Canepa, storico produttore di seta di San Fermo della Battaglia (Como), ha raccolto 18 milioni di euro sia in equity sia in debito, sottoscritti da AZ Eltif Capital Solutions, Invitalia e lo stesso azionista di maggioranza dell’azienda, Michele Canepa (si veda qui il comunicato stampa). AZ Eltif Capital Solutions è il veicolo nato dalla partnership tra Muzinich & Co. sgr (nuovo nome di Springrowth Capital sgr, si veda altro articolo di BeBeez) e Azimut, di cui era stato annunciato nel giugno scorso il closing a 147,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto a Invitalia, investirà tramite il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio (qui il testo coordinato del Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 n. 34 con la legge di conversione 17 luglio 2020 n. 77), che comprerà una quota di minoranza di Canepa. L’operazione, primo deal chiuso sia per il nuovo Eltif sia per il Fondo di Salvaguardia era stata annunciata nel luglio scorso anche se non ne era stato reso noto l’importo (si veda altro articolo di BeBeez).
La partecipazione del Fondo di Salvaguardia all’imminente operazione di rilancio era già stata anticipata dalla società lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez), ma allora Canepa aveva annunciato che l’altro investitore sarebbe stato una “società di partecipazione industriale d’investimento di diritto tedesco basata a Monaco di Baviera, che opera sin dagli anni ‘90 in acquisizioni maggioritarie di società di grandi e medie dimensioni” e “da sempre specializzato in operazioni di ristrutturazione”. Il nome dell’investitore tedesco non era stato svelato, ma si parlava di Certina Holding. Evidentemente le trattative con il fondo tedesco non sono poi andate a buon fine.
L’operazione permette l’attivazione del piano di rilancio aziendale, in quanto consente a Canepa di rispettare gli impegni presi con i creditori a seguito dell’omologa del concordato preventivo avvenuta nel febbraio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Il Tribunale di Como aveva omologato il concordato, dopo che nel dicembre 2019 l’azienda aveva ottenuto il via libera al piano di rilancio, proposto dallo stesso Canepa, da oltre il 50% dei creditori (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre lo scorso anno l’attuale management dell’azienda aveva poi iniziato a mettere in atto un programma di azioni propedeutiche all’ingresso del nuovo partner e aveva investito in interventi di rinnovamento della forza lavoro.
Giorgio Medda, co-ceo e head of global asset management di Azimut, ha dichiarato: “Con questo primo intervento concretizziamo il modello di business che avevamo annunciato al mercato in fase di lancio AZ Eltif Capital Solutions focalizzato su una strategia di recovery finance con cui ci affianchiamo alle imprese sane in difficoltà transitoria e, intervenendo con nuova finanza, permettiamo loro di mettersi nella posizione di superare la crisi. AZ Eltif Capital Solutions è uno dei prodotti che alimenta il nostro progetto di neofinancing, basato sull’attività di raccolta e impiego di risorse finanziarie integrato con l’uso della tecnologia, con il quale abbiamo già erogato quest’anno finanziamenti per 300 milioni di euro, con un obiettivo per il 2022 di 1,1 miliardi”.
Marcello Villa, co-head del business capital solutions di Muzinich che guida le attività di investimento del fondo, ha affermato: “Crediamo fortemente nel potenziale di Canepa, che è una realtà storica del tessuto imprenditoriale italiano, riconosciuta dalle principali maison globali per la qualità e la creatività dei suoi prodotti. Quando abbiamo iniziato il nostro processo di valutazione dell’operazione, la società versava in una situazione di grave difficoltà. Per poter salvaguardare l’azienda ed i livelli occupazionali era necessario intervenire in modo tempestivo e flessibile con apporto di nuova finanza sia sotto forma di finanziamento che aumento di capitale. Muzinich e Invitalia si sono allineate a Michele Canepa definendo insieme a lui una struttura finanziaria sostenibile tale da consentire all’azienda di avviare un percorso di rilancio”.
Ernesto Somma, responsabile area incentivi e innovazione di Invitalia, ha commentato: “L’operazione costituisce il primo closing del Fondo Salvaguardia Imprese, che consente di tutelare una realtà storica del territorio nazionale e di salvaguardare maestranze e professionalità di alto spessore. Il fondo, operativo da febbraio, ha al suo attivo 7 operazioni già deliberate (per esempio Corneliani, ma probabilmente anche Grotto e Walcor, ndr) e rappresenta una risposta concreta a supporto di un tessuto imprenditoriale fortemente colpito dalla crisi pandemica. Con i suoi strumenti, Invitalia continuerà a sostenere il made in Italy e a fornire risposte tempestive per la risoluzione dei tavoli di crisi. Il supporto istituzionale, unitamente all’attivazione di capitali privati, è un volano per sostenere le tante nostre realtà produttive anche di solida e importante tradizione. Con una dotazione del Mise di 300 milioni di euro, il Fondo Salvaguardia Imprese risponde proprio a questa esigenza garantendo la continuità di impresa e salvaguardando l’occupazione.”
Ricordiamo che Michele Canepa, affiancato dal manager Maurizio Ceriani, aveva ricomprato l’azienda di famiglia nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). A vederla era stato il fondo Dea CCR II gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr. Il fondo aveva inizialmente acquisito nel 2017 dalle banche creditrici il 75% dei crediti a medio-lungo termine, insieme ai crediti di altre otto aziende (Snaidero, Calvi, Pieralisi, Grotto, Biokimica, Trend Group, Consorzio Latte Virgilio e Zucchi, si veda altro articolo di BeBeez). A fine maggio 2018 Dea CCR II aveva poi annunciato che, a seguito della firma di un accordo di ristrutturazione dei debiti siglato con le banche, sarebbe andato al controllo di Canepa, acquisendo il 67% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva promesso di investire nuova finanza per 19 milioni di euro nel piano industriale di rilancio. A quel punto era stata depositata in tribunale domanda di concordato in bianco per Canepa e contestualmente il fondo aveva iniziato la ricerca di un nuovo partner industriale (si veda altro articolo di BeBeez). Quindi si era fatto avanti Michele Canepa.
Il gruppo Canepa ha sede a San Fermo della Battaglia (Como) ed è stato fondato nel 1966 dall’omonima famiglia. L’azienda è nata come produttore di tessuti serici, attività in cui è diventata leader mondiale nella fascia alta del mercato. A questa attività ha affiancato la produzione di un’ampia gamma di tessuti pregiati di altre fibre naturali, come il cachemire, la lana, il cotone, il lino, la canapa. Inoltre, produce tessuti per l’arredamento e possiede i marchi Fiorio, La Rana e Tino Cosma, che commercializzano direttamente cravatte, sciarpe e costumi da bagno. Gestisce anche licenze di distribuzione per marchi nazionali e internazionali. Opera nei due insediamenti industriali di San Fermo della Battaglia (Como) e Melpignano (Lecce).
L’azienda ha chiuso il 2019 con 35,75 milioni di euro di fatturato (da 54,1 milioni nel 2018), un ebitda negativo di 7,7 milioni (da 12,1 milioni) e un debito netto di 4,4 milioni (da 8 milioni) (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).