Atlantia, la holding controllata dalla famiglia Benetton tramite Edizione spa, cambia nome e diventa Mundys, investirà 10-11 miliardi di euro nei prossimi cinque anni anche con nuovi capitali per effettuare nuove acquisizioni e per diventare così il leader mondiale nel campo delle infrastrutture e avrà un nuovo amministratore delegato entro fine mese al posto di Carlo Bertazzo, dimessosi a fine 2022, come riportato da Repubblica, Il Sole 24 Ore e Il Corriere della Sera. Ad annunciare il new deal della società uscita da Piazza Affari lo scorso mese di dicembre (si veda altro articolo di BeBeez) è stato il presidente di Edizione spa e vice presidente di Atlantia, Alessandro Benetton, nel corso dell’evento New Journey dedicato alla società (si veda qui il comunicato stampa).
È stata la prima occasione pubblica per Benetton dopo un biennio di lavoro intenso, che ha cambiato il volto della società, (si veda altro articolo di BeBeez) un “nuovo viaggio” industriale ma anche finanziario, ha detto l’imprenditore veneto, perché è passato attraverso un’Opa del valore complessivo di 50 miliardi che ha cambiato l’assetto (si veda altro articolo di BeBeez).
Il capitale di Mundys fa ora capo a Schemaquarantadue spa (33,4%) e Schema Alfa spa (66,6%), società interamente detenuta dalla prima. Schemaquarantadue è controllata dalla famiglia Benetton tramite Sintonia (di proprietà esclusiva di Edizione spa) con il 57% del capitale ed è partecipata dal colosso statunitense Blackstone tramite i fondi BIP-V Hogan (LUX) SCSp (2%) e BIP Hogan (LUX) SCSp (35,8%) e dalla Fondazione CRT (5,2%). Le azioni proprie di Mundys rappresentano lo 0,8% del capitale sociale (si veda qui l’azionariato di Mundys).
“Quando abbiamo investito in Atlantia ora Mundys, lo abbiamo fatto a lungo termine guardando all’unicità e alla densità dell’offerta di questo gruppo, impegnandoci fin dai tempi del lancio dell’opa a reinvestire assieme a Edizione nuovo capitale per supportare la crescita del gruppo nel caso di ulteriori acquisizioni”, ha spiegato Andrea Valeri, responsabile del fondo Blackstone per l’Italia.
“La nascita di Mundys è, da un lato, la conclusione di un anno di lavoro nel quale abbiamo portato avanti un profondo cambiamento e una forte discontinuità dei valori e del business e, dall’altro, è l’avvio di un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale, che vogliamo scrivere con i nuovi partner di Blackstone e le nuove professionalità che si sono unite al gruppo, apportando valore aggiunto sul fronte dello sviluppo internazionale, dell’innovazione e della crescita sostenibile”, ha aggiunto Benetton, precisando che il nuovo amministratore delegato arriverà “entro marzo”.
Mundys si presenta come un leader mondiale con 7,4 miliardi di fatturato nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile e integrata. Con un piano industriale che, tra aeroporti, concessioni autostradali tra Spagna, Francia, Argentina, Brasile con il partner Abertis e Cile con il Grupo Costanera, i sistemi di pagamento di Telepass e la tecnologia per le smart city di Yunex Traffic, punta come detto a 10-11 miliardi di investimenti in cinque anni. In particolare, il nuovo gruppo ha stanziato 8 miliardi di investimenti su Aeroporti di Roma entro il 2046, per l’intermobilità e la realizzazione di infrastrutture aeroportuali sostenibili, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni delle proprie infrastrutture a Fiumicino. Aéroports de la Côte d’Azur, che è il secondo sistema aeroportuale francese dopo Parigi, ha in programma 1,5 miliardi di investimenti per lo scalo di Nizza. Le autostrade di Abertis, Sanef e Sapn, hanno in programma oltre 700 milioni per la rete al fine di installare circa 500 punti di ricarica veloce per le auto elettriche in 72 aree di servizio francesi e 120 milioni per la nuova tecnologia del free flow senza più barriere e caselli, aumentando la fluidità del traffico e riducendo le emissioni.
Ricordiamo che per chiudere il capitolo opa e dare un volto alla società post-delisting, gli shareholder lo scorso gennaio hanno poi nominato il nuovo Cda fino all’approvazione del bilancio 2025, che sarà composto da 11 componenti (si veda altro articolo di BeBeez): Alessandro Benetton (nuovo vice presidente), Ermanno Boffa, Mattia Brentari, Christian Coco, Maurizio Irrera, Jonathan Kelly, Enrico Laghi, Giampiero Massolo (confermato presidente), Andrea Pezzangora, Scott Schultz e Andrea Valeri. Le deleghe ad interim per la carica di ad resteranno a Massolo, mentre Tiziano Ceccarani resterà nel ruolo Chief Financial Officer e assumerà inoltre, il ruolo di dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari. Infine, con la medesima durata in carica del board, il nuovo Collegio Sindacale, nominato dai soci sarà composto dai sindaci Riccardo Michelutti, in qualità di presidente, Benedetta Navarra e Graziano Visentin.
Sempre a gennaio gli azionisti di Atlantia hanno approvato il finanziamento infragruppo che andrà a rimborsare il prestito da 8,225 miliardi di euro che ha permesso alla cordata Blackstone-Edizione di lanciare l’opa volontaria sulla società tramite Schema Alfa (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, Schemaquarantadue riceverà un prestito da Atlantia per un importo massimo di 8,225 miliardi e rimborserà immediatamente il finanziamento ponte dello stesso importo contratto con un pool di banche per finanziare parte del corrispettivo dell’Opa promossa da Schemaquarantadue attraverso Schema Alfa (si veda altro articolo di BeBeez). Il finanziamento infragruppo sarà estinto per effetto dell’incorporazione di Schemaquarantadue e Schema Alfa in Atlantia entro giugno.
Atlantia ha chiuso i primi nove mesi del 2022 con ricavi pari a 5,4 miliardi di euro (più 18% rispetto allo stesso periodo del 2021), un Ebitda di 3,4 miliardi (più 16%), un utile consolidato di 500 milioni, di cui 300 milioni di pertinenza del gruppo esclusi gli effetti della cessione di Autostrade per l’Italia, investimenti operativi pari a 800 milioni (più 30%) e un debito finanziario netto pari a 20,1 miliardi (meno 9,9 miliardi rispetto alla fine del 2021, che recepisce i corrispettivi per la cessione di Autostrade per l’Italia e Hochtief (si veda qui il comunicato stampa).
Per l’esercizio 2022 la scorsa primavera il gruppo prevedeva ricavi consolidati per circa 6,6 miliardi e un Ebitda di circa 4,1 miliardi. I ricavi e l’Ebitda erano previsti in crescita nel 2024 rispettivamente a 7,7 miliardi e 5,1 miliardi.
Ricordiamo che per Atlantia il 2021 si era chiuso con ricavi a 6,4 miliardi di euro (+22% dal 2020), un ebitda di 4 miliardi (+31%) e un risultato netto consolidato negativo per 500 milioni, a seguito di svalutazioni per 800 milioni, ma a fronte di investimenti per un miliardo di euro (+14%) e con un debito finanziario netto di 30 miliardi di euro (-3,8 miliardi dal 2020).