Sidereus Space Dynamics, startup napoletana focalizzata sulle tecnologie innovative per il trasporto spaziale, ha incassato un round da 1,5 milioni di euro. Lo hanno sottoscritto Cdp Venture Capital sgr tramite il Fondo Italia Venture II, e il fondo Primo Space, gestito da Primo Ventures sgr, ossia l’ex Primomiglio sgr, che intanto ha raggiunto gli 85 milioni di euro di raccolta, battendo il target originario di 80 milioni (si veda qui il comunicato stampa di Primo Ventures e qui quello di Sidereus).
Primo Space Fund aveva effettuato il suo primo closing a 58 milioni nel luglio 2020, grazie agli impegni degli anchor investor FEI (30 milioni) e Cdp Venture Capital sgr (21 milioni), a cui si sono affiancati Compagnia di San Paolo, Luigi Rossi Luciani sapa, Banca Sella e lo stesso team di gestione della sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Primo Space è uno dei pochi fondi specializzati al mondo, il primo in Europa continentale, specializzato nell’industria spaziale di nuova generazione.
Sidereus Space Dynamics è impegnata nello sviluppo del lanciatore orbitale EOS, sfruttando la miniaturizzazione e la standardizzazione delle parti e dei processi produttivi in modo da ottenere una riduzione dei costi di lancio. In particolare, l’innovativa azienda partneopea si propone di sviluppare dei lanciatori piccoli (3,5 m di altezza), leggeri ed economici, in grado di mettere in orbita carichi paganti di limitate dimensioni ma da un’ampia gamma di siti di lenacio e con breve preavviso. Con questo round l’azienda proseguirà nello sviluppo del secondo prototipo.
“La new space economy è molto più di una semplice tendenza, in questi anni siamo davanti ad un periodo storico estremamente significativo per il nostro futuro. Sono proprio le tecnologie che le aziende del
settore oggi stanno sviluppando quelle che ci consentiranno di compiere nei prossimi anni il salto
planetario, tuttavia, gli sforzi attuali per lo sviluppo di sistemi di lancio orbitali sono tutti basati sugli
approcci tecnologici di 60 anni fa”, ha commentato Mattia Barbarossa, fondatore e ceo di Sidereus.
I general partner di Primo Space, Matteo Cascinari, Raffaele Mauro e Giorgio Minola, hanno commentato: “Già nell’anno del debutto Primo Space è diventato un nodo fondamentale per lo sviluppo della space economy in Italia e nel mondo. In futuro, ci poniamo traguardi ancora più ambiziosi e intendiamo supportare la prossima generazione di imprenditori nella loro crescita”.
A fine settembre Primo Space e G-nous, azienda italiana specializzata in servizi per il settore spaziale, hanno lanciato la prima edizione di Quasar, una open call per startup italiane attive nel settore spaziale, che si chiuderà il prossimo 22 ottobre (si veda qui il comunicato stampa). L’iniziativa punta a facilitare lo sviluppo di queste realtà attraverso un percorso personalizzato e l’accesso al network delle eccellenze del settore. I sei team più promettenti avranno la possibilità di intraprendere un percorso di mentoring su misura, con esperti che li accompagneranno fino a un evento finale, in cui le startup potranno presentarsi a investitori, istituzioni e aziende del settore.
Nel luglio scorso, invece, Primo Space ha siglato un’accordo con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), organizzazione internazionale cui aderiscono 22 Stati, la cui missione consiste nello sviluppo delle capacità spaziali continentali, per sostenere la crescita di startup attive nel trasporto spaziale con finalità commerciali e per l’osservazione della Terra dallo spazio (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel suo primo anno di vita, Primo Space ha concluso 6 operazioni di investimento, collocando complessivamente 8,1 milioni di capitale in:
- Aiko Space, società torinese che sviluppa algoritmi di intelligenza artificiale per rendere le missioni spaziali sempre più autonome;
- Leaf Space, società basata a Lomazzo (Como) attiva nel settore delle ground station per satelliti di piccole dimensioni;
- Pangea Aerospace, società spagnola che produce un motore per razzi del tipo aerospike in stampa 3D e un sistema di rientro per piccoli lanciatori;
- Astrocast, società svizzera che sta costruendo una costellazione di satelliti per IOT e quotata lo scorso agosto alla borsa di Oslo nel segmento Euronext Growth, dopo aver raccolto 45 milioni di franchi svizzeri dagli investitori (si veda qui il comunicato stampa). L’investimento in Astrocast non era stato annunciato prima in Italia da Primo Space, ma è stato condotto in pre-ipo al fianco del gruppo di investitori guidati dal venture capital Usa Adit Ventures e al quale hanno partecipato anche Palantir, specialista nella costruzione di sistemi operativi aziendali, e il private equity svizzero DAA Capital Partners, quest’ultimo già presente nel capitale di Astrocast. Tra gli investitori già presenti nel capitale della scaleup svizzera ci sono anche Airbus Ventures e Verve, oltre a vari family office svizzeri.
- Caracol, società di Lomazzo (Como), che sviluppa tecnologie di manifattura additiva tramite supporti robotici, attiva nella stampa 3D di componenti ad alte prestazioni.