Parte oggi, per chiudersi poi il 24 novembre, il collocamento presso gli investitori istituzionali delle azioni Ariston Thermo Holding NV, finanziaria a capo del noto gruppo produttore di apparecchi per l’acqua calda e il riscaldamento degli ambienti, controllato dalla famiglia Merloni, che ha annunciato l’8 novembre scorso l’avvio dell’iter di quotazione sul segmento Euronext Milan (l’ex Star) di Borsa Italiana (si veda altro articolo di BeBeez). L’avvio delle negoziazioni è poi previsto per venerdì 26 novembre.
Nei giorni scorsi la società ha reso nota la forchetta di prezzo, che è compresa tra 10,25 e 12 euro (si veda qui il comunicato stampa). Ciò implica una capitalizzazione di mercato compresa tra circa 3,4 e 3,9 miliardi, post offerta. Si prevede che il flottante sarà compreso tra il 23,2% e il 26,6% delle azioni, assumendo che il prezzo di offerta sia fissato a metà del range di prezzo, rispettivamente in caso di mancato o pieno esercizio dell’opzione di over allotment (greenshoe). Quest’ultima, esercitabile entro 30 giorni di calendario dal primo giorno di negoziazione, consiste in 11 milioni di azioni ordinarie esistenti , in vendita al prezzo di offerta finale, e corrispondono a circa il 15% delle azioni offerte.
L’operazione, come noto prevede, un collocamento riservato a investitori istituzionali di azioni di nuova emissione per 300 milioni di euro, oltre a un’offerta secondaria, sempre a investitori istituzionali, di massime 49 milioni di azioni oggi detenute dagli azionisti Merloni Holding spa e Amaranta srl (cui si aggiungono come detto sopra gli 11 milioni della greenshoe). Secondo quanto risulta depositato oggi in Camera di Commercio, Amaranta detiene oggi l’8,14% di Ariston Thermo Holding spa. Amaranta è la società che fa capo a Maria Francesca Merloni, la quale nel maggio 2020 aveva ceduto la sua quota del 20% in Merloni Holding, che allora deteneva a sua volta il 67% di Ariston Thermo, ed era entrata direttamente in Ariston Thermo con una quota del 12% (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto a Merloni Holding spa, oggi risulta controllata al 61,51% da Francesco Merloni (il primogenito del fondatore del gruppo, Aristide), al 18,06% da Paolo Merloni (figlio di Francesco) e al 14,84% da Maria Cecilia Lazzarini (moglie di Francesco), mentre il restante 5,59% sono azioni proprie.
A sua volta, Merloni Holding oggi possiede l’88% di Ariston Thermo Holding NV, oltre a varie altre partecipazioni tra cui quella nella piattaforma fintech di lending alle imprese Credimi (5,7%), con cui il gruppo ha da tempo un rapporto, visto che è stato uno dei primi gruppi industriali che ha ceduto fatture in piattaforma (si veda qui altro articolo di BeBeez). Non a caso il ceo di Credimi, Ignazio Rocco di Torrepadula, siede nel cda di Merloni Holding. A cascata, Ariston Thermo Holding controlla al 100% Ariston Thermo spa, Thermowatt spa, Ecoflam bruciatori spa e Ingrado spa.
Ariston e gli azionisti venditori stipuleranno usuali impegni di lock-up con i sottoscrittori, limitando la loro capacità di emettere, vendere o trasferire azioni per un periodo di 180 giorni dopo la data di regolamento (come di seguito definita), soggetto ad alcuni consueti carve-out e possibili deroghe da parte dei joint global coordinator.
Ai fini della quotazione, Ariston ha nominato Goldman Sachs Bank Europe SE, Intesa Sanpaolo – Divisione IMI Corporate & Investment Banking, e Mediobanca quali joint global coordinators e joint bookrunner (joint global coordinator), CC & Soci quale financial advisor e BNP Paribas, BofA Securities Europe SA, Citigroup Global Markets Europe AG ed Equita sim in qualità di joint bookrunner (congiuntamente ai joint global coordinator, gli underwriter).
