IGI Private Equity, con il supporto di LGT Capital Partners e BNP Paribas BNL Equity Investments in qualità di coinvestitori, ha acquisito il controllo di ThermoKey spa, società di Rivarotta (Udine) attiva nella filiera HVAC-R (Heating, Ventilation, Air Conditioning & Refrigeration). A vendere è Investo Uno srl, veicolo di investimento che fa capo a Berrier Capital, guidato da Alberto Craici, oltre agli imprenditori Giorgio e Giuseppe Visentini e Giuseppe Patriarca. Giuseppe Visentini reinvestirà per una minoranza del 5% e continuerà a ricoprire la carica di ceo di gruppo (si veda qui il comunicato stampa).
IGI Private Equity è stata assistita da: Finerre in qualità di Financial Advisor, Studio Legale Chiomenti per gli aspetti legali, Molinari Agostinelli Studio Legale per la strutturazione dell’operazione e per la due diligence fiscale, KPMG per la due diligence finanziaria, Prometeia per la due diligence ESG. Investo Uno è stata invece assistita da: Fineurop Soditic in qualità Financial Advisor e Studio Legale Greenberg Traurig Santa Maria per gli aspetti legali
ThermoKey, che produce scambiatori di calore ad aria (batterie e radiatori) e unità ventilate (Dry Coolers, Unit Coolers e Condensers). è nata nel 1991 all’interno di un gruppo di più ampie dimensioni, dal 2013, grazie all’ingresso di nuovi investitori e degli imprenditori Giorgio e Giuseppe Visentini, ThermoKey è divenuta indipendente e ha avviato un piano di evoluzione e sviluppo. Oggi conta oltre 200 dipendenti e ha chiuso l’esercizio 2023 con ricavi consolidati pari a circa 60 milioni di euro, in crescita del 20% dal 2022, e con un ebitda rettificato superiore a 8 milioni e un debito finanziario netto di 10,2 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Su fronte del debito, ricordiamo che nel 2019 la società aveva emesso un minibond da 1,5 milioni di euro a scadenza 6 anni, che era stato interamente sottoscritto da Friulia. Contestualmente era stato previsto un aumento di capitale da un milione di euro che è stato sottoscritto da Investo Uno, a cui allora faceva capo il 70% (si veda altro articolo di BeBeez). Con quell’operazione mirava a completare il supporto finanziario, iniziato nel 2016 quando la finanziaria regionale aveva sottoscritto un aumento di capitale in Termokey da 1,5 milioni.
Giuseppe Visentini, in un post sul suo profilo Linkedin, ha scritto: “Sono passati dieci anni da quando, assieme a quattro coraggiosi, mi sono imbarcato nell’ambizioso progetto di salvataggio di Thermokey. In un periodo storico caratterizzato da una serie di eventi straordinari ed imprevedibili, siamo stati in grado di sviluppare un percorso di solida crescita, arrivando ad un 2023 con quasi 60 milioni di euro di fatturato. Un sentito ringraziamento per la fiducia e il sostegno a Bepi Patriarca, Alberto Craici, Renato Cinelli e, naturalmente, a mio padre Giorgio Visentini. È stato un percorso intenso, con momenti di difficoltà, ma anche ricco di soddisfazioni, confronti e crescita personale. In questi anni l’azienda è evoluta: ha investito in uomini e donne, in tecnologie, in ricerca e sviluppo e spazi produttivi, per rendere possibile un sempre più riconosciuto posizionamento competitivo nel nostro settore. Thermokey è oggi pronta per una nuova fase, in un contesto che impone maggiori investimenti per aumentare l’attrattività della società nei confronti della forza lavoro, per lo sviluppo estero, per la solidità dell’assetto organizzativo, di governance e finanziario. L’ingresso nel capitale di Thermokey, al mio fianco, di un fondo di private equity con una distintiva matrice imprenditoriale e una chiara visione industriale è lo step fondamentale per rendere concreta la prosecuzione di un percorso di crescita e istituzionalizzazione della società”.
Alberto Craici, a sua volta in un post sul suo profilo Linkedin, ha aggiunto: “Dopo tanti anni di permanenza nel capitale di Thermokey, Berrier Capital ha realizzato, nei giorni scorsi, l’exit dall’investimento. La società ha mostrato, negli anni, una grande resilienza e una grande capacità di innovare. Queste caratteristiche, unite a una squadra di prim’ordine costituita non soltanto dai miei soci, amici e gestori Giuseppe Visentini, Giorgio Visentini, ma anche da un management che si è in ogni occasione rivelato più che all’altezza delle sfide sempre più complesse che ogni giorno si affrontano, hanno consentito di superare le difficoltà iniziali e di portare la società dai 20 milioni di allora ai 60 di oggi, con una ottima redditività”.