SMCP Group, il gruppo proprietario dei marchi francesi di abbigliamento fashion accessibile Maje, Sandro e Claudie Pierlot, prepara un bond high yield da 290 milioni di euro a sette anni con opzione di rimborso dopo il terzo anno. Lo riferisce Highyieldbond.com, che precisa che a gestire il collocamento saranno Credit Suisse, Goldman Sachs, KKR e UBS e che il roadshow europeo parte oggi e si concluderà il 10 giugno. Il bond, che avrà rating B3/B, servirà a finanziare in parte l’acquisizione di SMCP da parte di KKR (65%) e del management (35%), che hanno rilevato di recente (si veda altro articolo di BeBeez) il controllo della griffe dai fondi L Capital e Florac (51%) e dalle due creatrici dei marchi Maje e Sandro, rispettivamente Judith Milgrom e Evelyne Chetrite (49%). SMCP è stata valutata 670 milioni nel buyout, cioè 9,7 volte l’ebitda rettificato dell’esercizio che si è chiuso a fine marzo 2013.
Poco più di un mese fa anche New Look Group, la catena britannica di negozi di abbigliamento budget fashion controllata dai fondi Apax e Permira, aveva lanciato un bond high yield da 800 milioni di sterline per rifinanziare il debito (a fine marzo il debito netto era di 1,1 miliardi di sterline) e finanziare il progetto di sviluppo in Cina, che prevede l’apertura di centinaia di negozi per fare concorrenza ad H&M. Lo riferisce Bloomberg, che precisa che New Look aprirà il primo negozio in Cina nel marzo 2014. Più nel dettaglio, il ricavato del bond servirà per la maggior parte a rimborsare tutto il debito senior e mezzanino e parte delle obbligazioni PIK (payment-in-kind, cioè con interessi capitalizzati a scadenza), che da sole a fine marzo avevano raggiunto quota 717 milioni di sterline (si veda Bloomberg).
IBM acquisirà per quasi 2 miliardi di dollari SoftLayer Technologies, uno dei principali fornitori di servizi di cloud computing, specializzato nello sviluppo di network per la gestione di dati e di software per aziende in remoto. Lo ha comunicato ieri IBM. SoftLayer, che nel 2012 ha registrato ricavi per 335 milioni di dollari, è controllato dal 2010 dal fondo californiano GI Partners e permetterà a IBM di fare concorrenza ad Amazon, che in questo settore domina il mercato. L’obiettivo di IBM è raggiungere un fatturato di 7 miliardi di dollari entro il 2015 in questo settore. Al deal si erano interessati anche EMC, il principale produttore di computer per immagazzinamento dati, Oracle e AT&T.
Billabong International, il noto marchio di abbigliamento sportivo per surfisti quotato alla Borsa di Sidney, non è più in vendita. Lo ha annunciato ieri la società, contemporaneamente a un nuovo profit warning, il terzo consecutivo in sei mesi. Lo riferisce Reuters, che precisa che ieri sul mercato le azioni di Billabong sono crollate del 58% a un minimo di 0,19 dollari australiani, dopo che la società ha annunciato che, invece di far entrare nel capitale dei nuovi azionisti, batterà la strada del rifinanziamento del debito e della vendita di asset, continuando in questo senso le discussioni con le due cordate che erano rimaste in trattativa per l’acquisizione e cioè l’ex capo delle attività Usa di Billabong, Paul Nade, insieme al fondo Sycamore Partners e il fondo Altamont Capital Partners insieme al gruppo di abbigliamento Usa VF Corp (si veda altro articolo di BeBeez).
A inizio aprile, quando ancora le azioni di Billabong valevano circa 70 cent per azione, i due consorzi avevano offerto, rispettivamente, 60 e 50 cent per azione, cioè meno della metà degli 1,1 dollari per azione che entrambi avevano proposto prima della due diligence. Quella di Billabong è ormai una storia infinita, che va avanti da inizio 2012. In particolare nel febbraio dell’anno scorso Tpg aveva messo sul piatto per l’intero capitale di Billabong un’offerta da 3 dollari per azione per un totale di 766 milioni, ma il consiglio di amministrazione del gruppo australiano aveva però rimandato l’offerta al mittente.