Il piccolo grande cuore di Giosetta Fioroni opere anni Sessanta – Duemila, a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, in collaborazione con Fondazione Parise – Fioroni e Marcorossi artecontemporanea è stata inaugurata in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo AMACI.
Il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia rende omaggio a una tra le artiste viventi più importanti del secondo Novecento italiano, ancora estremamente attiva a novant’anni, attraverso una grande mostra che ripercorre la sua intera carriera, dalle esperienze degli anni Sessanta legate alla Scuola di Piazza del Popolo fino al presente.
Promossa dal Comune della Spezia e prodotta dal CAMeC in collaborazione con la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni e la galleria Marcorossi artecontemporanea. Il titolo della mostra – Il piccolo grande cuore di Giosetta – trae spunto dall’autobiografia scritta nel 2013 dall’artista stessa, La mia storia / My Story. Giosetta Fioroni, e pubblicata da Corraini editore in occasione dell’esposizione che l’ha celebrata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. In oltre cinquant’anni di carriera, Giosetta Fioroni è stata capace di raccontare, attraverso i linguaggi propri della Pop Art, i legami, le relazioni e i sentimenti che accomunano gli esseri umani. L’esposizione sarà anche l’occasione per festeggiare il novantesimo compleanno di un’artista determinata e anticonformista, tra le poche presenze femminili nella compagine del Caffè Rosati.
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alle curatrici della mostra, Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
(video a cura di Giuseppe Joh Capozzolo)
“Lo scenario dell’universo visivo di Fioroni”, scrive Gemma Gulisano, curatrice della Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni “è il Teatrone. Presentato in occasione della XLV Biennale d’Arte di Venezia del 1993, oggi ospita vecchi e nuovi lavori che l’artista dispone come dentro una vetrina che affaccia sul divano del proprio studio.
Fra i teatrini di cartone, quelli di ceramica, i disegni fissati al grande teatro e i dipinti appesi o accostati alle pareti, un’opera di grandi dimensioni cattura lo sguardo di molti: Ramo d’oro. Due tronchi, disposti come colonne di un portale architettonico, aprono un varco su un sentiero non ancora tracciato; lo sfondo si smaterializza lasciando convergere lo sguardo dello spettatore su un piccolo dettaglio che sporge alla base del pannello, una casetta. Eseguita nel 2014 durante una collaborazione artistica con la maison Valentino, l’opera venne selezionata dalla stilista Maria Grazia Chiuri per un video girato con l’artista. Avvolto nel pluriball, Ramo d’oro si prepara a lasciare lo studio e la città capitolina per raggiungere le sale del Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia. Tutto è quasi pronto per festeggiare un’artista senza apostrofo, come la stessa Fioroni ama definirsi, con un’antologica a lei dedicata».
Il percorso
La mostra restituisce per capitoli le sfaccettature di una personalità prismatica dove l’ironia si intreccia alla presa di posizione sociale nella questione femminile e femminista senza mai essere aggressiva anzi, in alcuni lavori, glamour; la delicatezza femminile del lavoro manuale e decorativo che svela però significati nascosti; e ancora in lavori che citano la cinematografia impegnata come Fragole e sangue. Tra l’altro nelle sue opere Giosetta porta i suoi affetti come il cane Petote e il suo amato Goffredo Parise che cita indirettamente nel lavoro Dove sono?, disegno realizzato nell’anno della sua perdita. Nelle opere sono presenti anche i suoi interessi dalla letteratura, alla fiaba, al teatro, al già citato cinema fino all’antropologia presente nel tema del Ramo d’oro dove il mito e le forme di religiosità e superstizione trapelano.
L’esposizione prende inizio dal ciclo degli Argenti degli Anni Sessanta e prosegue attraversando e punteggiando la biografia artistica e dando conto dell’ecclettismo di ricerca e sperimentazione dell’artista fino ad arrivare all’ultima sala che riunisce i lavori in ceramica. L’artista come donna è presente con il lavoro Senex del 2006, una light box retroilluminata, che dà conto della sua attitudine performativa. In particolare questo ciclo, realizzato con il fotografo Marco Delogu, racconta il rapporto dell’artista con l’invecchiamento che affronta mascherandosi e mascherando così il trascorrere del tempo con una vena di ironia e un tocco clownesco per esorcizzare la vecchiaia.
Tra i lavori principali, si segnalano, oltre a Ramo d’oro, alcune carte d’argento (Venere, 1968; Il Cappello, 1966; Liberty nelle stelle, 1970), Nudo di Rossana (1965), Il colle dei sette venti (1997) e il nucleo di ceramiche provenienti dalla Bottega Gatti di Faenza, tra cui i Vestiti ispirati alle eroine di Jane Austen (esposti alla GNAM nel 2013) e le maioliche smaltate dedicate a racconti di fate e reami lontani.
Le opere esposte provengono principalmente dalla Fondazione Parise – Fioroni, presieduta da Francesco Adornato, dalla Bottega Gatti di Davide Servadei e dai collezionisti della Marcorossi artecontemporanea, storica galleria di riferimento dell’artista. Nel corso della mostra sarà pubblicato un catalogo edito dal CAMeC con testi di Eleonora Acerbi, Cinzia Compalati, Gemma Gulisano e ricco apparato iconografico.
a cura di Ilaria Guidantoni