L’Infrastructure Debt Fund 1 (IDF1), il primo fondo di debito infrastrutturale di F2i sgr, ha annunciato ieri i suoi primi due investimenti: uno nell’operatore tlc di fibra Open Fiber e l’altro nel gruppo specializzato in impianti di produzione di energia rinnovabile Falck Renewables (si veda qui il comunicato stampa).
F2i sgr aveva annunciato il primo closing della raccolta del fondo lo scorso agosto con 310 milioni di euro di impegni rispetto a un target complessivo di 500 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi il fondo ha già raccolto circa 330 milioni di euro da investitori italiani ed esteri (assicurazioni, banche, casse di previdenza e fondazioni bancarie). Il fondo fornisce finanziamenti senior e junior attraverso loan (direct lending) e bond, a supporto dello sviluppo e rinnovo di infrastrutture in Italia e nei Paesi UE in settori chiave della sostenibilità e per questo si qualifica infatti come prodotto ex art. 8 del Regolamento UE SFDR.
Nel dettaglio, IDF1 si è unito al pool di finanziatori di Open Fiber, operatore indipendente leader di network FTTH (fiber-to-the-home) in Italia e tra i principali in Europa, controllato al 60% da CDP Equity e al 40% da Macquarie Infrastructure. Il finanziamento contribuisce a supportare il piano di Open Fiber per sviluppare una rete in fibra ottica ultra-broadband su scala nazionale, con impatto positivo sulla capacità di accedere a dati e servizi da remoto nei territori interessati e riduzione del digital divide nelle aree meno sviluppate in Italia. Lo sviluppo della rete FTTH ha natura strategica per il Paese e rappresenta una priorità nell’ambito degli obiettivi del PNRR e del programma europeo Digital Compass 2030. Ricordiamo che Open Fiber aveva annunciato a fine 2021 ben 11 miliardi di investimenti e linee di credito complessive estese a 7,175 miliardi per supportare il nuovo piano industriale2022-2031 (si veda altro articolo di BeBeez). Open Fiber potrà inoltre ricorrere a una ulteriore linea di credito da 2,8 miliardi di euro.nel caso in cui saranno necessari ulteriori investimenti a seguito dell’esito dei bandi di gara che saranno indetti dal Ministero per la Transizione Tecnologica e Digitale (MITD) nell’ambito del Piano Italia 1 Giga. Gli altri finanziatori sono Banco BPM, BNP Paribas, Crédit Agricole, ING, Intesa Sanpaolo, Santander, Société Générale e Unicredit.
Con il secondo investimento, IDF1 è entrato poi nel finanziamento che ha supportato l’acquisizione di Falck Renewables, uno dei principali operatori indipendenti in Europa che vanta un track record ventennale nella realizzazione e gestione di asset per la produzione di energia da fonte rinnovabile, caratterizzato da una integrazione verticale e forte diversificazione geografica. Ricordiamo che Falck Renewables è stata delistata da Piazza Affari lo scorso maggio, a valle dell’opa obbligatoria lanciata da Green BidCo spa, veicolo indirettamente controllato dall’Infrastructure Investments Fund (IIF), gestito da JPMorgan Investment Management (si veda altro articolo di BeBeez). La società è stata valutata 3,8 miliardi di euro o 18,3 volte l’ebitda rettificato del 2021 che era stato di 207,6 milioni. Non solo. Il cambio di controllo della società ha fatto scattare la clausola “change of control” prevista dal Regolamento del bond convertibile equity linked green da 200 milioni di euro a scadenza settembre 2025 e quindi l’obbligo di riacquisto del bond alla pari da parte dell’emittente. L’offerta di riacquisto, che è stata quindi lanciata da Falck Renewables ha visto l’adesione di 165 milioni di euro nominali di bond.
Renato Ravanelli, amministratore delegato di F2i sgr, ha commentato: “A pochi mesi dal primo closing del fondo, questi due primi investimenti in debito infrastrutturale testimoniano la capacità di IDF1 di impiego efficace delle risorse affidateci dagli investitori, identificando iniziative ad alto impatto nell’economia reale ed in linea con l’impegno alla sostenibilità della sgr”.
F2i sgr è il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali, con asset under management per circa 7 miliardi di euro. Le società che fanno parte del network di F2i costituiscono la principale piattaforma infrastrutturale del Paese, diversificata in sei settori strategici per il sistema economico: trasporti e logistica, energie per la transizione, economia circolare, reti di distribuzione, reti e servizi di telecomunicazione, infrastrutture sociosanitarie.