Un cortometraggio di Massimiliano Finazzer Flory (soggetto, montaggio, regia e voce), prodotto dall’Ente Fondazione dello Spettacolo con la collaborazione di Rai Cinema, iniziativa sostenuta dal quotidiano Il Giorno, che BeBeez ha avuto la possibilità di vedere in anteprima all’Anteo di City Life a Milano il 28 settembre scorsa alla presenza del Sindaco Beppe Sala, con il Prefetto che ha dato l’autorizzazione per girare il documentario con i droni nei giorni del confinamento, in particolare il Venerdì Santo di una Pasqua di Passione, del silenzio appunto che molto però hanno detto. La prova migliore di Massimiliano Finazzer Flory, drammaturgo, regista e attore, che in 18 minuti per 19 statue che si animano nella città come personaggi di un dramma surreale, regala un equilibrio ben dosato di emozione, riflessione, citazione culturale, impegno.
E’ un inno alla vita, alla necessità di recuperare la storia per pensare al futuro e insieme un grande canto d’amore per Milano, città laboriosa e di cultura profonda che ha molto sofferto durante la pandemia e che da sempre accoglie chi si mette in gioco nel rispetto e nella tolleranza sancita da Costantino del 313 d.C.. Il documentario diventa una riflessione sulle Città invisibili per dirla con Italo Calvino che Finazzer cita precisando che non è un’ispirazione. Il filo conduttore è la storia, troppo spessa dimenticata che il Sindaco sottolinea nella ricucitura con il passato e il futuro, come il messaggio centrale del lavoro del regista, animando 19 statue di Milano,attraverso un viaggio alquanto suggestivo nella città volando, in compagnia di Leonardo a Manzoni, da San Francesco a
Verdi tra gli altri. “C’è una statua alla quale tengo particolarmente, ha precisato Finazzer, ma che non appare per ragioni fotografiche, quella di Cesare Beccaria, personaggio più noto forse in ambito anglosassone che da noi e che diceva di temere più che l’ignoranza il sapere mediocre”, forse più arrogante della prima. Ogni statua si anima di notte per vivere di giorno incredula in una città deserta finendo per avvertire la mancanza dell’essere umano anche se i cittadini sono spesso distratti, incuranti delle polveri e dello smog che si depositano sui busti. Se di giorno sembrano davvero copie, inanimate, quasi soprammobili di uomini e donne, sbiadite, di notte si animano e volano sulla città. Sono idealmente spiriti, che sanno di filosofia o di Dio o di arte, e che
sopravvivono all’usura del tempo, alla frenesia della città. E il femminile? Finazzer dedica due statue che sono molto importanti, la Madonnina sul Duomo che simboleggia la fede e Minerva, sopra l’Arco della Pace, protettrice della pace appunto e della scienza e conoscenza, due volti del femminile, il sacro e profano che non possono che dialogare tra di loro. Al di là della bellezza delle immagini, la regia e la voce di Finazzer, ci guida in un viaggio con tempi che non eccedono mai animando i diversi personaggi che si rivolgono alla città. La voce filosofica parla delle ali che non servono a volare ma ad amare e questo forse è il messaggio centrale del film, in quei giorni di silenzio, nei quali la voce è sempre interiore e predispone all’ascolto.
a cura di Ilaria Guidantoni