Non si ferma il piano di sviluppo nel Sud Europa della francese Worldline, leader europeo dei pagamenti e numero quattro a livello mondiale, il quale ha firmato un accordo vincolante per l’acquisizione dell’attività di merchant acquiring di Banco di Desio, gruppo bancario multiprodotto con oltre 230 filiali sul territorio nazionale, per un corrispettivo di 100 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). L’intesa prevede, inoltre, la creazione di una partnership commerciale per i prossimi anni volta “ad utilizzare la rete di Banco Desio per distribuire le migliori soluzioni di pagamento firmate Worldline agli esercenti clienti della banca in Italia”.
Il portafoglio acquisito dal gruppo transalpino nel Nord Italia rappresenta servizi di pagamento offerti ai 19.000 POS di oltre 15.000 esercenti che generano un volume di transazionin di circa 2 miliardi di euro l’anno, mentre l’operazione in sè fa seguito alla conclusione di un procedimento competitivo che ha coinvolto rilevanti operatori del settore e si concluderà con piena efficacia “entro il primo trimestre 2023 dopo l’autorizzazione delle autorità competenti”.
In tale contesto, la società dei pagamenti fa notare che l’acquisizione è in linea con la strategia di ulteriore espansione delle attività di Merchant Services verso il Sud Europa e in particolare l’Italia, un mercato considerato “molto attraente e strategico”, dove Worldline intende continuare a sviluppare la propria presenza costruita lo scorso anno con l’acquisizione di Axepta Italia all’inizio del 2022 e la costituzione della joint venture Worldline MS Italia.
Stefano Calderano, CEO di Worldline Merchant Services Italia e Country Manager Italia di Worldline Merchant Services, ha dichiarato: “Questa operazione apre a Worldline prospettive di ulteriore sviluppo sul mercato italiano, dove si va affermando la percezione della nostra capacità di combinare know how tecnologica internazionale con l’attenzione alle realtà locali. Le opzioni per le banche italiane di collaborare con la nostra realtà sono molteplici e siamo disponibili a trovare insieme la formula più adatta. Gli importanti investimenti del Gruppo nell’innovazione, circa 250 milioni di euro l’anno saranno messi sempre più a servizio dei clienti italiani”.
La società francese quotata sull’Euronext di Parigi si sta muovendo molto, specialmente sul fronte delle dismissioni. A ottobre ha chiuso la cessione di Ingenico, la divisione Terminals, Solutions & Services, ai fondi di private equity gestiti da Apollo, in base a un fair enterprise value attuale di circa 2,3 miliardi di euro, che porterà nelle casse della società dei pagamenti circa 1,4 miliardi di euro netti, a cui si aggiungono di 900 milioni di euro di azioni privilegiate che Worldline continuerà a detenere nel suo ex ramo di attività (si veda qui comunicato stampa).
A giugno, invece, Worldine ha visto uscire dal proprio azionariato Atos, società al primo posto in Europa per la cybersicurezza che, tramite un operazione di accelerated book building presso investitori istituzionali, ha venduto il 2,5% della propria partecipazione, pari a circa 7 milioni di azioni. A seguito della vendita, a cui si è aggiunta un’operazione di hedging sui derivati, Atos ha raccolto 220 milioni di euro netti (si veda qui comunicato stampa).
Intanto, poco più in là nel Mediterraneo, si sta consumando la bagarre tra la paytech italiana Nexi quotata a Piazza Affari, la statunitense Fiserv, e la stessa Worldline per la divisione pagamenti del gruppo bancario spagnolo Sabadell in un deal che, secondo quanto riportato da Reuters potrebbe valere fino a 400 milioni, con la short list di potenziali investitori che dovrebbe uscire a breve anche se con qualche settimana di ritardo rispetto alla tabella di marcia (si legga qui altro articolo di BeBeez). L’operazione dovrebbe chiudersi a dicembre.
Anche Nexi è particolarmente aggressiva sul fronte dell’M&A. Ricordiamo che lo scorso giugno ha raggiunto l’intesa con BPER, sulla partnership strategica in materia di carte di pagamento. I due gruppi hanno infatti sottoscritto il contratto per il trasferimento a Nexi Payments del merchant acquiring (l’attività che consente di addebitare le carte dei clienti e accreditare i conti degli esercenti) e della gestione POS di BPER e Banco di Sardegna. Contestualmente Nexi acquisirà da Banco di Sardegna il 100% di Numera Sistemi e Informatica, previo carve-out (scorporo) da Numera stessa delle attività non relative alla gestione e assistenza POS. Sempre in materia di merchant acquiring, nell’agosto dello scorso anno Nexi aveva siglato con Alpha Services and Holdings, la società capogruppo dell’istituto di credito greco Alpha Bank, una partnership strategica grazie alla quale la banca greca promuove e distribuisce ai propri clienti le soluzioni sviluppate da Nexi. Ancora prima, nel dicembre 2019, Nexi aveva comprato il merchant acquiring di Intesa Sanpaolo, che aveva ceduto il relativo ramo d’azienda per 1 miliardo di euro a fronte dell’acquisto da parte della stessa di una quota del 9,9% della stessa Nexi da parte di Mercury UK, la holding che raggruppa le partecipazioni dei fondi di private equity Advent International, Bain Capital e Clessidra, che prima della quotazione a Piazza Affari della paytech, ne erano azionisti di riferimento (si veda altro articolo di BeBeez).
Agende molto fitte quelle di Worldline e Nexi, che rispecchiano la fotografia del settore merchant processing and acquiring scattata dal report di Nilson arrivato al 50esimo anno di pubblicazione. Secondo lo studio, solo in questo comparto sono state chiuse 68 operazioni di M&A nella prima metà del 2022 rispetto alle 81 dell’intero 2021, un numero ancora più significativo se si tengono in considerazione le dinamiche economico-finanziarie degli ultimi mesi. Messi insieme, tutti i deal effettuati negli ultimi mesi ammontano a un valore complessivo di 2,22 miliardi di dollari, tra cui le più importanti sono state l’acquisizione di Finaro, con sede in Israele, da parte del merchant acquirer statunitense Shift4 e l’acquisizione del 60% di BCC Pay, con sede in Italia, da parte del fondo di investimento italiano FSI. Un deal, quest’ultimo che ha visto il fondo di private equity guidato da Maurizio Tamagnini tornare a investire nel fintech proprio tramite BCC Pay, l’attività di moneta elettronica di Iccrea Banca, la capogruppo dell’omonimo Gruppo Bancario Cooperativo, in un’operazione del valore di 500 milioni di euro, comprensiva di una componente differita fino a 50 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Tornando al report di Nilson, tra i market maker più importanti quest’anno figurano proprio le già citate Nexi e Worldline, a cui si aggiungono Advent International, Ant Financial, Euronet, FIS, JPMorgan Chase, Nets, PayU e Pine Labs.