E’ in rampa di lancio il fondo di fondi di venture capital e private equity da un miliardo di euro dedicato alla space economy e promosso dalla Commissione europea, nell’ambito della Cassini Space Entrepreneurship Initiative, il progetto europeo per supportare startup e pmi innovative nel settore spaziale nel periodo 2021-2027 (si veda qui la presentazione del progetto).
Fulcro del progetto Cassini è appunto un fondo per investimenti seed e growth, al quale si affiancano hackathon e tutoraggio, partnership, matchmaking, un business accelerator e validazioni di progetti in orbita. L’iniziativa copre tutta la filiera del settore spaziale sia a monte (es. nanosat, lanciatori) sia a valle (es. prodotti/servizi abilitati dai dati spaziali).
Ugo Celestino, Policy Officer for Space Research, Innovation and Start-ups della DG Defence Industry & Space della Commissione UE, ha spiegato: “Da qualche tempo, con l’avvento del New Space anche in Europa e in Italia, abbiamo sempre più investitori privati interessati al settore spaziale, sia upstream che downstream. Direi addirittura che comincia ad abbondare il seed & early funding, mentre quello che ancora scarseggia sono gli investitori per i round successivi, quando le aziende non sono più startup e devono fare il salto di crescita (anche tramite acquisizioni), quando cercano tranches di finanziamento superiori ai 20, 30 e pure 50 milioni di euro. La Commissione Europea infatti sta lavorando per lanciare nel 2022 il Cassini Growth Fund (dal nome della nostra iniziativa per sostenere l’imprenditoria space-based), un fondo di fondi che in totale mobiliterà almeno un miliardo di euro, investendo appunto anche in fondi di private equity capaci di accompagnare l’espansione delle pmi” (si veda qui il comunicato stampa).
L’industria europea dello spazio dà lavoro a 230 mila persone, con ricavi per circa 60 miliardi di euro, un volume d’affari secondo solo agli Stati Uniti. Di questi ricavi, il 70% deriva dalla fornitura di servizi, mentre il 30% dalla costruzione di lanciatori, satelliti e strutture a terra. Nel 2019, il budget europeo relativo allo spazio era di 9,3 miliardi di euro, dei quali 7,8 miliardi provenienti dai budget nazionali e 1,5 miliardi dal budget dell’Unione. Per il periodo 2021-2027 sono, invece, previsti 14,8 miliardi per rafforzare la posizione dell’UE come leader del settore, tramite EGNOS/Galileo (navigazione satellitare), Copernicus (osservazione della Terra) ed altre componenti da sviluppare (e.g. secure connectivity).
La space economy italiana genera, ogni anno, un indotto di 370 miliardi di euro, che diventeranno 500 miliardi entro il 2030. “C’è una galassia di pmi in Italia che rappresentano l’80% della filiera italiana, di cui il 40% piccole e medie, che sono la linfa vitale di un’industria molto dinamica e di lunga tradizione. Molte di questi non sono solo nel settore aerospaziale, ma anche nel settore automotive e comunque nell’advanced manufacturing”, ha commentato Alessandro Sannini, presidente di Twin Advisors e già consulente della Fondazione E. Amaldi, creata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Consorzio di ricerca Hyparia per supportare l’Agenzia stessa nel trasferimento tecnologico nel settore spazio. Sannini ha aggiunto: “Con il private equity si può fare politica industriale attiva, creando traiettorie dedicate e sicure per il venture capital, che diventerà parte di una virtuosa strategia di corporate venture che sia di ulteriore supporto alla crescita e alla leadership della filiera italiana in chiave europea e atlantica. Il tutto con un buon mix tra capitali pubblici e privati supportati nelle exit da Euronext, che sia in Italia che in Europa è un ottimo punto di incontro tra pmi ed investitori sofisticati ed interessati. L’Europa ha già messo a fuoco questo verticale e credo che lo supporterà con strumenti forti e flessibili”.