Ariston Thermo è conosciuta sui mercati di tutto il mondo con l’omonimo e storico marchio (richiama il nome del capostipite Aristide), oltre ad altri marchi che nel tempo hanno allargato un potenziale nei vari settori di mercato. Il gruppo offre la sua gamma di prodotti, soluzioni e servizi principalmente con il marchio globale Ariston, il marchio ELCO caratterizzato da servizi premium, e iconici marchi nazionali come Calorex, NTI, HTP, Chaffoteaux, ATAG e Racold, oltre a Thermowatt ed Ecoflam nel settore dei componenti e dei bruciatori. L’azienda conta oltre 7.400 dipendenti, uffici di rappresentanza in 42 paesi, 23 siti produttivi e 25 centri di ricerca e sviluppo in 4 continenti, e vende soluzioni e servizi in circa 150 paesi in tutto il mondo. Ariston è attiva in 42 paesi, con l’80% dei ricavi del 2020 provenienti da 18 diversi paesi e con una posizione di mercato significativa 15 di 20 paesi più grandi del mondo per Pil nel 2020.
Ariston intende utilizzare i proventi netti dell’emissione per sostenere l’ulteriore crescita del gruppo, sviluppando il digital route to market, le tecnologie e il footprint industriale, e per finanziare in futuro acquisizioni di imprese, tecnologie e diritti di proprietà intellettuale. L’ammissione su Euronext Growth inoltre migliorerà ulteriormente anche il profilo della società e la riconoscibilità del marchio e mira a consentire al gruppo di continuare ad attrarre persone di talento in futuro.
A proposito di acquisizioni, il gruppo si è allargato considerevolmente negli ultimi due decenni. Nel 2001, Ariston ha raddoppiato le sue dimensioni in termini di ricavi con le acquisizioni di Elco, Chaffoteaux, Cuenod e Rendamax. Da allora, il gruppo ha continuato a crescere ed espandersi. Includendo il recente annuncio dell’acquisizione di Chromagen in Israele (si veda qui il comunicato stampa), Ariston ha completato dal 2014 sette acquisti (in Canada, Stati Uniti, Messico, Paesi Bassi, Danimarca, Sud Africa, Israele e Australia) e dieci operazioni bolt-on (in Francia, Italia, Germania, Belgio, Israele e Svizzera, tra gli altri). Ma il gruppo non intende fermarsi, ma anzi condurre ulteriori shopping, con operazioni di taglia piccola e media ma anche di stazza più grande. D’altra parte la natura frammentata dei mercati in cui Ariston è presente offre ampie opportunità di consolidamento.
Il gruppo di Fabriano (Ancona) ha chiuso i primi 9 mesi del 2021 con ricavi per 1,4 miliardi (+25% rispetto allo stesso periodo del 2020), un ebitda rettificato di 191 milioni (+35,5%) e un utile netto rettificato di 100 milioni (+88%). I ricavi degli ultimi 12 mesi (cioè da settembre 2020), si sono attestati a poco meno di 1,95 miliardi (si veda qui il comunicato stampa). Rispetto al 2018, ciò rappresenta un tasso di crescita annuo composto del 7,1%, del 4,9% organico e del 2,3% generato da M&A (principalmente influenzato dall’acquisizione di Calorex del 2019). Il gruppo aveva chiuso il 2020 con ricavi per 1,66 miliardi, un ebitda di 257,5 milioni e un debito finanziario netto di 158,8 milioni (si veda qui il report Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston Group, ha commentato: “La crescita del 25% del fatturato, interamente organica, e del 35,5% dell’ebitda, rispetto ai primi 9 mesi del 2020, ci pone in una posizione molto solida in vista del quarto trimestre del 2021. Finora siamo riusciti a gestire bene il forte rincaro delle materie prime e le pressioni sulla catena di approvvigionamento globale, beneficiando della leva operativa e delle azioni di pricing. Allo stesso tempo, abbiamo continuato a investire sulla nostra crescita organica, preparando il lancio della nuova generazione di pompe di calore, e alla fine di ottobre abbiamo annunciato l’accordo per l’acquisizione di Chromagen”. Che, riferisce l’azienda, non è riflessa nelle cifre alla fine di settembre.