie e il resto è flottante).
L’accordo con Negma e FAI era stato comunicato da Fidia nei giorni scorsi, contestualmente all’annuncio della decisione da parte del Consiglio di amministrazione circa la presentazione al Tribunale del piano e della proposta concordataria (si veda qui il comunicato stampa). Nelle prossime due-tre settimane è attesa quindi la decisione del Tribunale circa l’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità. Dopodiché, come sempre, la palla passerà ai creditori che dovranno votare il piano e, se questo verrà approvato, allora arriverà l’omologa del concordato da parte del Tribunale. Un iter che dovrebbe portare l’operazione a concludersi a primavera inoltrata.
Ricordiamo che il Tribunale di Ivrea aveva ammesso Fidia alla procedura di concordato preventivo in bianco il 1° dicembre 2020 e aveva concesso il termine di 120 giorni per presentare la proposta definitiva di concordato preventivo, il piano e la documentazione oppure una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti (si veda qui il comunicato stampa). La data originaria del 31 marzo 2021 era stata poi prorogata più volte sino alla data ultima dello scorso 29 settembre.
Gli investitori FAI e Negma sono assistiti sul piano legale dallo studio Doria STA e da Gianni Origoni Grippo, mentre i profili regolamentari relativi al POC sono stati seguiti dallo studio legale DWF. Sul fronte finanziario la società è supportata direttamente dal suo vicepresidente Dino Dentis, noto commercialista torinese.
La manovra finanziaria alla base del piano e della proposta concordataria, su cui si è già espresso favorevolmente anche l’attestatore indipendente, Luca Poma, prevede nel dettaglio:
- la costituzione di una newco da parte di FAI, che delibererà un aumento di capitale per un totale di 4,1 milioni di euro, di cui 2,1 milioni saranno sottoscritti da Giuseppe Morfino mediante conferimento in natura di tutte le proprie azioni attualmente detenute nel capitale sociale di Fidia e che per i restanti 2 milioni sarà sottoscritto da Negma; in modo tale che all’esito dell’aumento di capitale, la newco sarà controllata al 55% da Negma e partecipata al 25% da FAI e al 20% da Morfino;
- dopo il provvedimento di omologa del concordato, l’emissione da parte di Fidia di un prestito obbligazionario convertibile cum warrant (POC) per un massimo di 10 milioni di euro, che verrà interamente sottoscritto da Negma;
- dopo il provvedimento di omologa del concordato, un aumento di capitale sociale di Fidia da 14 milioni di euro, di cui 2 milioni saranno versati in denaro dalla newco, 10 milioni destinati alla conversione del POC sottoscritto da Negma e altri 2 milioni a servizio dei warrant incorporati nel POC;
- all’esito dell’operazione, la newco verrà liquidata con contestuale assegnazione ai propri soci delle azioni detenute nel capitale sociale di Fidia, in misura proporzionale alle rispettive partecipazioni detenute da ciascuno nella newco;
- dopo il provvedimento di omologa del concordato, Morfino metterà a disposizione a una categoria di determinati fornitori di Fidia una porzione pari al 50% delle proprie azioni di Fidia (impegno Morfino).
All’esito dell’operazione, quindi, l’azionariato di Fidia sarà completamente diverso da oggi, con il mercato che verrà diluito rispetto all’attuale 47,5% verso una percentuale che potrà essere indicativamente attorno al 35%, ma che dipenderà, da un lato, dal prezzo di borsa delle azioni Fidia al momento dell’aumento di capitale e dall’altro dallo sconto al quale verrà deliberato quello stesso aumento. Oggi Fidia quota al prezzo di x euro per azione, pari a una capitalizzazione di circa 11 milioni di euro.
In ogni caso, ha spiegato a BeBeez Luigi Maniglio, senior partner FAI responsabile dell’area restructuring di FAI – Futuro all’Impresa, “l’obiettivo è mantenere quotata la società, che a termine dell’operazione sarà senza debiti e in via di ristrutturazione e quindi sarà un’ottima piattaforma di aggregazione, visto che sul mercato sono molte le società del settore che sono entrate in crisi a causa dei problemi innescati dal lockdown per la pandemia”.
In particolare, infatti, Fidia aveva già problemi prima dello scoppio della pandemia, ma la situazione è deflagrata nel corso del 2020, soprattutto per il crollo degli ordini da parte dei clienti del settore aeronautico, a sua volta uno dei più colpiti dal lockdown. Il gruppo Fidia aveva chiuso il 2019 con 45,8 milioni di euro di ricavi consolidati (-20,7% dal 2018), un ebitda negativo per un milione (contro 1,22 milioni di ebitda positivo) e un debito finanziario netto di 12,6 milioni (si veda qui il bilancio 2019), ma il primo semestre 2020 aveva visto crollare i ricavi del 40% a 12,5 milioni dai 20,88 milioni del primo semestre 2019, con un ebitda negativo per 1,5 milioni e un debito finanziario netto di 14,2 milioni (si veda qui la semestrale 2020). Quanto al debito, a fine agosto quello della capogruppo era di 12,8 milioni di euro, in calo dai 16,8 milioni di fine 2019 e dai 13,2 milioni di fine 2020, mentre a livello di gruppo era di 9,8 milioni, in calo dai 12,6 milioni di fine 2019 e dai 10 milioni di fine 2020 (si veda qui il comunicato stampa).
Con le risorse dell’aumento di capitale, Fidia rimborserà integralmente, oltre ai crediti prededucibili maturati nel corso della procedura concordataria, anche i crediti privilegiati generali entro un anno dall’omologa, mentre rimborserà solo in parte i crediti chirografari. In particolare, un gruppo di crediti chirografari verranno saranno soddisfatti al 10,15% entro il 29 febbraio 2024 e un altro gruppo di crediti chirografari, oltre alla misura garantita del 10,15% entro il 29 febbraio 2024, verranno soddisfatti dall’ulteriore attivo derivante dall’esecuzione dell’impegno Morfino.
Luigi Maniglio, senior partner FAI responsabile dell’area restructuring di FAI – Futuro all’Impresa ha commentato: “Il piano industriale e finanziario che abbiamo studiato per Fidia è volto a far emergere il potenziale di crescita di un’azienda che ha rappresentato un’eccellenza non solo nel proprio settore e nel proprio territorio, ma per tutto il tessuto industriale italiano. Sono molte le aziende di grande valore industriale che vivono un momento contingente di difficoltà finanziaria e che necessitano, per preservare la propria realtà e aprirsi un nuovo percorso di crescita di partner strategici che sappiano mettere a disposizione non solo risorse economiche ma anche esperienza, professionalità e conoscenza del business”.
Fondata nel 2008 da Guglielmo Ruggeri ed Enrico Scio, FAI è promossa e gestita da
imprenditori, manager e consulenti direzionali che, grazie alla loro esperienza e competenza, affiancano le
imprese nelle più importanti scelte aziendali di finanza straordinaria. FAI non è un advisor puro, ma appunto, come nel caso di Fidia, si propone anche come co-investitore in imprese in crisi, proponendosi come interlocutore chiave nelle operazioni di turnaround, al fianco dei nuovi investitori e/o degli imprenditori, lavoro che viene compensato con una partecipazione al capitale delle aziende in questione.