Sono Unicredit e Banca Finint a capo della classifica degli arranger bancari di minibond, cioé titoli obbligazionari sino a 50 milioni di euro, sia per numero sia per valore, rispettivamente con 30 e 28 emissioni strutturate nel 2023 per 150,6 milioni di euro e 78 milioni complessivi. Al terzo posto per numero di emissioni c’è Mediocredito Trentino Alto Adige con 6 titoli mentre per controvalore si posiziona al terzo posto Banca Sella con 35 milioni. La lista, stilata dall’Osservatorio minibond della School of Management del Politecnico di Milano, è contenuta nel Decimo Report dell’Osservatorio, guidato dal professor Giancarlo Giudici, che sarà presentato questa mattina a Milano in occasione di un evento di cui BeBeez come sempre è media partner e che si potrà seguire anche in streaming (si vedano altro articolo di BeBeez, qui il comunicato stampa e qui l’intero Report). A supportare l’Osservatorio sono ADB Corporate Advisory, Banca Finint, Cassa Depositi e Prestiti, Cerved Rating Agency, Foresight Group, F&P Frigiolini & Partners Merchant, Mediocredito Centrale, Mediocredito Trentino-Alto Adige, modefinance, Orrick, Sella Investment Banking, Borsa Italiana, Innexta.
Nel 2022 in cima alla classifica c’era invece Banca Finint, seguita da Unicredit e BPER Banca (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, Banca Finint si era piazzata al primo posto sia per numero di emissioni (46) sia per valore (415,6 milioni), mentre Unicredit, che aveva guidato entrambe le classifiche per numero e per valore nel 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) nel 2022 aveva curato 45 emissioni per un controvalore complessivo di 204,4 milioni.
Quanto agli arranger non bancari, al primo posto per numero di minibond curati nel 2023 c’è Frigiolini & Partners Merchant (21 emissioni), C&G Capital è al secondo posto (4), mentre al terzo posto a parimerito ci sono Anteos Capital Advisors ed Equita (3 emissioni a testa). La classifica per controvalore, invece, vede in cima Anteos Capital Advisors con 28 milioni, Frigiolini&Partners Merchant come secondo (25,9 milioni) ed Equita al terzo posto (21 milioni). L’anno prima F&P Merchant era in cima alla classifica per numero (34 emissioni) mentre Pirola Corporate Finance con 52,5 milioni era al primo posto per valore e viceversa F&P Merchant era seconda per valore (36,65 milioni) e Pirola Corporate Finance seconda per numero (10), mentre al terzo posto delle due classifiche era sempre Anteos Capital (7 minibond e 28,32 milioni).
Negli ultimi 10 anni, cioé in sostanza dall’inizio del mercato dei minibond, la palma dell’arranger più attivo tra gli operatori bancari va a Banca Finint, con 270 titoli per 1,79 miliardi, mentre svetta in cima alla classifica decennale degli operatori non bancari Frigiolini & Partners Merchant con 208 emissioni per 162 milioni. Il tutto considerando che il totale nominale delle emissioni di minibond nei dieci anni ha raggiunto i 9,98 miliardi di euro spalmati su 1.679 emissioni.
Quello che emerge dalla tanto attesa classifica degli arranger è però in generale il fatto che nel 2023 c’è stato un netto calo di attività per tutti rispetto al 2022, salvo pochissime eccezioni. Il trend era già stato segnalato dall‘inchiesta di copertina di BeBeez Magazine n. 16 del 23 dicembre 2023, che però faceva un focus sull’attività dei soli arranger non bancari ma in relazione alle operazioni sia su minibond sia in direct lending.
D’altra parte, l’aumento dei tassi di interesse e la debolezza dell’economia hanno avuto forti ripercussioni sull’industria dei minibond in Italia, con emissioni soltanto per 1,095 miliardi di euro contro 1,878 miliardi del 2022. Anche le società emittenti sono scese a 165, dalle 268 del 2022, con 184 emissioni contro 288 emissioni l’anno prima. Il calo è stato particolarmente marcato nel primo semestre, così come già emergeva dal Report di BeBeez 8 mesi di private debt 2023 pubblicato lo scorso settembre (disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
La buona notizia è che però il trend sta cambiando. Ha detto Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio: “Il 2023 ha visto un significativo calo delle emissioni di minibond e della relativa raccolta, legato all’aumento dei tassi di interesse, alle incertezze sul futuro delle garanzie pubbliche e alla frenata degli investimenti aziendali. l dato interessante però, confermato dal recupero dei volumi delle emissioni di minibond nel secondo semestre dell’anno, è che gli operatori segnalano una buona pipeline di opportunità per il 2024. Inoltre, nonostante il trend sfavorevole il 2023 ha segnato qualche piccolo record: ad esempio, le emissioni ESG (green bond e sustainability-linked bond) hanno raccolto ben 351 milioni di euro, ovvero il 32% dell’intera raccolta annuale, e il 26% degli investimenti tracciati in minibond è arrivato da banche e fondi esteri, un valore mai raggiunto fino ad ora”.