La friulana Roncadin spa, produttore italiano di pizze surgelate di qualità, controllato dall’omonima famiglia, si è assicurato un nuovo finanziamento con garanzia Sace di 14 milioni di euro da Intesa Sanpaolo. Credito che l’azienda impiegherà a servizio di un piano di internazionalizzazione da sviluppare tramite la controllata statunitense Roncadin Holding USA Corp (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio si tratta dell’acquisto e della ristrutturazione di uno stabilimento a Chicago, oltre alla realizzazione di una nuova linea per produrre e distribuire pizze surgelate al mercato nordamericano. L’azienda è, infatti, già presente sul mercato a stelle e strisce da oltre dieci anni, ma potrà così intensificare ulteriormente le relazioni commerciali con le principali catene alimentari locali.
A proposito del finanziamento Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, ha spiegato: “Il successo dell’export agroalimentare italiano si fonda su prodotti di grande qualità e sulla capacità dei nostri imprenditori di cogliere le opportunità di crescita che si generano in nuove destinazioni. In questo Roncadin è all’avanguardia unitamente al dare attuazione a processi di transizione ambientale, energetica e tecnologica che come Banca siamo impegnati a valutare e sostenere anche per altre realtà, in coerenza con gli interventi del PNRR”. Grazie al Programma Sviluppo Filiere della banca, nel comparto agro alimentare italiano sono già stati attivati 170 contratti di filiera che hanno coinvolto oltre 6.500 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e 22.000 dipendenti del capo-filiera.
E Lorenza Chiampo, regional manager Veneto Est e Friuli Venezia Giulia di Sace, ha aggiunto:”Siamo lieti di continuare a supportare una realtà importante come Roncadin che porta alta la bandiera del Made in Italy all’estero espandendo ulteriormente la presenza all’estero e potenziando la propria competitività”, ha dichiarato
Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin, ha commentato: “Grazie al finanziamento di Intesa Sanpaolo prende ancora più forza quello che è sempre stato il grande progetto di Roncadin, esportare il meglio dell’agroalimentare italiano in tutto il mondo. Siamo presenti nel mercato Usa dal 2016 e il nostro obiettivo è crescere ancora, cosa non semplice però perché per operare in Nordamerica occorrono grandi investimenti e un lavoro puntuale su ogni aspetto del procedimento produttivo, anche per via delle diverse e stringenti regolamentazioni sanitarie, per esempio quelle sulle carni lavorate. L’accordo raggiunto con Intesa Sanpaolo rappresenta un valore anche per i nostri fornitori, che vedranno così moltiplicarsi le opportunità di business”.
L’azienda è stata fondata nel 1992 dalla famiglia Roncadin. Oggi dà lavoro a circa 780 persone nell’area pedemontana pordenonese e in un anno realizza oltre 100 milioni di pezzi, con un fatturato che nel 2022 ha raggiunto i 155 milioni di euro. Ha chiuso il 2021 con 157 milioni di ricavi, 8,6 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 38 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Roncadin produce pizze sia a marchio proprio, sia per le private label nazionali e internazionali e recentemente ha ampliato il proprio business affiancando alle pizze surgelate anche gli impasti freschi da banco frigo. L’obiettivo di Roncadin è crescere ancora, investendo sulle persone, sullo sviluppo dello stabilimento, sul rafforzamento del marchio nei mercati italiani e stranieri, nonché sull’acquisizione di piccole e medie imprese operanti nel settore pizza e affini. Una strategia che avrà effetti positivi anche sui 600 fornitori presenti in un’ottantina di province italiane.
Roncadin è una Società Benefit e si impegna sul fronte dell’economia circolare, dell’efficienza energetica, dell’approvvigionamento sostenibile, della riduzione degli sprechi e della valorizzazione del lavoro e delle persone. In particolare, per quanto riguarda l’aspetto ambientale, Roncadin utilizza energia elettrica 100% green, proveniente sia da fornitori certificati che utilizzano fonti rinnovabili (con un mix che varia nel tempo a seconda della disponibilità delle fonti), sia dal grande impianto fotovoltaico da 7.8 megawatt che a breve coprirà il 25% del fabbisogno necessario per la produzione.