Nei primi mesi del 2023 la casa vitivinicola di Gambellara (Vicenza) Casa Vinicola Zonin (partecipata al 36% da 21 Invest dal 2018) ha deciso di avviare una maggiore espansione negli Stati Uniti attraverso il distributore Rndc, ha confermato il valore delle vendite e ha messo a segno un piano di investimenti più strutturato.
Il programma è ambizioso: nei prossimi tre anni la multinazionale veneta intende investire circa 50 milioni di euro per presidiare meglio i mercati e diventare uno dei marchi di riferimento nel mondo. Nel frattempo, i tre fratelli Zonin vorrebbero anche ridisegnare parte dell’offerta, cedendo eventualmente alcune tenute (ad esempio, Castello del Poggio, Rocca di Montemassi o Principi di Butera) ed acquisendone altre per avere un posizionamento migliore sui mercati.
Ora l’obiettivo, accanto alla definizione del processo di riassetto interno delle società controllate, è migliorare la profittabilità del canale Ho.re.ca., con il contestuale contenimento dei costi delle materie prime e delle spese finanziarie.
Del resto, nel 2022, il gruppo vicentino ha realizzato ricavi per 200 milioni di euro e una perdita netta di 2,3 milioni, un ebitda di 10,3 milioni e un indebitamento finanziario netto di 76,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Numeri confermati dall’area studi Mediobanca (si veda altro articolo di BeBeez), che sul 2022 parla di ricavi consolidati per 200,1 mln di euro (+0,8%), di cui 165 mln (-1,9%) sui mercati esteri, una perdita netta di esercizio di 2,33 mln contro i 5,1 mln del 2021. Infine, si legge che la combinazione nel 2022 degli alti costi dell’energia e delle materie prime ha generato un rialzo nell’acquisizione delle materie prime di circa il 10%.
Dal 2023 la holding Casa vinicola Zonin controlla le nove tenute di famiglia e ciascuna di queste ha la proprietà dell’azienda agricola con i relativi rapporti giuridici. E svolge principalmente l’attività di commercializzazione e distribuzione dei vini delle maggiori denominazioni italiane.
Alla fine del lungo processo di riassetto sociale, il valore di terreni e fabbricati nel bilancio civilistico di Casa Vinicola Zonin è sceso da 205 a 40 milioni, mentre quello delle partecipazioni è cresciuto da 55 a 214 milioni. Il gruppo Zonin dichiara 1.700 ettari vitati di proprietà e produce vini fermi e spumanti a marchio proprio e delle tenute di famiglia: Ca’ Bolani in Friuli, Castello del Poggio in Piemonte, Il Bosco in Oltrepò, Rocca di Montemassi e Castello di Albola in Toscana, Masseria Altemura in Puglia e Principi di Butera in Sicilia. A queste si unisce Barboursville Vineyards, negli Stati Uniti, azienda di 500 ettari, di cui 70 vitati, tra varietà internazionali e italiane, come il Vermentino e il Nebbiolo. Per la Virginia è stato il primo e fondamentale passo verso la viticoltura, che negli anni ha preso sempre più piede, tanto che oggi nello Stato della East Coast si contano più di 300 aziende che producono vino. C’è poi anche la cantina Dos Almas, in Cile. In tutto le bottiglie prodotte nel 2022 sono state 50 milioni.
Il gruppo Zonin ha visto un aumento del valore medio del venduto ma una diminuzione dei volumi. Secondo l’azienda, i motivi di queste variazioni sono l’inflazione, il cambio euro vs dollaro ma, soprattutto, la differente genesi dei consumi tra canali dovuto all’aumento dei consumi fuori casa a scapito di quelli domestici. Che, di conseguenza, ha cambiato anche la marginalità dell’azienda. A pesare, poi, c’è stata anche la crescita dei tassi di interesse.
Ricordiamo che il controllo della società fa capo alla famiglia Zonin per il 64%, il resto è in portafoglio al fondo di private equity 21 Invest, la holding d’investimento di Alessandro Benetton, che a dicembre 2018 ha deciso di sottoscrivere in aumento di capitale una quota del 36% di Zonin 1821 per un importo di 65 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).