Investindustrial starebbe preparando il beauty contest per scegliere gli advisor che lo possano affiancare nel scegliere il percorso migliore per il futuro della controllata Ceme, leader nel settore dei componenti per elettrodomestici, in portafoglio al fondo Investindustrial VI. Lo scrive ll Sole 24 Ore.
I tempi potrebbero infatti essere maturi sia per una vendita a un soggetto industriale o a un altro fondo sia per una quotazione. Ricordiamo che Investindustrial aveva acquisito il 97% della società nel dicembre 2017 per 285 milioni di euro da Investcorp, sulla base di un fatturato atteso per quell’anno di 150 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Investcorp a sua volta aveva acquisito Ceme nel 2008 dall’allora Barclays Private Equity (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Dal momento dell’acquisizione da parte del gruppo di private equity fondato da Andrea Bonomi a fine 2017, Ceme è cresciuta in maniera importante, anche grazie ad acquisizioni. L’ultima risale allo scorso marzo, quando il gruppo ha comprato il 100% di Ode, storica realtà industriale fondata nel 1960 a Esino Lario (Lecco), che oggi conta su tre stabilimenti, circa 750 dipendenti e un fatturato superiore agli 80 milioni di euro. A vendere è stato il gruppo Defond di Hong Kong, tra i leader mondiali nella produzione di valvole elettromeccaniche per varie applicazioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Fondata nel 1974 e con sede a Trivolzio (Pavia), Ceme è un’azienda meccatronica leader nel mercato della produzione di pompe ad alta e bassa pressione, valvole in ottone e plastica, pressostati e flussostati che permettono il controllo del passaggio di ogni tipo di fluido: acqua, gas, vapore o aria. Il mercato principale è costituito dalle macchine per il caffè, da quelle domestiche a uso privato fino a quelle professionali, segmenti nei quali Ceme è leader assoluto. Altri comparti di applicazione dei suoi prodotti sono lo stiro, il condizionamento dell’aria e il water-management. Tre i poli produttivi: Trivolzio (Pavia), Tarquinia (Viterbo) e Zhong-Shan (Cina). Gli stabilimenti che impiegano complessivamente 900 dipendenti sfornano ogni anno circa 40 milioni di pezzi, distribuiti in 70 Paesi, grazie a una fitta rete commerciale di distributori, per un fatturato che nel 2020 si è attestato a 172,4 milioni di euro (da 157,1 milioni nel 2019), con un ebitda di 35,4 milioni (da 24,7 milioni) e un debito finanziario netto di 102,3 milioni (da 130,8 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Ma questi numeri, grazie al contributo di Ode, nel 2021 sono evidentemente attesi in crescita.