Fondi di private equity infrastrutturali e veicoli di investimento dedicati alle energie rinnovabili sviluppati da vari gruppi assicurativi e fondi pensione aprono il dossier Alerion Clean Power, in vista della partenza di un’asta a fine gennaio per la cessione di una quota di minoranza (forse il 40%) della società quotata a Piazza Affari e attiva nella produzione di energia rinnovabile. Lo scrive Il Sole 24 Ore, aggiungendo che il mandato per l’asta è stato affidato all’advisor Rothschild, che starebbe finalizzando la documentazione necessaria da inviare agli investitori.
Alerion Clean Power è oggi controllato al 93,8% dalla famiglia altoatesina Gostner, sia attraverso la holding FGPA srl (al 25,33%) sia attraverso Fri-El Green Power (al 68,43%), holding fondata nel 1994 come Ener.CO srl e oggi leader nei settori della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il titolo quota questa mattina su Euronext Milan a 27,45 euro, in aumento del 2,81% dalla chiusura di ieri, per una capitalizzazione di circa 1,46 miliardi di euro. Considerando che a fine settembre 2021 la società aveva un debito finanziario netto di 524,1 milioni di euro, l’enterprise value si aggira attorno ai 2 miliardi di euro.
Il gruppo ha chiuso i nove mesi 2021 con ricavi operativi per 89 milioni di euro (73,6 milioni nei primi nove mesi del 2020) e un ebitda di 75,1 milioni (da 55,3 milioni), a seguito di circa 38 milioni di euro di investimenti effettuati nel periodo (si veda qui il comunicato stampa). Il gruppo aveva invece chiuso il 2020 con 109,3 milioni di ricavi (da 71,8 milioni nel 2019), un ebitda di 81,1 milioni (da 53,9 milioni) e un debito finanziario netto di 491 milioni (da 407,2 milioni) (si veda qui il comunicato stampa).
Il piano industriale approvato a inizio febbraio 2021 prevede per il triennio 2021 – 2023 un programma di investimenti che ha l’obiettivo di portare il gruppo Alerion a diventare uno dei principali operatori nel settore delle fonti rinnovabili in Europa, con l’obiettivo di superare i 3 TWh di elettricità prodotta a fine 2023. A fine settembre 2021 la potenza installata lorda era di 751 MW, in aumento del 9,8% da fine settembre 2020
quando era di 684 MW, con una produzione elettrica degli impianti consolidati integralmente nei nove mesi dell’anno che è stata pari a 760,5 GWh, in aumento rispetto dai 731,9 GWh dei primi nove mesi 2020.
Tra gli ultimi deal nel settore, ricordiamo che alla vigilia di Natale è stata annunciata l’acquisizione da parte di Equitix, asset manager britannico specializzato in infrastrutture, delle attività nel settore fotovoltaico del gruppo utility romano ACEA (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, che sarà condotta attraverso Equitix Investment Management Limited ha un valore di 220 milioni di euro, pari a 10 volte l’ebitda 2022 delle attività oggetto della transazione. L’offerta di Equitix era in concorrenza con quella di Tages Capital sgr lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima si è comunque consolata aggiudicandosi sempre a dicembre, tramite il fondo Tages Helios II, l’intero portafoglio fotovoltaico del fondo NextPower II, gestito da NextEnergy Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
A inizio dello scorso dicembre, inoltre, Predica Energies Durables, veicolo di investimento dedicato alle energie rinnovabili controllato dal gruppo Crédit Agricole Assurance, ha acquisito per circa un miliardo di euro il 49% di Edison Renewables, la controllata di Edison (che a sua volta fa capo al gruppo energetico di Stato francese EDF) specializzata nei settori eolico e fotovoltaico (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel settore delle rinnovabili in Italia Predica nel gennaio 2021 aveva annunciato inoltre l’accordo per rilevare insieme a CA Vita (controllata italiana di Credit Agricole nel settore assicurazioni sulla vita) il 30% di EF Solare, primo operatore di fotovoltaico in Italia. A vendere è stato il Terzo Fondo di F2i sgr, si dice per 600 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre un anno fa e sempre nel settore infrastrutture, il fondo pensione canadese Ontario Teachers’ Pension Plan Board aveva siglato l’accordo per acquisire il 69,14% di Società Gasdotti Italia (SGI), la società che trasporta gas naturale tra siti produttivi, aree di stoccaggio, distributori regionali attraverso una rete di proprietà di 1700 km di metanodotti in alta pressione (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere è stata Macquarie Infrastructure and Real Assets (MIRA), che nel 2016 aveva comprato il 69,14% della società attraverso il fondo Macquarie European Infrastructure Fund 4 (69,14%). All’epoca Swiss Life attraverso Swiss Life GIO II EUR Holding aveva rilevato la restante quota di SGI (si veda altro articolo di BeBeez), che mantiene tuttora. MIRA peraltro lo scorso anno ha messo a segno altri due mega-deal in Italia: uno su Autostrade per l’Italia insieme a Blackstone (si veda altro articolo di BeBeez) e l’altro su FiberCop, acquisendone una quota del 40% da Enel (si veda altro articolo di BeBeez).