Il Tribunale di Reggio Emilia ha emesso il decreto di omologa del concordato per lo Scatolificio La Veggia spa, storica società di Roteglia di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella produzione di imballaggi in cartone, con la relazione favorevole del commissario giudiziale Silvio Facco (si veda qui il comunicato stampa), che era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale lo scorso novembre, con l’assemblea dei creditori che era stata fissata per lo scorso 4 maggio. Contestualmente la maggioranza della società sinora sotto il controllo della famiglia Giacopini, è passata in capo alla multinazionale austriaca Prinzhorn, la cui proposta d’investimento era alla base del piano concordatario presentato lo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez).
Ad assistere Prinzhorn sotto l’aspetto finanziario è stato CDI Global Italy, mentre lo studio CMS ha seguito gli aspetti legali e real estate. Lo Scatolificio La Veggia, invece, è stato assistito dallo Studio Bagni Fiorcari Huller per gli aspetti finanziari e per il processo di ristrutturazione del concordato preventivo, e da Nobili RTZ per la consulenza legale.
Ricordiamo che il piano prevede un’iniezione di 11 milioni di euro come aumento di capitale da parte di Prinzhorn (che dovrebbe diventare poi unico azionista), l’acquisto della fabbrica di Roteglia per 21,5 milioni e ulteriori 10,8 milioni di nuova finanza. Inoltre, a fronte del piano, a novembre il Tribunale aveva autorizzato la società a contrarre finanziamenti prededucibili per l’affidamento di linee di credito a breve termine nella forma tecnica di anticipi su fatture e anticipi fino a un massimo di 3 milioni di euro.
L’arrivo degli austriaci in Emilia porterà numerosi benefici in termini di salvaguardia di posti di lavoro e di consolidamento del polo del cartone ondulato italiano, il secondo più grande d’Europa, tramite i significativi investimenti che il gruppo Prinzhorn effettuerà nei prossimi anni.
Il gruppo Prinzhorn, di proprietà dell’omonima famiglia e con sede a Vienna, è il terzo player in Europa nel settore degli imballaggi, della carta e del riciclaggio, un colosso che conta 10 mila dipendenti in 16 paesi e 2,3 miliardi di euro di fatturato. A conduzione familiare, è strutturato in tre divisioni: Dunapack Packaging (soluzioni di imballaggio in cartone ondulato), Hamburger Containerboard (produzione di cartone per contenitori) e Hamburger Recycling Group (raccolta e commercio di materie prime secondarie).
Per quanto riguarda lo storico scatolificio reggiano, che grazie all’acquisizione può ancora contare 150 dipendenti e 100 milioni di metri quadrati annui di capacità produttiva, ha chiuso il bilancio 2021 (l’ultimo disponibile) con ricavi per 40,8 milioni di euro dai 59 milioni del 2019, un ebitda negativo di 6,8 milioni di euro dai circa 700 mila dell’anno pre-Covid e un debito finanziario netto di 272 mila euro dai precedenti 8,4 milioni di euro (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Finisce quindi la lunga serie di disavventure finanziarie del gruppo La Veggia, iniziate nell’ormai lontano 2004 con il default del bond da 100 milioni di euro, nello stesso periodo in cui andarono in default anche i bond di Parmalat e Cirio.