Oltre all’Abu Dhabi Investment Authority (ADIA), il fondo sovrano di Abu Dhabi (si veda altro articolo di BeBeez), ci sarà anche il Canada Pension Plan Investment Board (CPP Investments) tra i co-investitori di KKR nell’operazione NetCo di TIM, cioè la società che deterrà il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni attualmente posseduta da TIM. Lo ha riferito nei giorni scorsi Reuters, precisando che il fondo pensione canadese possiederà una quota del 17,5% di Optics HoldCo, la holding in cima alla catena strutturata da KKR Infrastructure per acquisire la NetCo.
Ricordiamo che il transaction agreement relativo a Netco era stato firmato a inizio dello scorso novembre 2023 tra TIM e Optcs BidCo, società, si diceva allora, controllata da KKR e partecipata anche da Azure Vista, veicolo che fa interamente capo ad ADIA. Pare però di capire che la partecipazione di ADIA (ora si parla di una quota del 20% della NetCo) si collocherà allo stesso piano rispetto a quella di CPP Investments e che quindi Optics HoldCo possiederà il 100% di Optics BidCo che acquisirà il 100% della NetCo.
Prende quindi via via sempre più forma la struttura dell’operazione, dopo che nei giorni scorsi è stato annunciato il closing della raccolta del fondo di F2i sgr Fondo VI Rete Digitale che, assieme al Fondo IV Ania e al Fondo V per le Infrastrutture Sostenibili, investirà un totale complessivo di un miliardo di euro, per una quota del 10% della NetCo (si veda altro articolo di BeBeez).
Un altro 15-20%, come noto, sarà infine acquisito dal Governo italiano, che parteciperà all’acquisto tramite il MEF-Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, che nei giorni scorsi ha dato il suo placet all’operazione ai fini della normativa Golden Power (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo quanto riferito ancora da Reuters, il Tesoro avrà poteri di veto sulle questioni strategiche che riguardano la rete fissa di Telecom Italia, oltre alla possibilità di nominare il presidente di Optics HoldCo.
Ricordiamo che il transaction agreement siglato a novembre, che ipotizza che il closing avvenga entro l’estate di quest’anno, prevedeva: da un lato il conferimento da parte di TIM di un ramo d’azienda, costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia, in FiberCop, società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame e che è al momento controllata da TIM e partecipata per il 37,5% da KKR Infrastructure e per il 4,5% da Fastweb; e dall’altro lato il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima, all’esito del predetto conferimento. Il tutto sulla base di un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, escludendo la controllata Sparkle e senza considerare eventuali incrementi di valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito di Sparkle, ricordiamo che a fine mese scadono i termini perché KKR presenti un’offerta vincolante anche per questa società, che è l’operatore internazionale di telecomunicazioni all’ingrosso interamente di proprietà di TIM, che gestisce cavi in fibra che si estendono per oltre 600 mila chilometri, con una rete sottomarina che trasmette informazioni tra i Paesi dell’Europa, del Mediterraneo e delle Americhe. Si dice che TIM per Sparkle chieda circa un miliardo di euro. A inizio dicembre 2023 Optics Bidco aveva confermato il proprio interesse alla prosecuzione delle negoziazioni per l’acquisto di Sparkle, ma aveva appunto chiesto di poter approfondire fino alla fine di gennaio 2024 le attività di due diligence, in modo da poter disporre di tutte le informazioni necessarie per formulare un’offerta finale (si veda altro articolo di BeBeez).