Sebino Holding, veicolo di investimento controllato indirettamente da Seta Holding sa, la piattaforma di investimento lussemburghese di cui è advisor esclusivo per l’Italia J Hirsch srl, è arrivato a detenere il 98,47% del capitale di Sebino spa, azienda che progetta, sviluppa e installa sistemi antincendio e di security in Italia e in Romania quotata sull’Euronext Growth Milan , a valle dell’opa che si è conclusa lo scorso 1° settembre (si veda qui il comunicato stampa)
Sulla base dei risultati definitivi comunicati da Mediobanca, in qualità di intermediario Incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni, risultano infatti portate in adesione all’offerta, complessivamente 980.044 azioni, rappresentative del 7,19% del capitale sociale di Sebino. Durante il periodo di offerta, però, Sebino Holding ha acquistato titoli di Sebino sul mercato per un totale del 6,89% del capitale. Questi titoli si vanno quindi a sommare a quelli acquisiti da Sebino Holding lo scorso maggio, pari all’85,33% del capitale di Sebino, in un’operazione che aveva fatto scattare l’obbilgo di opa (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta era poi partita lo scorso 28 luglio a 7,20 euro per azione (si vedano qui il comunicato stampa di allora e qui il Documento di offerta).
Prima dell’operazione Sebino spa faceva capo a Nexus I srl (società interamente controllata dall’amministratore delegato Gianluigi Mussinelli tramite Leo Holding), che ne deteneva il 53%. Il restante era suddiviso tra Giacomina Cadei, Lucia Cadei, Elena Cadei e Maria Luisa Cadei, ciascuna con il 10,5% del capitale, e Giovanni Romagnoni, con il rimanente 5%. La famiglia Cadei e Romagnoni con l’operazione sono usciti da Sebino spa, mentre Seta Holding è andata ad affiancare Nexus I, confermando Mussinelli alla guida della società.
Come si legge nel Documento di offerta (pag. 70) Ai fini dell’opa la società è stata valutata circa 80 milioni di euro, cioé 1,1 volte i ricavi e 7,2 volte l’ebitda del 2022, che sono stati, rispettivamente di circa 73 milioni e 10,7 milioni di euro, a fronte di liquidità netta per 12,6 milioni e di una capitalizzazione al prezzo d’opa pari a 90 milioni. I multipli di valutazione di offerta sono stati quindi al di sotto di quelli dei titoli quotati comparabili, in media, 1,3 volte i ricavi e 8,5 volte l’ebitda.