Rovagnati, storica azienda che ha sede nel cuore della Brianza attiva nella produzione di salumi, prosegue nel piano di transizione energetica, aumentando gli investimenti in energia solare. È infatti in fase di avvio il nuovo parco fotovoltaico dello stabilimento di Arcore con una potenza che sarà di 722,68 kW e, entro il 2024, è previsto un ampliamento del parco già presente nello storico stabilimento di Villasanta (MB), (si veda qui il comunicato stampa).
I termini dell’investimento non sono stati resi noti e l’azienda, interpellata da BeBeez, preferisce non divulgarli. Si sa solo che grazie a questi nuovi impianti, la capacità di autoproduzione di energia elettrica di Rovagnati crescerà del 13%, arrivando quindi all’80% del fabbisogno elettrico aziendale.
Gli investimenti appena annunciati camminano in parallelo con gli obiettivi di crescita, potenziamento energetico e sostenibilità annunciati lo scorso settembre quando, ricordiamo, l’azienda ha dichiarato di aver messo sul piatto 11 milioni di euro da investire nei prossimi tre anni in miglioramento dei processi e informatizzazione degli stabilimenti, sviluppo di prodotti senza nitriti, packaging sostenibile e internazionalizzazione (si veda altro articolo di BeBeez).
Il nuovo parco fotovoltaico, che verrà inaugurato prossimamente andando ad aggiungersi a quelli già presenti a Villasanta, Felino, Sala Baganza e nell’Azienda Agricola Borgo del Sole, non è l’unico aspetto della transizione energetica di Rovagnati. L’azienda sta infatti lavorando anche a un piano di efficientamento dei parchi caldaie che nel 2023 ha portato a una diminuzione stimata del consumo di gas metano del 5%.
Le attività relative alla transizione energetica rientrano nell’ambito di Rovagnati Qualità Responsabile (RQR), il programma ESG (Environmental, Social, Governance) con cui l’azienda si fa promotrice di uno sviluppo sostenibile del business, attento ai prodotti, alle persone e all’ambiente.
“L’energia è un tema particolarmente strategico e complesso in questo momento per tutte le aziende, soprattutto per quelle trasformative come Rovagnati. Abbiamo attraversato negli ultimi anni un contesto macro economico complicato che ci ha portati a compiere alcune scelte strategiche, anche in termini energetici. Ma al di là dei fattori congiunturali, che sono sempre in evoluzione, Rovagnati vuole scommettere su una visione di lungo periodo e da anni continua a investire in un processo di trasformazione industriale che passa attraverso l’efficientamento energetico, la riduzione degli sprechi e il potenziamento delle fonti rinnovabili”, ha detto Gabriele Rusconi, managing director, board member e Executive Vice President North America di Rovagnati, che ha aggiunto: “Questi investimenti sono fondamentali per il nostro business come quelli in ricerca e sviluppo di prodotto. Per essere veramente a prova di futuro è fondamentale continuare a creare valore aggiunto per i clienti, i partner e tutti gli stakeholders”.
La visione strategica di lungo periodo sulla sostenibilità è espressa nel manifesto I segreti del Buono, Sano e Giusto che racconta il percorso consapevole che l’azienda sta compiendo: portare in tavola un’offerta gastronomica buona e sana, sviluppata con sistemi all’avanguardia e secondo i più elevati standard di qualità.
Rovagnati, che oggi conta 1.200 lavoratori, 3 impianti di allevamento e 6 stabilimenti produttivi in Italia, è stata fondata a Biassono (Monza Brianza) nel 1941 con la produzione di burro e la commercializzazione del formaggio, da un’idea di Angelo Ferruccio Rovagnati e da suo figlio Paolo, con l’obiettivo di creare alta qualità anche per un prodotto sino allora considerato di livello inferiore come il prosciutto cotto.
Oggi l’azienda è nelle mani di Claudia Limonta che ne ha il controllo con il 56,91% e di Ferruccio e Lorenzo Rovagnati con il 21,54% ciascuno. Il 2022 si è chiuso a livello consolidato con quasi 340 milioni di ricavi, 12,7 milioni di ebitda e un indebitamento finanziario netto di 94,3 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Dall’invenzione, negli anni ’60, del Gran Biscotto, il prosciutto cotto con la firma, la crescita di Rovagnati non si è mai fermata. Negli anni duemila, viene appunto realizzato l’impianto di Villasanta che, in modo completamente automatico, gestisce la spedizione della produzione. Ad Arcore viene costruito uno stabilimento per lo sviluppo di prodotti innovativi: “Le Panatine” e “Snello Gusto & Benessere”. L’azienda vive da anni una forte espansione internazionale e oggi esporta in più di 20 paesi, con particolare focus su Francia, Belgio, Germania, Singapore, Hong Kong, Svizzera e Stati Uniti.
L’investimento sarà strategico sia per lo sviluppo di prodotti in grado di far presa sui mercati esteri, sia per il potenziamento dello stabilimento produttivo statunitense di Vineland (New Jersey) inaugurato nel settembre 2021. A proposito di sviluppo negli Usa, ricordiamo che a novembre 2020 UniCredit aveva concesso un finanziamento di 12 milioni di dollari alla controllata statunitense Rovagnati US Holding (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Il processo di internazionalizzazione e la strategia di crescita del brand sono supportati anche da operazioni di acquisizione, come quella dello storico marchio Berkel, brand delle affettatrici noto a livello mondiale, acquisito una decina di anni fa (si veda altro articolo di BeBeez).