Artista di fama mondiale : “Buffo ma non troppo…ma napoletano sempre”.
Con le sue profonde riflessioni, riportate qui di seguito per Bebeez, Bruno de Simone ci invita all’evento presso il Teatro San Nazzaro di Napoli del 10 giugno 2022.
“Questo evento lo considero una festa per un traguardo che non avrei pensato di raggiungere, se non rievocando i grandi sforzi e sacrifici compiuti per iniziare un’arte, prima che un lavoro, che mi ha riempito di soddisfazioni. Rivedere e riabbracciare amici cari e preziosi, storici e non, sarà motivo di grande emozione e gioia, potremmo definire questa tra le recite più impegnative della mia lunga carriera. Avere un partner così prestigioso come
James Vaughan oltre che condividere le note canore con i giovani e già bravissimi colleghi è ulteriore motivo di gratificazione: a tutti va la mia più viva gratitudine.
Ma, con grande umiltà, vorrei che i miei quaranta anni di carriera (ormai divenuti quarantadue a causa del COVID) fungessero anche da esempio per i giovani colleghi. “Per aspera ad astra”, recitavano i saggi latini, significando che i traguardi importanti si possano raggiungere solo con un impegno assiduo.
In talune professioni ed ancor di più nelle arti, per chi avesse una buona base, arrivare non sarebbe tanto difficile, ma tutt’altra cosa è restare e progredire nel percorso tracciato e ciò si realizza solo se si continua sempre a studiare senza mai smettere.
Alfredo Kraus, uno dei tanti grandi cantanti che ho avuto l’onore di conoscere e con il quale ho avuto anche il privilegio di condividere il palcoscenico, mi ammoniva su tutto ciò, dicendomi che, tutto sommato, il bello ed anche lo stimolo della nostra professione è la continua ricerca che deve guidarci per andare avanti e crescere. E’ proprio perché ho avuto la fortuna di avvalermi di suggerimenti e consigli di grandi interpreti del passato che ho deciso già da venti anni, nel pieno della mia carriera, di ritagliarmi uno spazio nel calendario dei miei impegni artistici da dedicare alla didattica, affinché gli insegnamenti ricevuti da tanti grandi io li possa trasferire alle giovani generazioni: il senso della vita è anche trasmettere ciò che si ha ricevuto.
È per questo che è una grande soddisfazione per me, condividere questa esibizione concertistica festosa con tre giovani colleghi bravissimi che ho avuto il privilegio di seguire nelle mie Masterclass e che hanno accettato di partecipare a questa festa. A loro va la mia gratitudine e soprattutto l’augurio di una carriera brillante che hanno già felicemente iniziato.
Il programma che ho stilato si compone di brani tratti dal vasto repertorio che ho frequentato, circa settantasei ruoli, che abbraccia un arco temporale che va dal ‘600 e che arriva fino al ‘900 inoltrato: è ciò che si usava fare un tempo…non tanto lontano anche in fase di studio, per provare vari stili e vocalità in modo poi da eleggere quello più consono e appropriato alle proprie caratteristiche. A mio avviso, il contrario è pericoloso. Si rischia infatti di fossilizzarsi anzi tempo in un repertorio, scelta che talvolta si basa più sui limiti tecnici che sui pregi dell’interprete. Dopo aver praticato per tanti anni il ‘700, negli autori più disparati, fino a diventare l’interprete più prolifico di essi, il napoletano barocco è stato per anni la mia seconda lingua e a Napoli ho partecipato alle più belle produzioni degli anni ’90, alcune con la regia di Roberto De Simone, che molti appassionati ricorderanno ancora. Mi interrogo su quando ci si renderà conto che questo repertorio, nostro prezioso patrimonio culturale, meriterebbe ancora una doverosa attenzione, nel rispetto della grande e recente tradizione esecutiva. L’unione indissolubile della parola e del testo con il pentagramma, avrebbe dovuto essere oggetto di studio proprio nella nostra città che ha rappresentato, nel mondo, la migliore scuola in tal senso. Facendo propria questa scuola, i giovani interpreti possono poi affrontare senza traumi i repertori successivi.
Grazie a questo repertorio, da me ampiamente praticato, sono approdato a Rossini. L’interpretazione di ben sedici ruoli rossiniani mi ha portato a conseguire il prestigioso riconoscimento Rossini d’oro nel 2007 fino ad arrivare a Puccini, Cilea, Malipiero, Rota, Prokofiev… Una carriera artistica così longeva si può realizzare soprattutto grazie alla scelta di uno stile di vita sano su tutti i fronti. Avere poi avuto sempre accanto Alessandra, mia moglie, che ha condiviso con me tante tournées, ha giovato molto al raggiungimento di tante soddisfazioni.”
a cura di Panglossina