Con una sobria conferenza stampa nella prestigiosa sede dell’Istituto Nazionale per la Grafica, a Roma, e alla presenza del sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, hanno preso il via le celebrazioni per i 100 anni dell’Archivio Storico dell’Istituto Luce, organizzate da Cinecittà Spa, che si protrarranno per tutto quest’anno dilatandosi fino al 2025.
L’archivio dell’Istituto Luce rappresenta la più grande e complessa raccolta di immagini e filmati che, dalla sua fondazione, nel 1924, ad oggi, permettono di scoprire o riscoprire l’evoluzione della società e della cultura italiana, nei loro intrecci, complessi e talvolta drammatici, con le vicende storiche e politiche vissute dal Paese.
Oltre 77mila filmati e 5 milioni di fotografie hanno indagato e documentano, tutti gli aspetti, da quelli ufficiali e più solenni fino a quelli più intimi e privati degli italiani, di un Paese che ha attraversato 20 anni di dittatura, una guerra mondiale, ha visto crescere e impallidire il boom economico e la crescita industriale, ha assistito alla crescita , talvolta caotica, delle città e l’abbandono delle campagne, fenomeni imponenti di migrazione interna, l’esplosione del consumismo e della motorizzazione individuale.
L’imponente materiale raccolto nell’Archivio testimonia, con la forza incomparabile delle immagini e dei filmati, a iniziare da quelli dei celebri Cinegiornali che, per decenni, hanno accompagnato le proiezioni cinematografiche, i cambiamenti sociali e culturali di un Paese che, fondamentalmente agricolo, alla nascita, nel 1924, de L’Unione Cinematografica Educativa, divenuta nel 1925 l’Istituto Nazionale Luce, è divenuto nel corso di un secolo uno degli Stati più importanti sulla scena mondiale.
Le pellicole del Luce, i cinegiornali, le inchieste e i documentari accompagnano lo spettatore, ma anche il ricercatore, lo storico e lo studioso di sociologia, in un percorso storico che fa scoprire le profondissime modifiche avvenute nella mentalità, negli usi e nei costumi pubblici e privati degli italiani: dagli anni del fascismo, della guerra e della liberazione alle grandi mobilitazioni del movimento studentesco e del movimento sindacale dei lavoratori; dalle infuocate battaglie per il divorzio, l’aborto e i diritti delle donne a quelle contro mafia, camorra e ndrangheta, dalle braccia spalancate di Pio XII dopo il bombardamento di San Lorenzo, alle immagini del Concilio Vaticano II e di Giovanni XXII, il “Papa buono”.
E’ il Luce, con i suoi materiali che ci consente di seguire, passo dopo passo, la crescita dell’industria cinematografica italiana, del divismo, della musica leggera e dei suoi interpreti, da Nilla Pizzi ai cantautori. E, insieme, le nuove mode e i nuovi orientamenti culturali delle generazioni del boom, le prime contestazioni a valori che apparivano immutabili, fino all’apertura, non sempre senza tensioni, della società italiana agli innovativi influssi culturali internazionali.
Il patrimonio accumulato in questi 100 anni è talmente rilevante e di tale importanza che il Fondo Luce dell’Archivio, dal 2013, è inserito nel Registro Memory of the World dell’Unesco, il programma finalizzato alla valorizzazione dei più importanti fondi archivistici e bibliotecari del pianeta. È l’unico tra gli archivi audiovisivi italiani a godere di questo statuto.
E si tratta, per di più, di un Fondo aperto e ormai pressoché interamente digitalizzato. Chiunque, attraverso il portale www.archivioluce.com, può liberamente e gratuitamente ricercare, studiare e godere dei materiali detenuti dall’Archivio; materiali che sono presenti, per una grande parte, anche su YouTube (https://www.youtube.com/user/CinecittaLuce) e nel Google Cultural Institute (https://artsandculture.google.com/partner/istituto-luce-cinecitta?hl=it).
