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Ha chiuso con un calo dello 0,72% a 16,62 euro ieri il titolo La Doria a Piazza Affari, senza quindi grandi scossoni dopo l’annuncio dell’accordo siglato dalla famiglia Ferraioli per la vendita a Investindustrial del 63,13% del capitale del gruppo italiano che è il primo produttore europeo di legumi conservati, di pelati e polpa di pomodoro nel canale retail e tra i principali produttori italiani di succhi e bevande a base di frutta (si veda qui il comunicato stampa).
Nell’operazione, Investindustrial si avvale della consulenza dello studio legale Chiomenti come consulente legale e di Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking) in qualità di advisor finanziario e principale banca finanziatrice dell’operazione. Gli azionisti di La Doria sono assistiti da Vitale & CO in qualità di advisor finanziario, dallo Studio Giliberti Triscornia e Associati come consulente legale e di Ernst & Young come advisor per l’attività di financial vendor due diligence.
L’annuncio è arrivato mercoledì 27 ottobre, a borsa chiusa, ed era atteso dopo che lo scorso 19 ottobre la società aveva aggiornato il mercato sul fatto che il periodo di trattativa esclusiva era stato esteso sino al 30 ottobre (si veda qui il comunicato stampa). A fine settembre la società aveva confermato i rumor sull’esistenza delle trattative e poi era crollata in borsa del 12,45% (si veda altro articolo di BeBeez), perché la nota precisava anche che l’accordo, ancora in corso di negoziazione, prevedeva che il fondo avrebbe pagato alla famiglia un prezzo di soli 16,50 euro per azione. I rumor sulle trattative si erano diffusi venerdì mattina e avevano portato il titolo a chiudere la sessione di Borsa con un balzo del 10,08% (si veda altro articolo di BeBeez).
Il prezzo offerto era iinfatti inferiore a quello di 17,66 euro al quale aveva chiuso il titolo La Doria il 23 settembre, cioé il giorno prima della diffusione dei rumor. Da qui la delusione del mercato, che si aspettava una valutazione vicina ai 680-700 milioni di euro e che invece si era trovato a fare i conti con un enterprise value di poco inferiore a 600 milioni. Il prezzo dell’operazione riconosce a La Doria un enterprise value di 7,2 volte l’ebitda previsto per il 2021, contro una media delle aziende comparabili, al 30 giugno 2021, di 12,2 volte.
La Doria ha chiuso il 2020 con ricavi consolidati per 848,1 milioni (di cui il 97% generato dalle private label per i principali retailer nazionali e internazionali), un ebitda di 83,1 milioni e un debito finanziario netto di 140,2 milioni (si veda qui il comunicato stampa), e ha archiviato il primo semestre del 2021 con un fatturato di 423,8 milioni (-4,1% dai 441,8 milioni a fine giugno 2020), un ebitda di 41,7 milioni (+22% da 34,2 milioni) e un debito finanziario netto sceso a 82,4 milioni, grazie alla forte generazione di cassa (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, si legge nella nota di mercoledì 27 ottobre, Amalfi Holding, società che fa capo al fondo Investindustrial VII, acquisirà il 63,13% di La Doria dalla famiglia Ferraioli a un prezzo di 322,9 milioni di euro, appunto corrispondente a 16,50 euro per azione. A vendere saranno personalmente Antonio Ferraioli e Andrea Ferraioli (0,67% del capitale di La Doria) e le holding della famiglia Ferraioli (che complessivamente detengono il 62,462%). Al closing, previsto entro fine gennaio 2022, Antonio e Rosa Ferraioli reinvestiranno in Amalfi Holding per il 30%, mentre gli altri membri della famiglia, cioè Andrea, Giovanna, Iolanda, Raffaella e Teresa Maria Rosaria Ferraioli investiranno in Amalfi per il 5%. Con effetto del closing, entrerà in carica un nuovo consiglio di amministrazione. Anche dopo il closing, Antonio Ferraioli manterrà la carica di amministratore delegato, in continuità con la precedente gestione.
In seguito alla compravendita, Amalfi sarà tenuta a promuovere un’offerta pubblica di acquisto (opa) totalitaria sulle restanti azioni La Doria al prezzo appunto di 16,50 euro per ciascuna azione (corrispondente al prezzo dell’odierna operazione). In seguito alla chiusura dell’opa, l’acquirente intende perseguire il delisting delle azioni di La Doria dallo Star. Il delisting sarebbe l’ennesimo condotto quest’anno su un’azienda quotata a Piazza Affari e guidato da un fondo di private equity (sul tema si veda l’Insight View di BeBeez dello scorso 28 giugno, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
Antonio Ferraioli, presidente di La Doria, ha dichiarato: “L’operazione rappresenta una grande opportunità per la società e i suoi dipendenti con una nuova fase tutta improntata alla crescita ulteriore sia per linee interne che esterne. La Doria ha tenuto negli ultimi 40 anni una traiettoria di continua crescita, affermandosi a livello europeo nei propri segmenti di mercato e l’auspicato ingresso di Investindustrial rientra nella nostra strategia di sviluppo e consentirà alla società di espandere ulteriormente il suo raggio di attività per candidarsi a divenire una piattaforma di aggregazione del settore in cui opera. La famiglia Ferraioli crede fermamente nelle potenzialità del gruppo e continuerà ad essere coinvolta attivamente nella gestione della società. Lo dimostra il fatto che alcuni degli attuali soci manterranno una quota di partecipazione rilevante”.
Andrea Bonomi, presidente dell’industrial advisory board di Investindustrial, ha commentato: “La Doria rappresenta una sintesi perfetta della tipologia di investimenti che Investindustrial predilige: azienda familiare di medie dimensioni in un settore strategico e in forte evoluzione come quello del food, dove l’Italia rappresenta un’eccellenza nel mondo e in cui Investindustrial intende giocare un ruolo da protagonista con un particolare focus sulla sostenibilità, tematica a cui prestiamo da sempre grande attenzione. Vogliamo supportare La Doria con un progetto di crescita condiviso che si svilupperà nel corso degli anni e un investimento significativo che consenta un ulteriore consolidamento della sua leadership nel settore food & beverage, oltre a un rafforzamento del posizionamento internazionale dell’azienda attraverso la penetrazione di nuovi mercati e canali distributivi”.
Investindustrial in 30 anni è divenuto uno dei principali investitori europei in private equity con 11 miliardi di euro di fondi raccolti. Quella su La Doria è solo l’ultima di una serie di grandi operazioni effettuate nel solo 2021 da Investindustrial, come la contrastata opa e il delisting lo scorso luglio di Guala Closures (si veda altro articolo di BeBeez) e l’annuncio della business combination sempre lo scorso luglio tra la Spac Investindustrial Acquisition Corp ed Ermenegildo Zegna, che porterà il gruppo italiano in Borsa al New York Stock Exchange (si veda altro articolo di BeBeez).
Investindustrial è uno degli investitori monitorati da BeBeez Private Data,
il database del private capital di BeBeez, sviluppato in collaborazione con FSI
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