Una mostra su larga scala di opere di Ilya Repin (1844-1930) presenterà una moderna interpretazione dell’arte del grande pittore. Saranno esposte le migliori opere del maestro, create dall’inizio degli anni 70 dell’800 fino alla fine degli anni 20 del 900.
La mostra, situata su 3 piani nelle più grandi sale espositive della Galleria Tretyakov, comprenderà più di 180 dipinti e più di 130 opere grafiche. Oltre ai famosi dipinti ( Barge Haulers on the Volga, Unexpected Return, Reply of the Zaporozhian Cossacks to Sultan Mehmed IV of the Ottoman Empire ), sono state selezionate opere poco conosciute per la mostra e saranno una vera scoperta per il pubblico di Mosca. Il clou della mostra sarà l’esposizione della tela cerimoniale di grande formato della seduta cerimoniale del Consiglio di Stato il 7 maggio 1901 dalla collezione del Museo di Stato russo.
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(Qui sopra: I Battellieri del Volga, 1870–73 (Museo russo di San Pietroburgo))
Nato a Čuhuïv (all’epoca parte del Governatorato di Char’kov, oggi in Ucraina), il 5 agosto (24 luglio) 1844, figlio di un modesto ufficiale, dopo il suo apprendistato con un pittore di icone chiamato Bunakov, nel 1866 si trasferì a San Pietroburgo per studiare presso l’Accademia Imperiale di Belle Arti. Grazie a una borsa di studio dell’Accademia, dove aveva vinto la medaglia d’oro con il dipinto La resurrezione della figlia di Giairo (vedi sotto, nella galleria immagini delle Opere), dal 1873 al 1876 soggiornò in Italia e a Parigi. A contatto con gli Impressionisti francesi, mutuò da questi il gusto per il colore vivo e luminoso, che reinterpretò genialmente nei suoi quadri raffiguranti contadini, pescatori e scene di vita di mercato.
Nel 1878 si unì al movimento artistico denominato degli Ambulanti, o Itineranti. Dal 1882 visse a San Pietroburgo, viaggiando spesso all’estero. Immortalò molti dei suoi connazionali più famosi, come Tolstoj, Mendeleev, Pobedonoscev e Musorgskij; la sua ritrattistica rimase insuperabile in tutti i soggetti raffigurati: uomini, donne, bambini, compresi i ritratti storici, forzatamente non realistici. Il ritratto di Musorgskij, per esempio, è una delle migliori opere di Repin e anche di tutta la ritrattistica russa del periodo. Il quadro fu dipinto nel corso di quattro sessioni, dieci giorni prima della morte del compositore, in ospedale. Secondo le parole di un testimone, «con tutti i possibili inconvenienti, il pittore non aveva nemmeno un cavalletto e doveva appoggiarsi a una scrivania davanti alla quale il paziente Mussorgsky sedeva in una poltrona». Repin rifiutò di essere pagato per il dipinto e anzi contribuì alla creazione di un monumento dedicato al musicista.
Nel 1903 fu incaricato dal governo russo di realizzare il suo progetto più grandioso, una tela di 400 × 877 centimetri, che raffigura una sessione cerimoniale del Consiglio di Stato per celebrare il suo centenario del 7 maggio 1901.
Dopo la Rivoluzione del 1917, la sua residenza I Penati, a Kuokkala, situata a nord di San Pietroburgo, fu annessa alla Finlandia. Fu perciò invitato da Lenin a tornare in Russia, ma Repin rifiutò dichiarando di essere troppo vecchio per viaggiare ancora. Tornò in Russia solo in seguito alle suppliche del Ministro della Pubblica Istruzione dell’Unione Sovietica nel 1926.
Uno dei dipinti più complessi di Repin, I Cosacchi dello Zaporož’e scrivono una lettera al Sultano di Turchia, occupò molti anni della sua vita. Repin ideò l’opera in seguito a letture svolte per passatempo, ma il pittore credeva davvero negli ideali dei cosacchi: libertà, eguaglianza e fratellanza; in breve, nel repubblicanesimo cosacco. Iniziato alla fine degli anni 70 dell’800, il quadro fu completato solo nel 1891. Fu subito acquistato dallo zar Alessandro III, che pagò ben 35.000 rubli per l’opera, una cifra enorme per l’epoca. Il dipinto, di grandi dimensioni, coglie appieno il divertimento dei cosacchi mentre sono intenti ad inventare insulti e volgarità da inserire in una lettera di risposta a quella indirizzata loro dal Sultano Mehmet IV.
Repin prese parte a numerose mostre internazionali: Vienna (1873), Parigi (1878 e 1900), Berlino (1896), Venezia (1897) e Roma (1911). Insegnò all’Accademia di San Pietroburgo.
La cittadina in cui morì, Kuokkala, è stata poi ribattezzata in suo onore Repino nel 1948, all’epoca della sua morte era in Finlandia ed è successivamente entrata a far parte della Russia, nel 1930.
A lui è stato intitolato l’asteroide scoperto nel 1969, 2468 Repin.