Newcleo, la scaleup italo-britannica impegnata dal 2021 nello sviluppo di reattori nucleari di quarta generazione, che usano le scorie come combustibile, conta di chiudere entro il primo semestre la prima tranche di raccolta del maxi round da un miliardo di euro, aperto nel marzo 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il target di raccolta complessivo potrebbe essere raggiunto entro fine anno. Lo apprende BeBeez, dopo che l’anno scorso sono entrati due nuovi azionisti, Fin Posillipo spa e RO.RO, che hanno portato la compagine sociale da 599 a 601 soci (si veda qui il documento appena depositato presso la Camera di Commercio britannica e qui per confronto quello depositato a inizio 2023).
Fin Posillipo è la holding della famiglia Petrone di Napoli, socio di riferimento di Pierrel (si veda altro articolo di BeBeez), società delistata la settimana scorsa da Piazza Affari, dopo 17 anni di Borsa, che ha sottoscritto per 41,7 milioni di sterline nominali il 10% di newcleo, quota identica a quella del fondatore e presidente Stefano Buono tramite Elysia Capital. Raffaele Petrone, numero uno di Pierrel e amministratore delegato di Fin Posillipo, è entrato nel board of directors di newcleo, in cui ricopre il ruolo di direttore non esecutivo.
Il secondo nuovo ingresso in Newcleo, quello di Ro.Ro è in realtà il risultato di una divisione della precedente partecipazione di Gaudenzio Roveda (azionista con quote significative di alcune società quotate come e Abitare In e la Spac Industrial Stars of Italy 4, che ha poi condotto la business combination con Sicily by Car). Roveda ha trasferito proprio in Ro.Ro il 2% del 4,85% che già risultava in portafoglio nel 2022. Ro.Ro è una società semplice posseduta assieme a Rossana Giovanna Rovida, con quest’ultima che a sua volta è anche direttamente proprietaria dell’1,02% della scaleup italo-britannica già nel 2022.
Finora Newcleo, la cui compagine sociale è composta al 90% da investitori italiani, tra i quali diverse famiglie imprenditoriali, si è assicurata oltre 400 milioni di euro. L’ultimo round di investimento risale al giugno 2022, quando sono stati raccolti 300 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), provenienti per i due terzi dagli investitori del precedente round da 118 milioni di dollari chiuso nel settembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2021 avevano partecipato la rete italiana di business angel Club degli Investitori (con 2,3 milioni); LIFTT, veicolo di investimento in startup presieduto da Buono nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links; ed Exor Seeds, il braccio di venture capital di Exor, holding quotata della famiglia Agnelli, che possiede il 2,4% Newcleo, poco meno della quota in mano al chief scientific officer di newcleo, Luciano CInotti (2,7%).
Nel capitale di Newcleo compaiono anche la famiglia Drago (De Agostini); il banchiere Claudio Costamagna; l’ex ceo di UBI Banca Victor Massiah (con lo 0,1%); il veicolo di club deal organizzato da Azimut, Azimut Direct Investment Newcleo (con il 3,2%); e Simon Fiduciaria, parte del Gruppo Ersel (con il 4,1%). A loro si sono poi uniti diversi fondi di venture capital internazionali e altri protagonisti della finanza italiana, come la famiglia Rovati (che possiede il 3,2% tramite Fidim srl), Davide e Vittorio Malacalza (che insieme tramite detengono l’8,46% di Newcleo tramite Hofima e Luleo), gli imprenditori del vetro Bormioli (che hanno più del 4% attraverso BF&F), la Novacapital di Paolo Merloni (il 2,6%) e la dinastia svedese Lundin. Tra gli investitori, c’è anche MITO Technology con il fondo Progress Tech Transfer, che ha investito 3 milioni.
Nel 2022 Newcleo Ltd (la holding che controlla il 100% di newcleo srl) ha accumulato una perdita complessiva superiore ai 18 milioni di euro a fronte di cassa per quasi 107 milioni (si veda qui il bilancio del 2022). Anche nel 2023 il fatturato è stato pari a zero, ma quest’anno la società prevede che possa arrivare a 40 milioni provenienti per lo più dal consolidamento delle attività delle aziende acquisite l’anno scorso.
Poco prima di Natale la società italo-britannica ha poi completato l’acquisizione dal gruppo tedesco Rütschi delle sue controllate Pompes Rütschi sas e Rütschi Fluid ag per assicurarsi le loro pompe ingegnerizzate per applicazioni nucleari, transazione da 68,9 milioni di euro comunicata pochi mesi prima (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a ottobre Newcleo ha termine l’acquisto del gruppo italiano SRS-Fucina, leader mondiale nella progettazione e costruzione di sistemi nucleari che utilizzano la tecnologia del piombo liquido, operazione annunciata a giugno dell’anno scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo inoltre che newcleo ha siglato pochi giorni fa un patto con la transalpina NAAREA per lo sviluppo di reattori nucleari di quarta generazione in Francia. Questa partnership segue quella siglata poco prima con l’italiana Maire, tramite le controllate di quest’ultima NextChem Tech e Tecnimont, per applicare i reattori Newcleo alla decarbonizzazione dell’industria chimica, compresa la produzione di idrogeno (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre a ottobre Newcleo ha stretto un accordo di collaborazione e investimento con il gruppo italo-rumeno Tosto Group, leader nella produzione di componenti grandi e in pressione nei settori chimico, oil & gas ed energetico, compreso il settore nucleare (si veda altro articolo di BeBeez), mentre quasi un anno fa ha sottoscritto un accordo di cooperazione con Enel (si veda altro articolo di BeBeez) e l’anno prima con Enea (si veda altro articolo di BeBeez) per sviluppare un reattore nucleare di quarta generazione al di fuori dell’Italia.