Il gruppo Enel dovrebbe concludere entro fine mese un accordo per la vendita all’australiano Macquarie Group di circa la metà della controllata greca Enel Green Power Hellas, che gestisce gli impianti di energia rinnovabile nel Paese ellenico, secondo quanto riportato da Reuters, che precisa che i colloqui con Macquarie per una quota di circa il 50% dovrebbero concludersi nei prossimi giorni.
Sia il venditore sia il compratore, che detiene una partecipazione del 49% nell’unico operatore di rete elettrica della Grecia Hedno (Hellenic Electricity Distribution Network Operator), non hanno voluto commentare le indiscrezioni.
Enel Green Power Hellas conta 65 impianti nel Paese, per un totale di 566 megawatt di capacità gestita alimentati da energia rinnovabile eolica, solare e idroelettrica, secondo il sito web del gruppo elettrico, e sei impianti solari da 84 megawatt in costruzione.
Enel, che è uno dei primi cinque sviluppatori di energia rinnovabile al mondo per capacità installata, all’interno del Piano strategico 2022-2025, presentato lo scorso novembre 2022, ha lanciato un piano per razionalizzare le sue operazioni internazionali con l’intento di ridurre il proprio indebitamento netto al di sotto di tre volte l’utile di base. Le vendite di asset aiuteranno a ridurre il debito della società, che è salito al record di 69,7 miliardi di euro alla fine di settembre, sceso poi a fine anno a 60,1 miliardi (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Nel dettaglio, l’obiettivo è “conseguire un riposizionamento strategico dei business e delle aree geografiche con un piano di dismissioni di circa 21 miliardi di euro in termini di contributo positivo alla riduzione dell’indebitamento netto di gruppo. Si prevede che la maggior parte di questo piano sia completata entro la fine del 2023, conseguendo una struttura societaria più agile, focalizzata nei sei Paesi core e cioé
Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia.
Nell’ottobre 2022 Enel era uscita completamente dal territorio russo grazie alla vendita dell’intera partecipazione detenuta in PJSC Enel Russia, pari al 56,4% del capitale sociale, a PJSC Lukoil e al Closed Combined Mutual Investment Fund Gazprombank-Frezia per un corrispettivo totale di circa 137 milioni. Nello stesso mese, inoltre, Enel aveva ceduto a fondi gestiti da CVC Capital Partners il 50% di Gridspertise, la società del gruppo specializzata nella nella trasformazione tecnologica delle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica, per un corrispettivo di circa 300 milioni di euro, e un enterprise value di 625 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Sono stati ceduti inoltre un’unità di distribuzione di energia elettrica e un impianto di gas in Brasile riuniti in Celg Distribuicao a Equatorial Participações e Investimentos, controllata da Equatorial Energia, di per circa 1,51 miliardi di euro; e il business di trasmissione di energia elettrica in Cile della società Enel Transmisión Chile a Sociedad Transmisora Metropolitana controllata da Inversiones Grupo Saesa per circa 1,35 miliardi di dollari.
Il gruppo italiano ha poi già siglato un accordo per la cessione degli asset in Romania alla greca Public Power Corp. (si veda altro articolo di BeBeez) per 1,26 miliardi, che dovrebbe concludersi entro il terzo trimestre del quest’anno (si veda qui il comunicato stampa). Ha inoltre raggiunto un accordo con la società statale cinese Southern Power Grid International per la vendita di due assets in Perù per 2,9 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa). In base al piano, nel periodo 2023-2025 Enel prevede inoltre l’uscita da Perù e Argentina, mentre per l’Australia così come la Grecia sarà inserita nel perimetro del modello di di cosiddetta stewardship, cioé di coinvolgimento di terzi investitori.
In sostanza, Enel punta a mobilitare in quest’ultimo modo nel triennio 15 miliardi di euro, di cui: circa 1,3 miliardi di euro in investimenti diretti del gruppo in asset che si prevede saranno conferiti in joint venture;
circa 1,1 miliardi in apporti di capitale da parte del gruppo in joint venture; e il resto, in investimenti di terze parti. Il piano studiato dall’amministratore delegato Francesco Starace è stato promosso da Fitch che ha confermato il rating sul debito senior unsecured a BBB+ a inizio febbraio, prevedendo una riduzione dell’indebitamento netto di 14,3 miliardi di euro nel periodo 2023-2024, il che porterà a a una leva netta media di 4,7 volte a fine 2023 dalle 5,3 volte del periodo 2021-2022 (si veda qui il comunicato stampa).