Il Luce, negli anni, ha anche saputo divenire esso stesso centro di irradiazione culturale, proponendosi come produttore e distributore, dagli anni ’70 al 2000, del cinema d’autore, da quello dei grandi maestri italiani come Fellini, Visconti, Olmi, Cavani, Bertolucci, Bellocchio, Amelio ai grandi registi internazionali Anghelopoulos, Iosseliani, Greenaway, Wong Kar-way, Nolan, Kitano, Iñárritu, von Trier tra gli altri.
Dal 2000, con un nuovo orientamento della propria mission, il Luce si è consacrato a una funzione di scouting di giovani talenti attraverso la produzione e la distribuzione delle opere prime e seconde di tanti autori oggi consacrati: Saverio Costanzo, Alice Rohrwacher, Pietro Marcello, Francesco Munzi, Emma Dante, Michelangelo Frammartino.
Ma il Luce non ha mai, in questi 100 anni, rinunciato anche alla sua essenziale missione di documentazione, che l’ha portata a concorrere agli Oscar con La grande Olimpiade (1961) di Romolo Marcellini e Fuocoammare (2016) di Gianfranco Rosi.
Ma il patrimonio del Luce non è fatto solo di celluloide: nei suoi archivi vi sono infatti oltre 5 milioni di fotografie che, tra fondi di prima acquisizione e produzione istituzionale, coprono un arco temporale esteso, raccontando eventi, paesaggi, mutamenti sociali dal 1915 al 1956.
Altri fondi acquisiti dal dopoguerra in poi documentano la società italiana dal 1948 fino ai giorni nostri, oltre ad annoverare il lavoro di grandi artisti della fotografia come Adolfo Porry-Pastorel, Caio Mario Garrubba, Pino Settanni e altri maestri.
Si tratta di un immenso patrimonio iconografico, che alimenta un’attività creativa e continua di mostre, libri, iniziative culturali in Italia e all’estero.
Ora è tempo di celebrare quello che Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà Spa che ha acquisito la responsabilità della valorizzazione dell’Archivio, illustrando il vastissimo programma di iniziative messe in cantiere, ha descritto come “la biografia visiva del nostro Paese, uno strumento unico per tutti quelli che desiderano comprendere il passato per orientarsi nel presente”.
Si parte con un ambizioso podcast in 10 episodi LUCE e Controluce, che sarà reso accessibile attraverso tutti i media, prodotto da Chora Media e affidato alla voce di Andrea Zalone, che vuole essere un viaggio ironico e allo stesso tempo ricco di spunti di riflessione per raccontarci una storia collettiva, tra il tragico e il comico, e restituirci uno spaccato del nostro Paese nel secolo scorso facendoci ridere, e allo stesso tempo riflettere, sulla piega che ha preso il nuovo secolo in cui ci siamo, improvvisamente, ritrovati.
In ciascuno dei 10 episodi sarà approfondito un tema particolarmente illuminante per riflettere sull’Italia e soprattutto sugli Italiani: l’influenza, mai del tutto tramontata, di maghi, fantasmi e impostori; l’alba del divismo; l’esplosione di quella che fu chiamata gioventù ribelle; il genio dell’italica inventiva, quell’arte di trovare soluzioni e di risolvere problemi pratici lavorando di fantasia e, perché no, con un po’ di sfacciataggine; le ansie, le ossessioni, i timori per una inevitabile catastrofe che i nuovi esperimenti militari e gli sviluppi della scienza diffusero insieme alla figura, tutta italica, del “catastrofista”; il cibo e la sua preparazione, centro della mitografia del nostro paese, in cui si è passati dalle massaie e dai maccheroni, agli influencer e alla cucina d’autore; il peso che hanno assunto nella vita quotidiana degli italiani palestre, diete e centri di bellezza, senza che spesso, per mancanza di perseveranza e di dedizione al sacrificio, alle rinunce facciano seguito gli sperati risultati; l’incallita speranza nel colpo di fortuna, nella estrazione della lotteria che cambi la vita; la trasformazione di un popolo stanziale, per cui il viaggio per anni ha voluto dire solo partenza per la guerra o emigrazione, in un popolo di instancabili vacanzieri, in infradito, e del mito moderno delle immancabili ferie d’agosto; per finire con “Bacco, tabacco e…”, perché fumare e bere vino, in Italia, sembrano essere attività soggette a uno strano destino comune: essere cioè considerate dei “vizi leciti”, ai quali porre attenzione e misura, ma non troppo.
