Gi Group Holding, multinazionale dal cuore milanese che offre servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro, presente in 34 paesi sia in presenza diretta sia con partnership , ha chiuso il 2022 con 3,6 miliardi di euro di ricavi (+12,3% rispetto al 2021) e la stima per il 2023 è raggiungere quota 4,2 miliardi(si veda qui il comunicato stampa). Una dimensione raggiunta dopo una storia di 25 anni, compiuti lo scorso febbraio dalla società fondata dal ceo Stefano Colli Lanzi (si veda qui il comunicato stampa di allora) e grazie anche a una attiva strategia di m&a: lo scorso gennaio il gruppo ha annunciato la sua 50a operazione con l’acquisizione di The Bridge Social (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Tornando ai dati di bilancio, presentati ieri alla stampa e alla comunità finanziaria, in occasione dell’evento Global Banking Day 2023, a fronte della crescita del fatturato del 12,3% è aumentata anche la reddivitià, con un ebitda a 139 milioni (+21,1%), un utile lordo di 508 milioni (+20%), un utile netto di 54 milioni (+33,4%). Il tutto a fronte di un Indebitamento finanziario netto che è arrivato a 256 milioni di euro, mantenendo un rapporto con l’ebida pari a 1,85 volte, mentre il patrimonio netto è salito a 196 milioni di euro, dai 144 milioni del 31 dicembre 2021.
La performance è stata positiva in tutte le aree, in particolare Europa orientale (+51%), America Latina e Sud Europa (+41%), Asia, Svizzera, e Paesi Baltici (+28%), Europa centrale (+9%) e Italia (+7%). Un miglioramento diffuso anche a livello di linee di business, col Temporary & Permanent Staffing, principale motore della crescita dei ricavi e delle FTE, in crescita del 12%, il Business Processes Outsourcing a +29%, il Middle & Senior Manager – Search & Selection a +26% e il Learning & Development a +29%.
È stato intanto avviato il piano biennale di digital transformation 2022-2023, con l’istituzione della nuova funzione “Global Digital, Innovation and Analytics”, in modo da trasformare Gi Group Holding in un’organizzazione Data-Driven. Il tutto mantenendo il focus sulla sostenibilità e sui driver di crescita ESG, fattori determinanti per rendere il lavoro sostenibile. In linea con il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), il Comitato CSR ha individuato obiettivi prioritari: istruzione di qualità, parità di genere, lavoro dignitoso e crescita economica, riduzione delle disuguaglianze, partnership per gli obiettivi.
“Intendiamo far evolvere il mercato del lavoro creando valore sostenibile, sociale ed economico. Il nostro percorso, iniziato 25 anni fa, si dimostra vincente e supportato da risultati economico-finanziari in continua crescita. Il 2022 è stato un anno ricco di cambiamenti e rinnovamenti, con la riorganizzazione del gruppo”, ha raccontato a BeBeez Stefano Colli Lanzi. “L’obiettivo per il futuro è massimizzare il valore complessivo e le sinergie interne, incrementare la gestione aziendale e i flussi monetari, migliorare la riconoscibilità di Gi Group Holding e favorire la strategia di internazionalizzazione“. In altre parole il gruppo continua a guardarsi in giro. Ha detto ancora il ceo: “il nostro modo di operare è arrivare ad acquisire il 100% delle aziende a cui guardiamo, che si fanno avanti o che ci propongono i nostri advisor con cui negli anni abbiamo stabilito buoni rapporti. Diventano comunque subito parte del nostro gruppo. Ora intendiamo consolidare la nostra presenza in Europa, dove i competitor sono molto forti. Poi, quando i tassi scenderanno e quando ci sentiremo ancora più forti, guarderemo senza dubbio agli Stati Uniti“. E ha concluso Colli Lanzi: “Possiamo comunque ritenerci già soddisfatti, dato che siamo secondi in Europa dell’Est, terzi in Italia avendo superato Manpower, quinti in Spagna, primi in Brasile, tra i primi dieci in Cina e India. Abbiamo poi effettuato un’operazione in Canton Ticino che ci ha fatto essere primi su piazza. Inoltre abbiamo in corso una nuova operazione ma non posso ancora anticipare nulla. In questa fase storica è molto complicato definire il valore di un’azienda”.
A proposito della posizione in Europa dell’Est, ricordiamo che a settembre 2020 Gi Group ha acquisito una partecipazione di controllo (ma non la maggioranza) in Work Service, azienda quotata alla borsa di Varsavia e attiva in Polonia e nei paesi del Centro Europa nel settore dei servizi alle risorse umane ma in pessime condizioni finanziarie. In base agli accordi sottoscritti, dunque, Gi Group si era impegnata a fornire a quest’ultima rilevanti risorse finanziarie, permettendo così a Work Service di stabilizzare completamente la propria situazione e di riportarla a un percorso di crescita e sviluppo del business. Al momento, però, Gi Group ne possiede il 90% mentre il 10% è ancora in mano ai soci polacchi. L’idea è quella di farli uscire ed acquisirla interamente per poi portarla a un delisting immediato. “Non si può fare uno squeeze out perché per le leggi vigenti in Polonia occorre detenere il 95% e noi deteniamo il 90%. Quindi questa situazione va risolta in qualche modo ma tengo a precisare che per noi questa società è davvero marginale, in relazione al nostro business”, conclude Colli Lanzi.