Unicredit rafforza l’impegno a favore delle startup e pmi innovative, siglando un accordo con G-Factor, incubatore e acceleratore fondato nel 2018 dalla Fondazione Golinelli (si veda qui il comunicato stampa).
L’accordo, firmato da Niccolò Ubertalli, responsabile UniCredit Italia, Antonio Danieli, amministratore unico di G-Factor, e Andrea Zanotti, presidente della Fondazione Golinelli, prevede infatti per le startup e le pmi innovative seguite dall’acceleratore la possibilità di accedere alle risorse finanziarie destinate da Unicredit al supporto dei progetti e alla crescita delle aziende; oltre a facilitazioni per l’accesso ai prodotti del gruppo bancario.
Piazza Gae Aulenti, inoltre, si impegna a favorire l’ingresso delle start up e pmi innovative afferenti alla community G-Factor, in Start Lab, la piattaforma di business e innovazione del Gruppo bancario dedicata a startup e pmi italiane tecnologiche ad alto potenziale. Grazie a Start Lab, giunto alla sua nona edizione, UniCredit ha analizzato più di 6 mila progetti imprenditoriali di nuova generazione e accompagnato oltre 400 startup verso percorsi di crescita, aumentandone le opportunità di business e di investimento, lo sviluppo dal punto di vista manageriale e la visibilità sul mercato.
Nicolò Ubertalli, responsabile di Unicredit Italia, ha affermato: “Per UniCredit l’innovazione è centrale perché costituisce una leva di sviluppo dell’economia del territorio. Da tempo il nostro gruppo ha sviluppato una strategia di supporto, attraverso prodotti, soluzioni e programmi, per stimolare e accompagnare la crescita di nuove progettualità imprenditoriali. Il 2021 è stato un anno positivo per l’innovazione in Italia: gli investimenti in startup, secondo l’Osservatorio Politecnico di Milano, hanno raggiunto valori mai visti prima, sfondando il tetto del miliardo, il 118% in più rispetto al 2020. Le startup e pmi innovative sono ben 16 mila, con una crescita vicina al 25% rispetto all’anno precedente. Come UniCredit serviamo già il 18% di questo mercato e siamo pronti a supportare ancora di più i protagonisti dell’ecosistema dell’innovazione italiano non solo dal punto di vista finanziario, ma promuovendo collaborazioni tra nuovi comparti produttivi e intercettando traiettorie di business in ottica di sostenibilità. L’accordo siglato con G-Factor rientra in questa strategia e rinnova il nostro impegno a sostenere gli investimenti in progetti all’avanguardia”.
Ha commentato Zanotti: “L’accordo siglato con UniCredit rientra nella strategia di Fondazione Golinelli di offrire servizi innovativi completi, a 360 gradi, per startup che portano avanti progetti all’avanguardia dal punto di vista scientifico e tecnologico. Le startup in cui ha investito G-Factor sono distribuite in modo omogeneo in tutta Italia, e l’orizzonte dell’operato si sta aprendo anche a livello internazionale. La partnership con un primario attore a livello nazionale ed europeo consente una risposta ampia, diffusa e al tempo stesso capillare sui territori. La trama del tessuto dell’innovazione è infatti ampia, senza confini, ma poi finemente intrecciata al genus loci e ai distretti industriali e ai poli scientifici, e questo èlegato più che mai anche a servizi finanziari personalizzati, soprattutto nelle fasi di sviluppo in cui una giovane azienda va, oltreché spronata, anche protetta e accompagnata”.
Ha aggiunto Danieli: “La partnership con UniCredit consentirà di effettuare anche di accrescere la cultura imprenditoriale nel Paese. Nei segmenti pre-seed, seed ed early stage, soprattutto in ambito life science, l’approccio imprenditoriale degli scienziati fondatori sovente è ancora acerbo, a scapito magari di un alto livello di conoscenza tecnico scientifica. Dunque, in queste fasi si tende a dipendere troppo dai premi e dai grant a fondo perduto, e a vedere come unica alternativa possibile il fundraising cedendo subito quote significative di equity. Peraltro, a questi stadi di sviluppo precoci, sono pochi i fondi specializzati, i venture capitalist e le corporate che si affacciano, in quanto i deal rischiano di essere ancora poco efficienti e rischiosi. La partnership tra UniCredit e G-Factor si innesta in questa fase delicata, divenendo strumento fondamentale per combinare finanza e know-how scientifico, e per migliorare sensibilmente le garanzie di sopravvivenza delle giovani aziende, al contempo riducendo di molto il tasso di rischio intrinseco nelle operazioni.”
G-Factor, nel solo ambito delle life science, ha esaminato visto oltre 450 proposte di startup (più un altro centinaio nel 2021 nei settori fintech e agritech). Di queste, ne sono state individuate 18 in cui G-Factor ha investito come socio di minoranza (con quote tra l’1 e il 15%) e che hanno partecipato al programma di accelerazione G-Force. Tra queste sono già state effettuate le prime due exit totali (con un moltiplicatore di 2 del valore sul capitale medio investito). Complessivamente i capitali raccolti dalle startup del portafoglio fino ad oggi sono stati pari a 5 volte quanto investito da G-Factor, e il valore complessivo delle aziende (svariate decine di milioni di euro) è quasi raddoppiato.
Fondazione Golinelli è nata 30 anni fa per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli, scomparso nei giorni scorsi all’età di 101 anni. La fondazione ha sede dal 2015 a Bologna nell’Opificio Golinelli: uno spazio industriale riqualificato che ospita laboratori, aule didattiche, uffici, spazi per workshop e attività varie. Nel 2017, è nato, come sede espositiva, il Centro Arti e Scienze Golinelli e nel febbraio 2019 la fondazione ha inaugurato a Bologna G-Factor (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2017 la Fondazione Golinelli è stata corner investor del fondo Utopia lanciato da Principia sgr per investire in istituti di ricerca clinica e brevetti supportando startup in fase pre-seed, seed capital e/o angel investing (si veda altro articolo di BeBeez). Ma quel fondo poi non era mai partito e nel dicembre 2020 Fondazione Golinelli e Fondazione di Sardegna hanno creato la prima sis (società di investimento semplice) italiana dedicata alle life science, anche questa battezzata Utopia e affidata alle cure di Antonio Falcone (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima all’inizio del 200 ha effettuato il primo investimento di venture capital assistito da una garanzia all’80% del MCC, Si tratta dell’intervento, al fianco di Pariter Partners, nel capitale di Lighthouse Biotech, spin-off del progetto di ricerca sulle cellule tumorali nei diversi stadi della malattia condotto dall’Università di Udine (si veda altro articolo di BeBeez).