Il Gruppo Metra di Brescia, produttore a livello globale di alluminio estruso, acquisito nel 2021 dal fondo di investimento americano specializzato nell’industria meccanica KPS Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez), prepara una nuova acquisizione che dovrebbe portare il gruppo ad aumentare del 30% il fatturato. Lo ha scritto nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore a cui l’amministratore delegato Enrico Zampedri, ha detto: “L’obiettivo è chiudere l’operazione entro l’estate. Si tratta di un grosso estrusore americano da circa 200 milioni di euro di fatturato”.
Continua cos la campagna di m&a della società con sede a Rodengo Saiano (Brescia) e fondata nel 1962, divenuto oggi produttore globale e verticalmente integrato di profili estrusi in alluminio e servizi connessi tra cui verniciatura, ossidazione, lavorazione, saldatura e assemblaggio.
Ricordiamo che nel luglio 2021, poco dopo l’ingresso nel capitale di Metra, KPS Capital aveva infatti acquisito Profile Custom Extrusions un produttore statunitense di profili in alluminio estruso personalizzati e dei relativi servizi a valore aggiunto, tra cui verniciatura, anodizzazione, taglio termico e taglio di precisione. Profile fornisce una varietà di profili in alluminio estruso personalizzati a diversi mercati finali, tra cui edilizia residenziale e commerciale, HVAC, protezione dagli uragani, trasporti, elettricità e nautica. Allora Profile impiegava circa 170 dipendenti nel suo unico stabilimento di Rome, nello stato di Georgia (Usa). A vendere era stato un altro private equity Usa, Highlander Partners, con sede a Dallas, Texas, ha annunciato oggi la vendita di (si veda qui il comunicato stampa di allora). L’operazione era stata condotta attraverso Fendari Holding, la stessa holding che controlla Metra, con l’obiettivo di creare una piattaforma di profili in alluminio estruso leader a livello mondiale, con una forte presenza sia in Europa sia in Nord America.
Nel settembre 2021 Metrain Italia aveva acquisito dalla famiglia Galigani il 100% della Rustici di Pistoia, storica produttrice di componenti strutturali in alluminio per l’industria ferroviaria (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio novembre 2021, infine, la controllata canadese di Metra, Metra Aluminum Inc, aveva completato l’acquisizione dello stabilimento ex Pexal nella città di Alma (Quebec) dalla procedura concorsuale (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Nel 2022, invece, la crescita è stata interamente organica, con un fatturato consolidat di 596 milioni di euro, un risultato netto di 19 milioni e un ebitda di 60 milioni, con un debito netto di 84 milioni. Escludendo Profile, il solo Gruppo Metra (quindi senza Profile) ha venduto l’anno scorso circa 66.806 tonnellate di alluminio (+8% sul 2021) con un fatturato che, sulla scia dei rincari di costi e prezzi, è cresciuto a 493 milioni (da 328 milioni nel 2021) , con un ebitda di 49 milioni (da 33 milioni), un utile netto di 19,2 milioni (da 8,7 milioni) (si veda qui il comunicato stampa).
Lo sviluppo è avvenuto in tutti i segmenti in cui Metra è operativa, vale a dire le applicazioni industriali, che pesano circa il 70% del fatturato, e quelle per l’edilizia, che valgono il 30%. Il ferroviario (in generale si tratta di tetti e pianali completi di carrozze per clienti come Hitachi, Alstom, Siemens, Titagrah) pesa più del 20% del fatturato e presenta opportunità sempre crescenti. Un altro 30% del fatturato della divisione industrial è destinato all’end market della meccanica, con forniture di componenti speciali a disegno. In ambito automotive, comunque marginale nel portafoglio ordini del gruppo, da segnalare il progetto del pacco batteria per Maserati e le forniture di estrusi nella componentistica body in white montati su Ferrari, Jlr e Aston Martin. Nell’edilizia, oltre alle vendite per il residenziale, spinte dalla ripresa delle ristrutturazioni, da segnalare nella divisione Architectural la fornitura di oltre 2mila tonnellate di profili per la nuova sede di JPMorgan (costruttore New Hudson Facade) e la nuova sede di Rolex (costruttore Fabrica), entrambe a New York.
I primi mesi dell’esercizio 2023, si legge nella nota, si sono avviati positivamente per quanto riguarda la saturazione delle capacità produttive delle presse di più grandi dimensioni e dei relativi volumi di vendita mentre si sono dimostrati più deboli con riferimento alle presse più piccole, dove la concorrenza è più affollata e pressante. In generale il gruppo sta mantenendo una buona marginalità e capacità di generazione di cassa grazie anche a progetti di efficientamento e alla capacità di trasferire al mercato gli effetti inflazionistici dei costi. Nell’anno è previsto un piano di investimenti di 26 milioni di euro, in incremento del 33% rispetto al 2022.
KPS Capital, attraverso il KPS Special Situations Mid-Cap Fund, il private equity statunitense, dal giugno 2021 controlla anche Siderforgerossi Group spa, produttore globale di fucinati di grande diametro con sede ad Arsiero, in provincia di Vicenza (si veda altro articolo di BeBeez), che però non è stato posto sotto il perimetro di Fendari.