L’altra maggiore iniziativa che Cinecittà Spa sta preparando per questa lunga stagione di celebrazioni coinvolge otto tra i più noti e amati protagonisti, davanti e dietro la macchina da presa, della nostra commedia cinematografica.
Michela Andreozzi, Massimiliano Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Susanna Nicchiarelli, Rocco Papaleo, Sydney Sibilia realizzeranno, anche attraverso il footage realizzato con le innumerevoli ore di girato presenti nell’Archivio, otto episodi di un film collettivo intitolato Cento anni di Luce che, anch’esso come il podcast, metterà in scena i molti vizi italiani e le poche virtù italiote, sulla scia di quella commedia all’italiana che ha fatto, per tanti anni, le fortune della nostra cinematografia.
Torneranno poi nelle sale cinematografiche 15 film che hanno segnato la storia del cinema diventando veri e propri cult, nel corso di una programmazione di 30 settimane dedicata ai titoli della tradizione Luce e al suo percorso distributivo.
E ancora, saranno pubblicate 20 pillole che racconteranno la storia del Luce: dall’inaugurazione della sede al Planetario di Roma fino alla diffusione dei cinegiornali attraverso il Cinemobile del Luce; dalla costruzione della nuova sede a Cinecittà, alla presenza del Luce a Venezia durante la Repubblica di Salò e alla riorganizzazione dell’Istituto nel dopoguerra.
Infine, altre 10 pillole colorizzate saranno tratte dai filmati in bianco e nero, che illustreranno scene di vita quotidiana del nostro Paese, partendo dai primi filmati del Luce degli anni Venti fino agli anni Sessanta.
Da ultimo, il Teatro 18 di Cinecittà, lo studio di realtà virtuale dotato di un ledwall tra i più grandi d’Europa, ospiterà una installazione evento e performance di Quayola, performer di fama internazionale, i cui dipinti computazionali esploreranno una nuova gestualità ed estetica. L’artista darà nuova vita ai materiali di archivio, attingendo dallo sconfinato patrimonio del Luce, in una serie di video incentrati sul legame tra passato e futuro che ritrarranno la frenesia della vita nelle città, le persone in movimento, le danze, il folklore e i momenti di convivialità.
Beninteso, il centenario favorirà anche momenti di più meditato approfondimento, con la partecipazione dei maggiori studiosi e protagonisti del documentario italiano: il primo sarà dedicato al Fondo dei documentari dell’Archivio Storico; il secondo, invece, si terrà nel 2025 presso il Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia.
Il centenario, infine, consentirà, come ha ricordato nel corso della conferenza stampa il direttore dell’Archivio, Enrico Bufalini, agli studiosi e agli appassionati di muoversi, con sempre maggiore facilità, nella mastodontica eredità dell’Istituto: sarà infatti pubblicata la Guida all’Archivio Storico e all’Istituto Nazionale LUCE che fornirà un quadro completo dei fondi, contribuendo alla diffusione della conoscenza del lavoro di catalogazione condotto dagli archivisti, oltre che un volume sulla “storia e la vita’’ dell’azienda. Ambedue i volumi saranno distribuiti presso le università, gli istituti culturali italiani e all’estero, le biblioteche, gli archivi e le cineteche.
Ma, il centenario non è solo l’occasione per guardare al passato. “Anzi”, ha sottolineato con forza Chiara Sbarigia, “nell’ambito di Cinecittà Spa, il LUCE guarda soprattutto al futuro.
A riprova, l’Archivio organizza, da quest’anno, nell’ambito del LuceLabCinecittà, un progetto di formazione e di aggiornamento per lavoratori, manager, studenti e aspiranti professionisti del settore cinematografico e audiovisivo.
Sono attualmente attivi i corsi in Digital Humanities per archivisti di audiovisivi, ricercatori, comunicazione in Rete sugli archivi.
a cura di Mauro Sarrecchia