È corsa contro il tempo per salvare l’azienda di lingerie La Perla Manufacturing, dopo che il Tribunale di Bologna ha dichiarato lo stato di insolvenza lo scorso 1° febbraio (si veda qui il Portale dei creditori e qui la sentenza del Tribunale), estromettendo dalla gestione il fondo olandese Tennor Holding BV (ex Sapinda Holding) di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst tramite la controllata Lilac Holding Lux sarl (si veda altro articolo di BeBeez). I commissari giudiziali Francesco Paolo Bello, Francesca PaceeGianluca Giorgi hanno tempo fino al prossimo 2 aprile per verificare se la società possa essere messa in amministrazione straordinaria, come auspicato dal giudice delegato Maurizio Atzori. L’alternativa, infatti, è la liquidazione giudiziale.
In liquidazione giudiziale è invece finita alla fine di gennaio La Perla Global Management UK Limited srl (si veda qui il Portale dei creditori), proprietaria del marchio di intimo di lusso e con settanta dipendenti a Bologna, controllata italiana della britannica La Perla Global Management Ltd., “chiusa” dall’Alta Corte di Londra per imposte non pagate pari a 2,8 milioni di sterline (3,25 milioni di euro circa al cambio attuale) e in seguito a un’istanza di HMRC-His Majesty’s Revenue & Customs, come riportato da Bloomberg. La società madre, La Perla Fashion Holding, ha smentito qualsiasi difficoltà finanziaria dopo la decisione del tribunale inglese, ma Windhorst l’anno scorso è stato comunque al centro di una tempesta, anche giudiziaria, riguardante la perdita di miliardi di euro da parte del suo fondo di investimento H2O AM LLP dovuta ai rimborsi di titoli legati a Tennor.
Tornando in Italia, i tre commissari designati dal Ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) hanno ormai chiara la situazione finanziaria dell’azienda e i loro pareri circa la fattibilità di aprire l’amministrazione straordinaria passano ora all’esame del giudice delegato per l’eventuale via libera.
Intanto è stata sbloccata la cassa integrazione straordinaria per i 212 lavoratori di La Perla Manufacturing, che non percepiscono lo stipendio dallo scorso mese di ottobre. La direzione generale del Ministero del Lavoro ha infatti pubblicato il decreto con cui si autorizza l’Inps a pagare l’ammortizzatore sociale per dodici mesi: dallo scorso 1° febbraio al 31 gennaio 2025.
L’istanza è stata presentata dai commissari giudiziali il 4 marzo scorso e il provvedimento riguarda, per ora, solo il ramo produttivo, in attesa dello sblocco della Cigs anche per i settanta di La Perla Global Management Uk Ltd. srl, in liquidazione come detto sia in Italia che nel Regno Unito.
“Esprimo soddisfazione per il significativo lavoro dei commissari di La Perla che, in pochi giorni, ha portato al decreto che autorizza la Cigs dando respiro a dipendenti e famiglie coinvolte. L’impegno su questa vertenza non si arresta: oltre alle misure per fronteggiare l’emergenza, proseguiremo affinché questo storico marchio orgoglio del made in Italy possa essere rilanciato e tornare sul mercato nelle migliori condizioni”, ha commentato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, auspicando che si attivi al più presto l’amministrazione straordinaria.
La società presenta un’esposizione debitoria pari a oltre 107 milioni di euro, superiore ai due terzi tanto dell’attivo (circa 109,4 milioni) che del fatturato (quasi 18 milioni), secondo quanto scrive il Mimit. L’azienda, si legge nella sentenza del Tribunale di Bologna, “è incapace di adempiere alle proprie obbligazioni, come risulta dai dati emersi dal bilancio ordinario d’esercizio al 31 dicembre 2022”, in profondo rosso (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente, e qui il bilancio 2022 della capogruppo).
I creditori possono presentare domanda per l’insinuazione al passivo entro il prossimo 15 aprile. Il 15 maggio è prevista la loro adunanza.
La Perla è in crisi da prima della pandemia. Nel 2019 è stata quotata tramite reverse listing all’Euronext Growth di Parigi (si veda altro articolo di BeBeez).