Guala Closures spa, multinazionale italiana leader nei sistemi di chiusura per bottiglie di bevande alcoliche e non, controllata da Investindustrial, è salita al 100% di Guala Closures DGS Poland, uno dei maggiori produttori mondiali di tappi in alluminio per liquori, vino e bevande analcoliche, che già controllava al 70% (si veda qui il comunicato stampa)
Guala Closures ha infatti acquisito la restante quota del 30% di DGS Poland dal consorzio di imprenditori guidato da Krzysztof Grzadziel, che aveva fondato la società nel 1991. Guala Closures aveva acquisito il primo 70% nel 2011 dal fondo Polish Enterprise Fund VI per 51 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Grzadziel, rimarrà in DGS con la carica di presidente e sosterrà il processo di integrazione delle due realtà. Dopo dodici mesi, Grzadziel passerà a ricoprire un ruolo non esecutivo all’interno del Supervisory Board.
Krzysztof Grzadziel, fondatore e presidente di Guala Closures DGS, ha commentato: “Insieme e grazie al lavoro di un team di professionisti di grande talento, qualificati e motivati, negli ultimi 30 anni ho guidato un’azienda importante e molto efficiente, in grado di soddisfare le esigenze di tutti i nostri mercati e clienti internazionali. Sono convinto che DGS continuerà nei prossimi anni nel suo importante percorso di crescita sostenibile”.
Gabriele Del Torchio, presidente di Guala Closures, ha aggiunto: “L’obiettivo di questo buy-back è quello di consolidare la nostra leadership e presenza nella produzione di chiusure in alluminio. Siamo grati per la collaborazione e il prezioso contributo di Krzysztof nel corso del nostro comune cammino, che ci ha permesso di far crescere l’azienda, passando da circa 50 milioni di euro a 126 milioni di euro di ricavi nel 2023“. Oggi la società produce circa 4 miliardi di tappi in alluminio all’anno.
E Mauro Caneschi, amministratore delegato di Guala Closures, ha concluso: “Guala Closures DGS rappresenta una vera e propria eccellenza all’interno del nostro gruppo. La decisione di acquisire la quota del 30% del nostro partner di minoranza è perfettamente in linea con gli obiettivi strategici del gruppo a lungo termine e si inserisce nell’ambizioso percorso di crescita dell’azienda”.
Ricordiamo che il gruppo Guala Closures ha chiuso il primo trimestre 2024 con ricavi netti per 184,3 milioni e un ebitda rettificato di 34,5 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 686 milioni (si vedano qui la trimestrale al 31 marzo 2024 e qui la presentazione agli investitori).
Il debito a fine marzo include il bond da 350 milioni collocato lo scorso anno e quotato alla Borsa del Lussemburgo per supportare l’acquisizione della maggioranza di Yibin Fengyi Packaging Co, uno dei principali produttori cinesi di chiusure e scatole che opera nel mercato premium del Baijiu, il più rinomato liquore tradizionale cinese. L’operazione era stata finanziata appunto con un prestito obbligazionario senior secured che aveva anche l’obiettivo di pagare un extra-dividendo da 250 milioni all’azionista di controllo Investindustrial e ai suoi coinvestitori (si veda altro articolo di BeBeez). Quel bond è stato poi riaperto per altri 150 milioni di euro lo scorso giugno, per supportare l’acquisizione, annunciata lo scorso aprile, della greca Astir Vitogiannis Bros, società produttrice di chiusure a corona, attiva con due stabilimenti in Grecia e in Sud Africa (si veda altro articolo di BeBeez), e per rimborsare alcuni debiti esistenti del Gruppo Astir, oltre che per scopi aziendali generali. (si veda altro articolo di BeBeez). Il debito di Guala include inoltre il bond da 500 milioni di euro con scadenza 2028 e cedola 3,25% emesso nel luglio 2021 contestualmente al delisting da Piazza Affari, a seguito dell’opa lanciata da Investindustrial (si veda altro articolo di BeBeez).
Ipotizzando invece che le acquisizioni di Fengyi, Anacorks e Astir fossero state completate il 1° aprile 2023, il gruppo stima per i 12 mesi conclusi il 31 marzo 2024 ricavi netti aggregati pro-forma per 897,6 milioni di euro (dei quali 73 milioni generato dal gruppo Astir) e un ebitda rettificato aggregato pro-forma di 197,4 milioni (di cui 18,7 milioni del gruppo Astir) (si veda qui il comunicato stampa).